L'augurio di Buona Pasqua di Mons. Vescovo
Pasqua
è il canto della libertà
Pasqua è il
desiderio dello spirito, come un’autenticità di esaudimento della tensione verso
l’infinito, da invocare, da sentire, da sperimentare. In realtà Pasqua è la vera
speranza in questo fradicio mondo. Se non si alzano gli occhi del cuore verso la
direzione giusta, nel punto focale dell’esistenza umana che si attua pienamente
nella Resurrezione di Cristo “profeta potente in parole e in opere” (Lc 13, 19),
come si potrà vivere degnamente il presente?
E’ lui,
il Risorto, che adempie la missione del Padre per essere il redentore del mondo;
lui è colui che soddisfa il più misterioso desiderio di vita infinita, oltre la
siepe precaria e caduca del mondo.
Pasqua
dunque rappresenta il compimento, prima dell’umano e poi del divino, che
scopro in me. In questa prospettiva la Pasqua prende consistenza nell’esperienza
vitale e saporosa, assetata di luce e di speranza, che si misura come
folgorazione assoluta nel povero divenire della vicenda umana.
Alzare lo
sguardo alla vertigine della luce pasquale, significa spalancare l’intelligenza
dell’uomo su nuovi orizzonti di vita, fin dove l’incomprensibile del mistero
umano si fa umilmente comprensibile nella debolezza dell’immaginazione
cristiana.
Cristo è
davvero vivo! E non è un fantasma inventato da una mente fervida o malata. E’
vivo perché avverti di essere colmato dalla sua presenza, non trascrivibile
sulle tabelle della scienza, nel mentre cerchi affannosamente di ritrovare
quella pace interiore che nessuno ti potrebbe donare.
Cristo è
vivo nel malato che spera; è vivo nel cuore trafitto dalla sventura della morte;
è vivo nella prospettiva incerta del futuro; è vivo se ami davvero la tua vita e
la vita dl tuo prossimo; è vivo se apprezzi la bellezza della gente della tua
città e del tuo paese.
Cristo
è vivo se trascorri la vita non chiuso in te stesso, rannicchiato in un gomitolo
di lana vecchia e impolverata, ma se i tuoi occhi guardano l’infinito, e il tuo
orizzonte è là dove la terra lambisce il cielo. Perché Cristo risorge per
qualcosa di grande, che ti apra gli spazi della libertà, della creatività e
dell’amore. Allora mi sento vivo, “e tutto mi sa di miracolo” (S.
Quasimodo).
Pasqua è
la sorpresa. I bambini cercano nell’uovo pasquale non il cioccolato ma la
sorpresa. Qui la sorpresa è scoprire che la Pasqua ci fa vivere molto meglio,
superando le anguste barriere dei consueti e logori stili di vita.
In realtà
Cristo balza su dal sepolcro, con un salto di energia che libera i vincoli di un
luogo oscuro e mortale per essere l’uomo nuovo, il nuovo Adamo, che performa
ogni uomo verso una vita più elevata, più bella, più consolata rispetto ai
drammi dell’esistenza.
Così la
Pasqua stupisce perché spazza via la pesantezza dei giorni, perché purifica dal
peccato, perché offre uno slancio imprevedibile per affrontare le difficoltà e
vincere le tentazioni del ritorno indietro. Che offesa alla Pasqua sarebbe
crogiolarsi in un passato sporco! La Pasqua urge per guardare avanti con fiducia
nella prospettiva di rinnovamento che volge al bene, alla riconciliazione, al
perdono, alla pace.
Questo
è l’“Augurio” più fruttificante per non perdere la speranza, anzi per
osare davvero la più audace speranza che rinnova la faccia della terra, il cuore
dell’uomo, la bellezza dell’anima.
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Santa Pasqua Ambrogio!
RispondiEliminaE a tutti i conoscenti e amici che nella Terra di Borgo ho!
Vent'anni di San Donnino m'han dato ottime e tante amicizie!
Auguri davvero.
Umberto ex sacrista
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