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domenica 10 maggio 2015

I novant'anni di un monumento.



Il Monumento ai Caduti di parco delle Rimembranze ha compiuto novant'anni il 25 aprile 2015. Cuore di tutte le commemorazioni cittadine si è presentato all'appuntamento in apparenti buone condizioni anche se bisognoso almeno di una pulitura superficiale come documentano queste recentissime fotografie. Più sotto alcune notizie storiche e artistiche ed un profilo dello scultore Alberto Bazzoni, uomo di queste nostre terre.






25 Aprile 1925: la cerimonia dell'inaugurazione.


La prima pagina del  foglio dedicato all'avvenimento e il manifesto della Giunta Comunale






Il Monumento ai Caduti è opera dello scultore salsese Alberto Bazzoni nato a san Nicomede di Salsomaggiore il 24 marzo 1889. Il poco più che trentenne scultore ottenne l'incarico risultando vincitore del concorso tra 34 artisti. Il monumento, inaugurato da Re Vittorio Emanuele III il 25 aprile del 1925, è a perenne memoria dei Caduti borghigiani nella prima Guerra Mondiale. La composizione è classica, particolarmente curate le quattro figure della vedova, della madre, dell'eroe e del lavoratore.
Qui sotto un profilo artistico di Alberto Bazzoni.

1931, l'arte di Bazzoni. Un «museo» in Stazione Centrale

Il primo giorno di luglio del 1931 viene inaugurata la Stazione Centrale. Dopo venticinque anni il progetto di Ulisse Stacchini diventa realtà. Il 28 aprile del 1906 re Vittorio Emanuele III aveva solennemente posto la prima pietra, poi la guerra, il blocco dei lavori dal 1915 al 1925, la riapertura dei cantieri. 
Milano che non può più aspettare. Il taglio del nastro. Il giorno dell' orgoglio. 
Per i passeggeri meno distratti e frettolosi già il salone della biglietteria riserva delle sorprese: i bassorilievi e le sculture di Alberto Bazzoni. 
Nel salone si percepisce subito il senso della grandiosità, lo stile che ricalca le grandi tradizioni dei Maestri del Rinascimento, la passione per l' arte. Bazzoni è nato a San Nicomede di Salsomaggiore, in provincia di Parma, nel 1889. 
Nel 1926 si trasferisce a Milano. Può già vantare un lunghissimo elenco di premi, di mostre, di statue, di monumenti quando espone al Palazzo della Permanente e quando, nel 1928, partecipa alla realizzazione del monumento ai caduti di Milano. 
Il ministro della Pubblica Istruzione gli assegna il prestigioso incarico: le decorazioni scultoree della nuova Stazione Centrale. «Uno scultore che vive in perfetta clausura, schivo della notorietà che si pasce di parole - scriverà il critico Mario Gastaldi in quel 1931 - lontano da ogni gruppo, artista serio e innamorato della sua arte». 
Nel salone della biglietteria spuntano «Enea che varca il lido italiano», «La fondazione di Roma», «Il ratto delle Sabine» e, ancora, «Il trionfo di Giulio Cesare», «Ottaviano Augusto in Senato» e «L' apoteosi di Roma». 
Le figure e i volti appartengono alla vita quotidiana di Bazzoni: il viso della moglie appena scomparsa, quello dei figlioletti e Ottaviano Augusto che ha il volto di Ulisse Stacchini. 
«Può andare orgoglioso d' aver consegnato alla posterità questo saggio della sua arte d' oggi, non statica ma in cammino verso nuove mete», sottolinea ancora il critico. 
Alberto Bazzoni si regalerà una vita vagabonda: si trasferirà a Parigi nel 1936, poi rientrerà in Italia e di nuovo tornerà in Francia sino al 1950 per poi stabilirsi a Milano dove, il 23 settembre del 1973, uscirà di scena. 
I viaggiatori meno frettolosi e distratti possono fargli un regalo: guardarsi attorno, con il biglietto in mano. 
Tettamanti Franco

4 commenti:

  1. Quelli che ho trovato nauseanti e stomachevoli sono i due proclami dell'epoca, zeppi e strabordanti di retorica patriottarda, dove Re Sciabioletta è definito, come da sempre, "Il Re Soldato" e i poveracci mandati al macello da generali inetti ed incompetenti come "i nostri eroi". Ci mettiamo anche le migliaia di innocenti fatti fucilare da Cadorna con il metodo delle decimazioni?

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  2. Grazie Ambrogio, ancora una volta!
    Posso chiedere cosa c'è di vero nella storia che mi hanno raccontato, diverso tempo fa, del monumento (per me proprio un monumento!) smontato per essere fuso, insieme al metallo delle cancellate delle case che venivano requisite, per fare cannoni, messo sul treno per essere trasportato a destinazione e visto da Mussolini in persona che ritenutolo troppo bello l'ha fatto ritornare indietro e rimontare? Grazie.

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    1. La leggenda/storia di Mussolini non la conosco. E' vero invece che il monumento fu recuperato da influenti fidentini e ricomposto. Altri dettagli li conosce mio fratello, me li farò ridire. Tra le cancellate rimosse e fuse quella del Caffè Balilla spezzoni metallici di pochi cm sono tuttora visibili.

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