Il 23  febbraio p.v. alle 18.00 presso la sala multimediale di San  Michele, a Fidenza, l'Ucid promuove un'incontro per conoscere la figura del  Beato J.H. Newman. 
Nell'occasione verrà presentato alla città l'ultimo libro della dott.ssa Lina Callegari 
"John Henry Newman la ragionevolezza della fede"
Parteciperanno, tra gli altri, Fabio Zavattaro -  Vaticanista di Raiuno, e Cesare Cavalleri direttore di Studi  Cattolici.
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La dott.ssa  Lina Callegari è Assessore Cultura, Politiche Scolastiche, Educative e  Giovanili, Turismo del Comune di Fidenza
          
Bibliografia:
Giuseppe Regina, Il cardinale Newman nei suoi scritti, Edizioni Paoline, 1956. IT 1956 8240
Angelo Bottone, Newman e Wittgenstein sulla certezza, Napoli, CUEN, 1998;
Jose Morales, John Henry Newman, la vita, (1801-1890), edizione italiana a cura di Luca Obertello, Milano, Jaca book, 1998;
Luca Obertello, La grammatica dell'assenso di John Henry Newman, Milano, Jaca book, 2000;
Giovanni Velocci, Newman, il coraggio della verità, Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2000;
Lina Callegari, Newman, la fede e le sue ragioni, Milano, Paoline, 2001;
Don Davide Brighi, Assenso reale e scienze profane, il contributo di John Henry Newman ad una rinnovata ragione teologica, Roma, Pontificia universita gregoriana, 2007;
Luca Orbetello, Newman Poeta, Milano, Jaca Book, 2010; ISBN 978-88-16-30488-8
John Henry Newman 
 (Londra, 21 febbraio 1801 – Edgbaston, 11 agosto  1890) 
è stato un cardinale, teologo e filosofo  inglese. È considerato uno dei più grandi prosatori inglesi e il più autorevole  apologista della fede che la Gran Bretagna abbia prodotto, apprezzato anche dai  non cattolici. In ambito cattolico, è stato definito uno dei «padri assenti» del  Concilio Vaticano II per la profondità e l'originalità del suo pensiero  teologico e filosofico. Sulla sua tomba è scolpito l'epitaffio scritto da lui  stesso, un epitaffio che doveva narrare, secondo il suo intento, la storia del  suo pellegrinaggio: "Ex umbris et imaginibus in veritatem" (Dall'ombra e dai  simboli alla verità). John Henry Newman é stato beatificato il 19 settembre 2010  da papa Benedetto XVI.
Biografia  
Sacerdote  anglicano > John apparteneva ad una famiglia anglicana. Primo  di sei fratelli, il padre John Newman era banchiere, la madre Jemina Foundrinier  discendeva da una famiglia di ugonotti emigrati in Inghilterra in seguito alla  revoca dell'editto di Nantes. Ricevette un'educazione elevata in una scuola  vicina a Londra e, sotto l'influsso di un pastore calvinista, nel 1816 aderì ai  principi del cristianesimo protestante, in quella che egli chiamò la sua "prima  conversione". Nel 1817 entrò nel Trinity College di Oxford e, dopo un periodo di  studi, divenne diacono della Chiesa anglicana nel 1824. Nel 1828 divenne parroco  della chiesa universitaria di St. Mary, con l'incarico di seguire gli studenti  universitari; nel frattempo si dedicò a studi filosofici e teologici. In questo  periodo della sua vita fondò il movimento di Oxford, il cui scopo precipuo fu  quello di contrastare l'ascesa del liberalismo religioso all'interno delle  università inglesi. Si oppose, cioè, alle posizioni della nascente "chiesa  larga", quella componente dell'anglicanesimo, favorevole alle posizioni  illuministiche e razionalistiche. Elaborò in questi anni la teoria della "via  media" in cui riconosceva alla Chiesa Anglicana una posizione intermedia fra gli  eccessi dottrinali del luteranesimo da un lato e del cattolicesimo romano  dall'altro. Come pastore e teologo anglicano mantenne posizioni tradizionaliste  e fu sempre uno strenuo difensore del principio dogmatico, tanto da essere  considerato il più insigne esponente della cosiddetta "chiesa alta", la  componente anglicana più vicina alle posizioni dogmatiche cattoliche. Nel 1832,  compì un viaggio nel Mediterraneo, che lo portò a Roma, dove incontrò Nicholas  Patrick Wiseman, ed in Sicilia, dove, a Leonforte, presso Enna, nel 1833, si  ammalò gravemente ed ebbe modo di riflettere a lungo sul suo credo religioso.  Dal 1833 al 1841 Newman e altri compagni del movimento pubblicarono i cosiddetti  "Tracts for the Times", 90 saggi riguardanti la situazione della Chiesa  anglicana ma anche diverse questioni sulla religione cristiana in generale.  Nell'ultimo di questi saggi, "Tract 90", Newman propose una interpretazione dei  Trentanove articoli di religione che si accordasse con la dottrina cattolica del  Concilio di Trento: ciò gli costò una condanna da parte dell'Università di  Oxford e di 42 vescovi anglicani.
Conversione al  Cattolicesimo > In seguito a questo evento, Newman rinunciò  al suo ufficio di parroco universitario e nel 1842 si ritirò a Littlemore, dove  iniziò a scrivere la sua opera Sviluppo della dottrina cristiana. In questo  studio sulle origini del cristianesimo, che fu pubblicato nel 1845, arrivò alla  conclusione che "la Chiesa Cattolica era formalmente dalla parte della ragione".  Il 9 ottobre di quello stesso anno fu accolto nella Chiesa Cattolica da padre  Domenico Bàrberi, passionista (poi proclamato beato), che ebbe una parte non  secondaria nella sua conversione. Se ne andò da Oxford e si stabilì a  Birmingham. Dopo un periodo di riflessione, decise di entrare nell'Oratorio di  San Filippo Neri e fu ordinato sacerdote cattolico nel 1847 a Roma; fondò quindi  a Edgbaston, presso Birmingham (attualmente parte integrante della città), e poi  a Londra, i primi oratòri di San Filippo in Inghilterra. Importante fu  l'influenza della spiritualità dell'Oratorio nei suoi scritti, come mostra  l'opera Dolori mentali di nostro Signore durante la sua Passione, opera che  rimanda a quella simile scritta da santa Camilla da Varano, clarissa le cui  opere erano lette e meditate non solo da Filippo neri, ma anche dai membri  dell'Oratorio. Nel 1851 venne scelto dai vescovi cattolici inglesi come rettore  della neonata Università Cattolica di Dublino, attività che esercitò  effettivamente dal 1854 (anno dell'apertura dei corsi) al 1858. Ritornò in  Inghilterra per dedicarsi sia agli studi che all'attività pastorale. Nel 1850 fu  coinvolto in una vicenda giudiziaria sfortunata: perse la causa da lui intentata  al predicatore evangelico d'origine italiana Giacinto Achilli, che il Newman  accusava di calunnia. Nel 1864 scrisse sulla sua conversione quello che è  considerato il suo capolavoro: Apologia pro vita sua.
Cardinale  > Nel 1879, all'età di ottant'anni, Leone XIII lo creò  cardinale diacono titolare di San Giorgio in Velabro – nello stesso concistoro  in cui nominò cardinale il fratello Giuseppe Pecci, detto il Giovane – senza  consacrarlo vescovo. La nomina di Newman fu fortemente voluta dal Papa, infatti  si trattava del suo primo concistoro, anche a dispetto dell'opposizione  dell'arcivescovo di Westminster cardinale Henry Edward Manning. Nel discorso  pronunciato da Newman in occasione della sua nomina a cardinale, spiegò che tale  decisione del papa era motivata dal «riconoscimento del mio zelo e del servizio  che avevo reso per tanti anni alla Chiesa Cattolica» e dal fatto che «i  cattolici inglesi e perfino l'Inghilterra protestante si sarebbero rallegrati  del fatto che io ricevessi un segno del suo favore». Nello stesso discorso,  Newman condannò a chiare lettere il relativismo e il liberalismo in campo  religioso, definiti una «grande sciagura», «un errore che si estende come  trappola mortale su tutta la terra». Continuò a vivere in Inghilterra,  pubblicando articoli fino al 1885. Celebrò l'ultima messa nel Natale del 1889 e  morì nel 1890 nell'Oratorio di Edgbaston.
Processo di  beatificazione > Nel 1958 venne aperta la procedura diocesana  di beatificazione presso la diocesi di Birmingham; nonostante la volontà di  Paolo VI di poterne celebrare la beatificazione nell'Anno Santo del 1975, solo  nel gennaio 1991 il papa Giovanni Paolo II ne decretò l'eroicità delle virtù,  con cui gli venne dato il titolo di Venerabile. Il 3 luglio 2009 papa Benedetto  XVI ha approvato il documento che riconosce a Newman l'intercessione per la  guarigione del diacono permanente Jack Sullivan nel 2001, guarito da una grave  menomazione alla spina dorsale in seguito alle preghiere rivolte al cardinale  mentre si trovava in ospedale. La cerimonia di beatificazione si è tenuta il 19  settembre 2010 nei pressi della Casa dell'Oratorio, a Rednal, dove sono sepolte  le spoglie del cardinale, durante il viaggio apostolico di Benedetto XVI nel  Regno Unito. In deroga a quanto accade per consuetudine, la ricorrenza liturgica  è stata fissata nell'anniversario della conversione al cattolicesimo, il 9  ottobre, e non in quello della morte.
Pensiero > Il cardinale Newman, molto popolare  in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, ha scritto un gran numero di opere, tra le  quali l'Apologia pro vita sua e la Grammatica dell'assenso che spiegano perché e  a quali condizioni un atto di fede è anche un atto della ragione. Il suo  pensiero, abbracciando una enorme vastità di temi e seguendo diversi generi  letterari (dal sermone al trattato, dal romanzo alla poesia) riuscì ad enucleare  le più grandi questioni teologiche e filosofiche del suo tempo, giungendo ad  anticipare sviluppi che si sarebbero compiuti soltanto nel XX secolo, al punto  di essere stato annoverato tra i «padri assenti» del Concilio Vaticano II, in  particolare per quanto riguarda il primato della coscienza (ripreso poi nella  costituzione Dignitatis humanae), la concezione di Chiesa, le idee sul laicato.  Nella sua adesione al cattolicesimo, frutto di un percorso interiore, Newman  mantenne un modo di pensare "originale" rispetto agli altri pensatori cattolici,  che gli diede la fama di pensatore "liberale" e poco "romano": importante fu il  riferimento ai Padri della Chiesa ma anche quello a Joseph Butler, vescovo  anglicano del XVII secolo, autore del libro Della analogia della religione  naturale.
Il primato della  coscienza > Uno dei punti significativi del suo pensiero fu  l'indagine sulla coscienza, sviluppata da Newman durante la sua predicazione nei  sermoni domenicali e in varie opere tra le quali la Grammatica dell'assenso e la  Apologia pro vita sua. Nemwan giudicò la coscienza un elemento innato e  irriducibile che contraddistingue l'animo umano, caricato anche di un  significato religioso: essa venne definita «un maestro che giudica con  autorità», «rappresentante di Dio nel nostro intimo», «anelito tra il Creatore e  la creatura» nel quale «la voce di Dio parla chiaramente». Nel 1874 fu  pubblicato un pamphlet polemico scritto da William Gladstone (già primo ministro  inglese) in cui venivano presi di mira i documenti del Concilio Vaticano I e in  particolare il dogma dell'infallibilità papale che, secondo Gladstone, decretava  la fine della libertà di coscienza del fedele in quanto esso si estendeva ad  ogni ambito della vita umana. In tale occasione, sollecitato da alcune  personalità inglesi tra cui il cattolico duca di Norfolk, scrisse la Lettera al  duca di Norfolk in cui approfondì il rapporto tra coscienza e autorità  rispondendo alle accuse di Gladstone. In esso, oltre a specificare i limiti  entro il quale andava applicata la definizione dell'infallibilità papale,  sostenne il primato della coscienza (definita «vicario primitivo di Cristo»), se  usata con responsabilità: « Se uno di noi è in grado di dire a se stesso,  come se si trovasse alla presenza di Dio, che non deve agire in conformità di  quanto gli viene comandato dal papa, egli è obbligato a obbedire, e, se  disobbedisse, commetterebbe un peccato [...] Certamente se sarò costretto a  coinvolgere la religione in un brindisi al termine di un pranzo, brinderò al  papa - se vi farà piacere -, ma prima alla coscienza, e poi al papa  »  (dalla Lettera al Duca di Norfolk). Joseph Ratzinger definì Newman «l'uomo  della coscienza».
Fede e  ragione > Altro punto significativo fu la sintesi tra fede e  ragione e l'affermazione della necessità di un dialogo tra il mondo della fede e  quello della scienza, per cui disse:  « Vorrei che l’intelletto si  espandesse con la massima libertà, e che la religione godesse di un’eguale  libertà, ma ciò che io ritengo è che essi dovrebbero collocarsi nel medesimo  posto ed esemplificarsi nelle stesse persone »  (Discorso all'Università di  Dublino). A pochi anni dalla pubblicazione de L'origine delle specie di Charles  Darwin affermò la compatibilità dell'evoluzionismo con la fede cristiana:  «  Non mi sembra filare logicamente che venga [in Darwin] negata la creazione  per il fatto che il Creatore, milioni di anni fa, abbia imposto leggi alla  materia. [...] La teoria del signor Darwin non necessariamente deve essere atea,  che essa sia vera o meno; può semplicemente star suggerendo un’idea più  allargata di Divina Prescienza e Capacità. [...] A prima vista non [vedo] come  “l’evoluzione casuale di esseri organici” sia incoerente con il disegno divino –  È casuale per noi, non per Dio. » (Lettera a J. Walker di Scarborough sulla  teoria dell’evoluzione di Darwin). Tale argomento comprendeva anche la  ragionevolezza dell'atto di fede e quindi del credere (affermata nella sua  Grammatica dell'assenso) ed era anche strettamente connessa al percorso con cui  Newman giunse all'adesione alla Chiesa cattolica (ritenuta la vera Chiesa di  Cristo), sintetizzato nell'epitaffio sulla sua tomba: «Dall'ombra e dai simboli  alla verità». Questo processo di adesione alla verità fu tuttavia per Newman più  di un semplice ragionare con gli strumenti della logica, ma richiese un assenso  completo da parte della persona: « Per me non era la logica a farmi andare  avanti, [...] si ragiona con tutto l'essere, nella sua concretezza » .   
La critica al  liberalismo > Negli ultimi della sua vita si distinse per una  forte critica al fenomeno sempre più crescente del relativismo e del liberalismo  in campo religioso. Nella sua analisi, il rischio del liberalismo consisteva  principalmente nel fatto che esso privi la religione di «verità positiva»,  riducendola invece a «questione di opinioni», a «un sentimento e una preferenza  personale; non un fatto oggettivo o miracoloso». Egli intravedeva in questo  fenomeno forti ripercussioni sociali, spiegando che «poiché dunque la  religione è una caratteristica così personale e una proprietà così privata, si  deve assolutamente ignorarla nei rapporti tra le persone. [...] La religione non  è [più] affatto un collante della società». In questo Newman vedeva  l'origine della crescente secolarizzazione in atto nel Regno Unito, osservando  così il distacco della società e della dimensione pubblica dai valori del  Vangelo e del cristianesimo: « Finora il potere civile è stato cristiano.  Anche in Nazioni separate dalla Chiesa, come nella mia, quand'ero giovane valeva  ancora il detto: "Il cristianesimo è la legge del Paese". Ora questa struttura  civile della società, che è stata creazione del cristianesimo, sta rigettando il  cristianesimo. [...] Finora si pensava che bastasse la religione con le sue  sanzioni soprannaturali ad assicurare alla nostra popolazione la legge e  l'ordine; ora filosofi e politici tendono a risolvere questo problema senza  l'aiuto del cristianesimo. Al posto dell'autorità e dell'insegnamento della  Chiesa, essi sostengono innanzitutto un'educazione totalmente secolarizzata,  intesa a far capire ad ogni individuo che essere ordinato, laborioso e sobrio  torna a suo personale vantaggio » . Newman osservò inoltre che l'origine di  questa «grande apostasia» non era solo da cercare nella diffusione dell'ateismo;  infatti, nell'esperienza anglosassone, tale criterio liberalistico era una  conseguenza diretta del pluralismo delle Chiese e delle sette religiose, che  imponeva l'accantonamento della sfera religiosa dal dibattito pubblico.  Nonostante ciò, egli non mancò di riconoscere al pensiero liberale dei valori  positivi: « non dimentichiamo che nel pensiero liberale c'è molto di buono e  di vero; basta citare, ad esempio, i principi di giustizia, onestà, sobrietà,  autocontrollo, benevolenza che, come ho già notato, sono tra i suoi principi più  proclamati e costituiscono leggi naturali della società. È solo quando ci  accorgiamo che questo bell'elenco di principi è inteso a mettere da parte e  cancellare completamente la religione, che ci troviamo costretti a condannare il  liberalismo. »   
L'ecumenismo > Fu inoltre un ispiratore del  movimento ecumenico[12]: nella sua visione la «via media» doveva essere anche un  ponte di dialogo tra le confessioni cristiane, così come costante fu il  riferimento ai Padri della Chiesa indivisa. In molte occasioni evidenziò i punti  di unione tra l'anglicanesimo e il cattolicesimo - come la cattolicità e  l'apostolicità - e nel suo Tract 90, pubblicato durante il periodo del movimento  di Oxford, tentò di interpretare i Trentanove articoli di religione  dimostrandone la conformità alla dottrina cattolica; anche dopo la conversione  mantenne buoni rapporti con il mondo anglicano.
Riconoscimenti  > L'autore John O'Brien, in un libro intitolato Conversioni  che hanno cambiato il mondo, pone il Newman nella schiera di San Paolo,  Sant'Agostino e Gilbert Keith Chesterton. Papa Giovanni Paolo II annoverò Newman  tra i grandi pensatori che hanno saputo coniugare fede e ragione, in quella che  venne da lui definita una «sintesi eccezionale».
Bibliografia:
Giuseppe Regina, Il cardinale Newman nei suoi scritti, Edizioni Paoline, 1956. IT 1956 8240
Angelo Bottone, Newman e Wittgenstein sulla certezza, Napoli, CUEN, 1998;
Jose Morales, John Henry Newman, la vita, (1801-1890), edizione italiana a cura di Luca Obertello, Milano, Jaca book, 1998;
Luca Obertello, La grammatica dell'assenso di John Henry Newman, Milano, Jaca book, 2000;
Giovanni Velocci, Newman, il coraggio della verità, Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2000;
Lina Callegari, Newman, la fede e le sue ragioni, Milano, Paoline, 2001;
Don Davide Brighi, Assenso reale e scienze profane, il contributo di John Henry Newman ad una rinnovata ragione teologica, Roma, Pontificia universita gregoriana, 2007;
Luca Orbetello, Newman Poeta, Milano, Jaca Book, 2010; ISBN 978-88-16-30488-8

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