martedì 22 aprile 2014

Malurbanismi di ieri che condizionano il domani - 1° parte


"Tra le manifestazioni muscolari del potere, l'architettura mantiene un primato che non conosce declino. Tiranni, presidenti eletti democraticamente,  facoltosi finanzieri e nuovi satrapi sono ricorsi alla mano dell'architetto per dare corpo a una visione e cristallizzare nel tempo un'idea che evocasse il passato nel presente, che inventasse una tradizione o quantomeno servisse da scenografia per un ideale il più possibile permanente." *
Questa frase introduce una riflessione su quanto è accaduto negli ultimi venti anni qui, in questa nostra città di provincia coi suoi "poteri" locali e con quei poteri "cooperativi" che vi hanno messo le radici creando solidi riferimenti locali. 


Ed ecco l'incombere delle Torri della Stazione in cui l'operazione scenografica è riuscita perfettamente sulla base di un progetto sottoscritto da architetti localmente noti, ma partorito altrove. 

A loro dobbiamo la frase:
"dare corpo a una visione e cristallizzare nel tempo un'idea che evocasse il passato nel presente, che inventasse una tradizione o quantomeno servisse da scenografia per un ideale il più possibile permanente." 

Le Torri rappresentano ora un dato irreversibile dell'immagine della città, ma questo non è tutto. Il sostegno economico che il Comune ha assicurato peserà per altri vent'anni sui conti dell'amministrazione comunale e la città, in tempo di vacche magre, pagherà per chi, in tempo di vacche grasse ha sperperato. 
Le Torri hanno interessato la vasta area che va dall'ex Foro Boario alla stazione ferroviaria, dall'ex giardino Guernica all'incrocio tra via Gramsci e via Cornini Malpeli. Vi troviamo, realizzato, il tunnel passante da via Carducci a via Mazzini, l'ingresso alle autorimesse delle stesse Torri, la nuova piazza dell stazione, in via di completamento, che ha fagocitato una trentina di alberi, il bici parco in costruzione ed altre opere minori.

Ora che tutto questo va lentamente completandosi quel che manca è il conto, si ho detto bene il "conto" o rendiconto, se preferite, deve essere presentato ai cittadini e questi devono pretenderlo, devono ad esempio sapere quanto ci sono costate le opere gratuite dopo tante rinegoziazioni di accordi. 
Sarà la prossima amministrazione a farlo? 
Difficile dirlo ma  i candidati sindaco due parole in questo senso potrebbero spenderle.

Dopo questa digressione contabile vediamo ora alcuni "danni collaterali" del deprecato progetto che va sotto il nome "Torri".
L'operazione ha portato al trasferimento nei nuovi edifici di alcuni uffici comunali con il conseguente deperimento del patrimonio immobiliare comunale che è rimasto vuoto ed ora è destinato alla forzata alienazione (Palazzo Littorio, palazzina bagni pubblici, per restare ai più noti). 
Visto il successo delle aste la futura amministrazione dovrà farsi carico di questo patrimonio in modo nuovo, lo potrà fare solo se chi la guida e chi la sostiene non siano compromessi con le scelte passate. 

Se poi andiamo a vedere quali siano le prospettive future e quali siano i progetti che ancora incombono su questo nostro comune nelle aree residuali dove l'agricoltura è già sparita e il "nuovo" è ancora nei cassetti lo scenario non è certo esaltante.
Varrà la pena di parlarne.

* NOTA
(La citazione iniziale è dal libro di Deyan Sudjic, Architettura e Potere. Come i ricchi e i potenti hanno dato forma al mondo, Editori Laterza).


1 commento:

  1. Che meraviglioso articolone Ambrogio, davvero un peccato che non compaia il nome Ponzi in cima alle liste elettorali, io l'avrei votata di slancio, con lo stesso slancio con cui seguivo le lezioni di arte al liceo

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