"Santopalato", la mostra allestita dai ragazzi di Jamais Vu "in una location d'eccezione", vale a dire nei locali a piano terra, lato Piazza Verdi, dell'ex Liceo Classico, ex Palazzo Littorio ed ex Casa del Popolo, è aperta tutta questa settimana animata da altre occasioni d'incontro.
Ci soffermiamo ora su un aspetto dell'esposizione che poi è un volo fotografico ed un accenno storico sul Palazzo stesso. Le foto, che datano 1937, sono uscite dalla fototeca del Comune e, in originale, esposte. Alcune piante progettuali dell'edificio sovrapposte a quelle del vecchio convento dei SS. Giovanni sono emerse da polveroso archivio, riprodotte e parimenti esposte.
E così viene data voce al palazzo abbandonato che chiede di essere di nuovo adottato dalla comunità fidentina forte della sua posizione centrale nel contesto urbanistico cittadino e fiducioso della capacità progettuale che i fidentini non dovrebbero aver completamente smarrito.
Un
po' di storia
L'imponente edificio che prospetta sui giardini pubblici
dell’attuale Piazza Matteotti è il primo stralcio di un ambizioso progetto denominato
"Casa Littoria" presentato nel 1936, a firma degli ingegneri
Spreafichi e Sisto Della Rosa.
Ex Convento |
Per carenza di fondi vennero realizzati solamente il Palazzo
della Rivoluzione destinato a “Casa del Fascio” (1937) e il forno comunale
(1938), di conseguenza le demolizioni interessarono solo una parte del complesso
SS. Giovanni.
La “Casa del Fascio” nell’immediato dopoguerra divenne “Casa
del popolo", per essere poi, a partire dal 1968, destinata al Liceo
Classico e Scientifico "G. D'Annunzio" mentre alcuni uffici
occupavano parte dei locali al piano terra. I locali, completamente dismessi, sono
dal 2000 inutilizzati, ma l’immobile è tuttora in buone condizioni di conservazione.
L’edificio costituisce bene culturale ed è stato dichiarato
di interesse storico artistico con Decreto del 04/03/2010.
Da anni figura tra i beni comunali alienabili, sono state
indette più gare per la cessione al miglior offerente andate deserte e la base
d'asta è rapidamente scesa a poco più del cinquanta percento del valore
iniziale.
Per poco più di un lustro la Casa Littoria di Fidenza fu
emblema incrollabile del fascismo locale.
La sua costruzione fu apertamente criticata da un fidentino
illustre, Luigi Bormioli, “personaggio scomodo”, testimone attento, ed
inascoltato, delle vicende forse più tormentate di Fidenza. Il progetto parve
subito a Bormioli mal concepito ed eccessivamente dispendioso: per questo, in
collaborazione con un architetto milanese, elaborò e presentò due progetti
alternativi, ricevendo, come risposta, la minaccia di invio al confino.
Il Palazzo fu solennemente inaugurato nel novembre 1937 come
ci dice il settimanale diocesano Il Risveglio: “Mentre il giornale sta per
uscire, nella data fatidica per la Patria nostra — il 4 Novembre — in Fidenza
avrà luogo la solenne inaugurazione di numerose opere pubbliche, fra cui in
prima linea, quella della Casa della Rivoluzione. Sarà presente S. E. il
Prefetto della Provincia e con lui il Segretario Federale e le maggiori
gerarchie parmensi. Saranno pur presenti tutti i fascisti della zona che
converranno nel centro. Dell'avvenimento non mancheremo di dare relazione nel
prossimo numero.”
Possiamo ora dedicare qualche riga ad alcune curiosità.
·
Il
21 settembre 1942 furono aperti al pubblico presso il locale Fascio Femminile
(Casa Littoria) Consultori Pediatrico ed Ostetrico. Le assistenze e le cure
erano gratuite per “le persone iscritte nell’elenco dei poveri nonché per le
indigenti che appartengano a famiglie numerose ed a famiglie di combattenti”.
·
Nel
maggio 1943 il camerata Tito Mattioli lascia la carica di podestà, tenuta per
sette anni. Numerose le opere durante la sua amministrazione tra le quali
appunto la Casa del Fascio, ma anche la Piscina Dux, la sistemazione in asfalto
di strade centrali e periferiche, l’acquedotto con nuove sorgenti di
alimentazione e la sistemazione del Cimitero Urbano.
·
Sempre
nel maggio 1943 la celebrazione della Giornata dell’Impero nel Salone delle
adunanze della Casa del Fascio.
·
Il
25 luglio 1943 l'effigie del Duce che si trovava nel salone principale arredato
con mobili in stile d'epoca verrà rimossa. Amos Aimi ed Aldo Copelli nel volume
"Fidenza nella Resistenza" raccontano: "Ci furono a Fidenza,
come in tutta la provincia, manifestazioni di giubilo. Si inneggia al re, a
Badoglio, artefici della "liquidazione". Non ci furono incidenti
particolari, ma tutto si ridusse alla distruzione degli emblemi del partito
nella Federazione e nelle varie sedi. A Fidenza, nella casa del Fascio, è
addirittura un ex segretario fascista a staccare un'ampia foto del Duce e a
mandarla in frantumi, calpestandola. Gesto emblematico."
·
Ripresa
la sua centralità fascista il palazzo vedrà momenti drammatici consumarsi tra
le sue mura. Un ricordo a lieto fine è quello di Franco Plizza, allora
giovanissimo. Sorpreso senza documenti rischiò la deportazione, a nulla valsero
le sue argomentazioni, servì invece il tam tam cittadino che, arrivato alle
orecchie giuste, consentì il pronto intervento di un fascista illuminato che
cambiò la deportazione in un calcio nel sedere. Gli andò bene.
Questa per sommi capi e con qualche divagazione la storia
remota del Palazzo prima della sua conversione in Casa del Popolo.
Notevole la raccolta fotografica conservata dal Comune di
Fidenza che mostra in dieci tavole dello studio fotografico Coen l’interno del
palazzo appena arredato ed in attesa di inaugurazione ufficiale.
A.P
4 maggio 2017
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