Sullo schermo la famiglia del duca di Parma Filippo di Borbone ritratta nella reggia di Colorno, Galleria Nazionale di Parma. 1756. |
“DON PIETRO ANTONIO MARIA ZANI FIDENTINO”
Gli studenti delle classi 3^ e 4^A Liceo Scientifico S. A. scoprono un grande conterraneo |
Il 13 Marzo scorso, la docente di Storia dell'Arte (ora in
quiescenza) ha catturato l'attenzione degli studenti dissertando, in modo
appassionato e coinvolgente, su una
figura d'eccezione: l'abate Pietro Zani (Borgo San Donnino, 4 Settembre 1748 – Borgo San Donnino, 12 Agosto 1821), poeta, scrittore e critico d'arte, incisore, autore
dell’ “ENCICLOPEDÌA METODICA CRITICO-RAGIONATA DELLE BELLE ARTI”.
Curatrice, in anni passati, di due mostre didattiche sul
personaggio nella Scuola Media Statale fidentina a lui dedicata dopo l’unione
delle due scuole medie esistenti, ha anche proposto e realizzato, con la
partecipazione del Comune di Fidenza e l’associazione “Le vie del sale”, i tre
Convegni “L’abate Zani e il suo tempo”, collaborando alla pubblicazione dei tre
volumi in tema della studiosa Angela Leandri e all’allestimento della mostra
“Zani e Parmigianino” nel locale Museo del Risorgimento.
Con
il Preside Paolo Mesolella di Caserta, titolare per un anno alla Media “Zani”,
ha scritto, in seguito, una ricerca a quattro mani sull’Abate fidentino. A
distanza di sei anni, Mirella Capretti presenta la seconda edizione del volume
di cui ha curato la revisione e l’ampliamento dopo il trasferimento del Preside
nella sua terra d’origine.
Partendo, dunque, da questa sua fatica, approfondita, sfaccettata e
corredata da bellissime immagini, ha mostrato agli studenti, nel contesto più
che mai opportuno della biblioteca, varie slides, percorrendo la vita di Pietro
Zani, personaggio di rilevante importanza nel panorama culturale europeo.
Attraverso alcuni ritratti, lettere e
documenti, ne ha presentato i momenti più significativi,
gli artisti conosciuti (tra cui Canova) ed anche, essendo l'Abate nato e
vissuto povero, gli aiuti da parte di mecenati aristocratici, persino reali e
papi tra i più famosi dell'epoca: Enrichetta D’Este (vedova Farnese, presso la
quale Zani rimase a servizio vent'anni nella rocca di Borgo), Don Ferdinando di
Borbone, l’Imperatore Francesco II, Napoleone (che gli diede 400 scudi per
andare a Parigi), Maria Luigia d'Austria, Pio VI e Pio VII. Una dimensione locale, ma anche europea ante litteram,
un amore mai venuto meno per la cultura e l'Arte, che gli ha fatto superare una
precoce sordità e la mancanza di studi specifici al motto di “Constantia ed
Labor”.
L’Abate girò, a
piedi, l'Europa, studiò e si documentò, presso importanti raccolte d’Arte, in
particolare sull’incisione, allora in gran voga, di cui era considerato, da
molti, il più grande esperto, e concepì, con i consigli e gli aiuti degli studiosi del tempo,
un'opera monumentale, alla quale lavorò, dedicando tutto se stesso, per ben
trentacinque anni, ma senza riuscire a vederla compiuta. Solo dal 1817 al 1824
(anni dopo l'uscita dell’Encyclopédie francese di Diderot e
D’Alembert) verranno
pubblicati, a Parma, con
i caratteri di Bodoni e la sovvenzione di Maria Luigia, ventotto volumi su un centinaio, con l’elenco di
circa quarantamila artisti ed una sezione dedicata all'incisione su rame, di
cui Zani addebita la paternità all'Italia. L'opera, in Europa da molti attesa
per la fama dell’autore, fu accolta, anche se incompleta, con grande
considerazione ed è presente, oggi, in biblioteche europee ed americane.
La lectio della prof.ssa
Capretti ha toccato aspetti multidisciplinari dei curricola scolastici, pertanto
gli studenti hanno potuto agevolmente contestualizzare la figura dell'Abate
Zani.
L'Istituto è grato alla
docente per questo intervento e per la donazione di una copia del suo saggio.
Beatrice
Rebecchi, docente di Lettere
Sullo schermo ritratto, litografia di J. Duchesne dal libro Essai sur les nielles... del 1826 edito a Parigi |
Sullo schermo ritratto, xilografia (intaglio su legno) di anonimo parmense, in Biblioteca Palatina a Parma. |
Particolare della supplica dell'Abate al papa Pio VI per poter leggere i libri proibiti, in particolare l'Encyclopédie di Diderot e D'Alembert. 1780. |
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