venerdì 8 gennaio 2016

"Ricordo di Don Amos", un pensiero di Mirella Capretti

A Don Amos nel secondo anniversario della morte.

Il ricordo di Don Amos è spesso presente nei pensieri dei miei giorni e in alcune circostanze la sua assenza si fa più viva. Come nell'anno appena finito, quando è giunto inaspettato il dono di un Giubileo straordinario e ancora più inaspettata e straordinaria è avvenuta l’apertura della Porta Santa anche nel Duomo di Fidenza! 
Emozione e gioia per essere lì. Tantissimi i fedeli, presenti tutti i sacerdoti della Diocesi. 
Nel posto in piedi guadagnato a fatica dietro al pilastro della navata destra, pur prestando attenzione alle belle e ospitali parole del nostro Vescovo, la mente vagava, perché ogni luogo ha una sua memoria… 
Inconsciamente ho sentito una mancanza: quella della figura esile di un prete umile e schivo che ho visto rare volte salire in corteo sull'altare maggiore, per concelebrare, nelle feste solenni della Chiesa fidentina. 
Don Amos amava rimanere nel suo confessionale, quasi nascosto, fatto piccolo piccolo, per poi emergere con un sorriso se qualcuno si avvicinava, pronto a trovare la parola giusta per sdrammatizzare qualche pena. Accoglieva, per come l’ho conosciuto io, con quella misericordia di cui abbiamo tanto bisogno, oggi molto decantata, raccolta dalla bocca di papa Francesco.
La chiesa di Bastelli addobbata
per la festa di S. Anna - 2009 
La sua, è stata una vita sofferta, sia nelle parrocchie piccole e più isolate, a valorizzare quel che c’era riversandovi tutto se stesso, e anche a dir Messa con i banchi vuoti; sia in famiglia, con drammi che l’hanno segnato nel profondo. 
Era fiero di essere nato a Roncole Verdi, come il grande musicista che ammirava e studiava, dove gli sarebbe piaciuto fare il parroco. La musica era per lui balsamo celeste. Ho nostalgia delle sue dotte lezioni all’UNI3 con sottofondo musicale, come di una sua lettura della facciata della Cattedrale di San Donnino di tanti anni fa, con interpretazioni personali e persuasive, diverse dall'intendere comune. 
Ad esempio riguardo ai (pellegrini) giusti con la veste nuova accompagnati in Paradiso dall'angelo Gabriele e ai (pellegrini) penitenti accompagnati dall'angelo col bordone nel cammino terreno … e non i ricchi e i poveri. Oppure sull'emergere delle colonne nei portali strombati da sinistra a destra; o sulla comparazione delle fonti epigrafiche (iscrizioni) e paleografiche (caratteri delle lettere) con le opere antelamiche di Parma, per contrastare chi affermava il contrario; o sulle motivazioni del mancato completamento di questa come di altre cattedrali verso il 1260 …
Grande fu, infatti, la sua passione per l’arte e la storia di Fidenza cui ha dedicato scritti e scritti. Per problemi uditivi aveva dovuto lasciare l’insegnamento del greco e del latino al Liceo, in Seminario, dove aveva recuperato migliaia di volumi dell’antica biblioteca semidistrutta nell'ultima guerra. 

Diplomatosi archivista, e si è buttato a capo fitto nell'Archivio della Curia Vescovile, pure smembrato, e con grande entusiasmo l’ha ricomposto. È apparsa naturale, quindi, la sua generosità a far restaurare le preziose carte antiche, a sue spese, a Firenze, dove si recava con la sua "bianchina". In quel periodo lavorava come prete operaio in una piccola fabbrica di adesivi e vernici. Tanto fu il suo l’impegno e pure la sua determinazione per realizzare il Museo del Duomo, culminato nel viaggio a Roma per ricevere le sovvenzioni. Era orgoglioso della sua creatura, anche se poi gli avevano tolto le chiavi.
Io non sapevo della sua disponibilità a ospitare e aiutare, assecondandone le esigenze, anche per anni, nella sua casa, una pittrice inglese, uno studente tedesco, una studiosa giapponese, due persone bosniache, o pellegrini francesi e di altre nazionalità, di passaggio, senza chiedere nulla in cambio; oltre a soccorrere persone e famiglie italiane in difficoltà economiche e coadiuvare studenti nelle loro tesi di laurea, o studiosi a emergere, indagando con essi i preziosi documenti conservati. 

Niente di quello che scopriva andava perduto, ma spesso era tenuto poco in considerazione, e magari col tempo sfruttato da altri in contesti diversi. Il Comune di Fidenza gli ha conferito la cittadinanza onoraria, importante e gradito riconoscimento per tutto l’affetto dedicato alla sua città, quando era già molto malato. Anche in quell'occasione ha lodato più altri che se stesso. Nemmeno un prete era presente alla cerimonia.
Qui vorrei ricordare il suo amore per la poesia che in anni lontani l’ha portato a ricevere una segnalazione speciale nel 3° Concorso Nazionale di Poesia Religiosa 1971 a Taranto, con la poesia “Il sacerdote”; e un premio con medaglia d’argento in Campidoglio a Roma, al 4° Concorso Internazionale “Città Eterna 1971”, nel marzo 1972.


La poesia aveva per titolo “Pagina cara” e venne pubblicata con altre nel libro ormai introvabile “Contro il lido del tempo”. Del premio, rimane la grande pergamena rettangolare, fuoruscita da un cassetto. Quando lo portò a casa dalla capitale, la sua mamma ne fu particolarmente contenta, anche se mancava la medaglia regalata certo a qualcuno. La sua generosità, infatti, è sempre stata grande, donava quello che aveva ai bisognosi: vestiti e scarpe - curava poco, infatti, il suo vestiario - e per risparmiare, mangiava poco e in inverno teneva spento il riscaldamento.
Appena divenuto sacerdote, con i tanti sacrifici della sorella minore Roberta che ha lavorato fin da piccola per farlo studiare, la sua mamma (tra privazioni e problemi famigliari, facendo lavori extra e vendendo le pelli conciate dei conigli), gli aveva preso due maglie nuove, di quelle di lana filata fine, non di lana grezza come si usava in campagna, perché potesse andare vestito bene. In quel periodo era curato a Roncole, e lì giunse da Parma a dir Messa Don Dagnini in cerca di aiuti per gli sfollati della guerra che avevano perso tutto. Lui trovò naturale privarsi delle sue maglie e allo sconcerto della madre asserì contento di averle donate ai poveri. 
Quella volta, il grande amore materno, si concretò in due solenni ceffoni che con la frase gridata: “Non hai testa…I poveri siamo noi!”, siglarono il momento. 
Di soldi non ce n’erano veramente. Non imparò la lezione…
A questo sacerdote, spesso incompreso - a volte anche da parte mia - e poco apprezzato, che non si lamentava mai, ma copriva i dispiaceri con un sorriso e in cuor suo offriva tutto alla Madonna, il mio piccolo omaggio. 
A due anni dalla morte, rendo nota qui la pergamena e la poesia. E ringrazio di cuore la sorella per avermi concesso di pubblicarla.

Pagina cara,
foglia viva
del mio pensiero.

Campo di neve
ove l’idea sola
affonda nell'orma
che nessun vento
di tempo cancellerà.

Ala di sogni senza peso
per i rami inospitali
delle fredde cose.

Fragile specchio
dei segreti desideri
del cuore.

Sei l’ultima immagine
della mia vita,
abbagliata
dal tuo eterno candore”.

“Pagina cara” è un inno rispettoso alla pagina bianca, spazio infinito e libero su cui scrivere la vita e affidare i sogni. Può sembrare piccola cosa, ma è delle persone grandi fermarsi per fissare un’emozione.
                                                                                        Mirella Capretti 
Fidenza 02 01 2016

1 commento:

  1. Ognuno di noi, che abbia avuto a che fare con Don Amos, avrebbe tanto da raccontare di Lui, del suo rapporto con Fidenza, con la poesia, con il dialetto, ma non sarebbe sufficiente un intero libro.

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