Il grande spazio occupato dal complesso conventuale dei Santi Giovanni ancora nell'ottocento si estendeva tra le attuali Via Bacchini e Via Gramsci e che prospettava da una parte su Piazza della Posta, oggi Piazza Pontida, e Strada S. Giovanni ora Piazza Verdi e lato nord di Piazza Matteotti. Gli spazi occupati dal convento sono tuttavia destinati a ridursi; già alla fine dell'ottocento troviamo la grande Piazza del Mercato che in pratica sottrae al convento l'attuale Piazza Matteotti. Nel novecento importanti lavori interessano gli edifici rimasti che, in gran parte, sono rimpiazzati da altre costruzioni. Gli ultimi episodi datano 1937, costruzione dell Casa del Fascio e 1951 costruzione dell'edificio inizialmente adibito a mensa popolare poi a sala civica su Piazza Verdi.
Le demolizioni di questi giorni non hanno interessato parti rilevanti sotto l'aspetto architettonico o storico, ma hanno creato un grande spazio vuoto aperto su Piazza Pontida e su Piazza Verdi mettendo in mostra spezzoni, i soli rimasti, di alcuni porticati che delimitavano il chiostro o i cortili interni del vecchio convento.
Il commento del Sindaco Mario Cantini all'intervento di demolizione in corso è stato il seguente:
"E’ un momento importante, atteso da tempo. La demolizione dell’ex forno ci consentirà di riflettere in modo unitario sul riassetto di tutto l’isolato e delle piazze Verdi e Pontida completando, nei modi più opportuni, il programma di recupero del sistema delle piazze cittadine. In questa riflessione terremo conto dell’imminente avvio del recupero dell’edificio ex San Giovanni e degli alloggi pubblici in esso posti, del bando di alienazione del fabbricato ex liceo, dei progetti già predisposti e autorizzati, e del loro possibile aggiornamento per renderli più rispondenti alle esigenze attuali della città".
Tra le possibili soluzioni che "a caldo" vengono indicate è quella di utilizzare il "grande spazio vuoto" come tale, creando quindi nel centro della città un complesso di piazze direttamente connesse al cui centro troviamo il Palazzo Littorio (poi Casa del Popolo, quindi ex-liceo, etc), monumento isolato. Si ripeterebbe l'errore urbanistico che, in fase di ricostruzione postbellica, ha portato all'isolamento del Duomo e, successivamente, a quello dell'antica Chiesa di San Michele.
Una soluzione da perseguire è invece quella di ricomporre l'unità complessiva dell'isolato. Tenendo presente quello che attualmente è ancora in piedi, cioè alcuni corpi di fabbrica disallineati, difficilmente potrà bastare un "copia-incolla" di qualche progetto in circolazione o un semplice adattamento di qualcosa di già realizzato altrove.
Credo che per la città questa sia un'ottima occasione di "riflessione", come ha detto appunto il Sindaco stesso.
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