"Ora voi mi chiederete cosa diavolo andavamo a fare sulla Luna, e io ve lo spiego. Andavamo a raccogliere il latte, con un grosso cucchiaio ed un mastello. Il latte lunare era molto denso, come una specie di ricotta".
Così Italo Calvino nei giorni successivi all’allunaggio, quel memorabile 20 luglio 1969.
Allora una fitta schiera di intellettuali italiani, poeti, saggisti e romanzieri cominciò ad innalzare inenarrabili lamenti sulla violazione del nostro satellite, fonte di ispirazione da Virgilio a Leopardi, da Ariosto a Fogazzaro.
Calvino ribadì che nulla era cambiato: anzi, per chi aveva a che fare con la scrittura creativa, la sfida ora era più grande perché, come aveva scritto qualche tempo prima rivolgendosi ad un’apocalittica Anna Maria Ortese “chi ama la luna davvero non si contenta di contemplarla come un’immagine convenzionale, vuole entrare in un rapporto più stretto con lei, vuole vedere di più nella luna, vuole che la luna dica di più”.
Troveremo il latte lunare?
Certamente troveremo della buona musica con le esecuzioni del maestro Andrea Mora e altro.... (MP)
Nessun commento:
Posta un commento