Quest’anno abbiamo chiesto al Dottor Ambrogio Ponzi, illustre memoria fidentina, di svelarci qualche curiosità sulla festa di carnevale a Fidenza.
Cosa accadeva a Fidenza nei giorni di Carnevale?
Il Carnevale, borghigiano prima, fidentino poi, ha conosciuto varie stagioni. Quella spontanea popolare dell’inizio del XX secolo, quella dei corsi mascherati con i carri a sfilare nelle vie cittadine a metà del secolo scorso, quella delle mascherate di gruppo, il famoso Carnevale dei Pajòn negli anni successivi. Momento principe era il veglione al teatro Magnani, ma anche questo nel tempo non ha avuto continuità, con periodi prolungati di assenza. In anni molto recenti è ripreso con modalità meno invasive per la salute del teatro stesso, ma ancora una volta è stato sospeso a motivo della sopravvenuta pandemia.
Quali aneddoti curiosi possiamo ricordare?
La documentazione fotografica è decisamente scarsa, ma un paio di episodi possiamo ricordarli: il carnevale del 1904 con la consacrazione di una figura fidentina chiamata il “Dottor Morbi” e la mancata sfilata dei toreri della Carmen nel 1931. Negli anni Venti molto clamore suscitò l’esplosione durante un veglione di carnevale del lampadario del teatro, che creò un effetto pirotecnico straordinario, che sarà poi immortalato in un cartone del pittore Ettore Ponzi, mio padre, ripreso più volte negli avvisi e nelle locandine di eventi carnevaleschi.
Cosa racconta questa foto scattata nel 1904?
Questa preziosa immagine, che ha attraversato un secolo, si deve all’abilità del fotografo Coen e alla intraprendenza della Tipografia Mattioli. Qualora qualche sprovveduto avesse difficoltà ad individuare dove si svolse la scena ed intendesse verificare di persona, non ha altro da fare che recarsi in Piazza Grandi. La massiccia costruzione che si nota sul fondo, oggi non più esistente, altro non era che l’ingresso al macello comunale che si intravede nella foto.
La fotografia mostra un momento di storia patria che celebra, nell’allegria del carnevale, un personaggio storico di notevole caratura chiamato “dottor Mòrbi”.
Così Claretta Ferrarini (scrittrice vernacolista fidentina) lo descrive nelle pagine del DEB (Dizionario Etimologico Borghigiano) con eleganza e precisione:
“Soprannome di un giovane assurto alla cronaca di Borgo, un secolo fa, per aver ingoiato cento uova in un tempo da record.”
La straordinaria impresa gli valse l’appellativo di Mòrbi che, nel dialetto, viene utilizzato nel significato di “morbido, tenero, allegro”.
Mentre quell’episodio del 1931 al quale accennava prima?
Sì, una allegra compagnia si ritrova al Bar Sport e si mette in testa di fare un gran Carnevale. Con la faccia impiastricciata ed improbabili costumi s’improvvisano toreri.
Tutto fila liscio fino al momento che ….
Ma leggiamolo dal resoconto di un testimone, un balilla sveglio ed arguto che ci racconta tutto nella sua approssimativa prosa che verrà ripresa e pubblicata nel Numero Unico (storico “fogliaccio” satirico di Fidenza, in uscita solo il 9 Ottobre, giorno del Patrono San Donnino ) dello stesso anno.
“Era il Mercoledì delle Ceneri ed io fin dall’una ero in piazza per poter ammirare il carro della Carmen coi toreri. La gente era molta, troppa allegria. Ad un tratto vidi parecchi carabinieri attraversare la piazza di corsa e si seppe che andavano ad arrestare tutti quelli del carro. Io, come Balilla, volevo prestare loro aiuto, per guadagnarmi la medaglia, ma avendo la candela al naso, pensai che con tutta probabilità sarei stato arrestato anch’io perché… in maschera. Difatti arrestarono tutti i toreri che avevano solo il viso dipinto. Vicino a me poi fu fermato da 40 militi Vito il mediatore perché troppo rosso in viso. Perdemmo così il corso mascherato di tradizione fidentina. Per fortuna che a rimediarvi in parte vi pensò Ciucelino, che portandosi il proprio figlio in gattabuia si serviva di una elegante pistoiese creando così per suo conto un corteo mascherato originale di nuovo genere. Tutto sommato la carnevalata non mancò. Impressioni sul fatto: io dico che questo si chiama proprio prendere il toro per le corna. Però mi domando se basta esser dipinti per farsi arrestare, cosa attendono a dare l’ergastolo a tutte quelle belle figliole fidentine che sembrano tavolozze?”
Ora possiamo affermare di essere davvero pronti per rinnovare la lunga tradizione del Carnevale di Fidenza!
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