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sabato 18 gennaio 2020

Le "Tre proposte" di Alessia



GLI ANZIANI SONO UNA RISORSA.
COME PASSARE DAI PENSIERINI ALL'AZIONE
“Occhio ai numeri, sono persone: fra 15 anni il 28% della popolazione dell’Emilia-Romagna avrà più di 65 anni, nel 2050 gli anziani over 65 saranno il 35%. Se davvero crediamo che i nostri nonni e bisnonni possano essere considerati una risorsa per le Comunità e per le loro famiglie, questi dati consentono due strade: continuare a sfornare pensierini senza fare nulla, aspettando che esploda un problema sociale enorme, perché non ci saranno soldi per tutti. Oppure lanciare come Emilia-Romagna un’operazione di welfare così coraggiosa da fare scuola in Europa. Io ci credo perché la nostra Regione ha già fatto cose straordinarie per gli anziani. È stata la prima in Italia a parlare di domiciliarità, termine tecnico che significa permettere agli anziani di ricevere cure e servizi a casa, senza strapparli alle loro famiglie e ai paesi in cui sono spesso nati, cresciuti e in cui vivono”.
Così Alessia Frangipane, candidata nella lista Civica Bonaccini Presidente presenta #propostanumero2:
“Facciamo insieme due conti. La domanda è: con più anziani da gestire quanto a lungo riusciremo a garantire servizi di qualità senza innovare il sistema? Calcolatrice alla mano, già oggi un anziano in una struttura residenziale costa più di 30.000 euro all’anno. Rispondere con un modello classico al boom di anziani che sta per arrivare comporterebbe l’esplosione dei servizi e il default dei conti pubblici”.
La rivoluzione possibile, però, c’è ed è fatta da una miscela di azioni.
1) La prima azione si chiama cohousing. In sostanza: le persone anziane vengono incentivate a vivere insieme in case dove il proprio spazio privato e personale non si perde a discapito dello spazio comune ma esistono spazi condivisi che consentono una vita di relazioni sociali più viva per contrastare la solitudine che inesorabilmente ci accompagna invecchiando.
Scelta quindi che fa bene alle relazioni sociali e al contempo abbatte i costi di gestione dei servizi (come l’assistenza domiciliare infermieristica, la consegna dei pasti, perfino l’organizzazione di attività ricreative e di animazione). È un grande cambio di mentalità, una sfida anche urbanistica, di edilizia, ma questa è la strada per stare davvero vicini agli anziani e alle loro famiglie.

2) La seconda azione si chiama replicare su larga scala i progetti vincenti: portiamo in tutta la regione quello che ha fatto l’Asp di Fidenza, ovvero uno sportello badanti che ha favorito l’incontro tra le famiglie che chiedono assistenza per i loro cari e figure formate con tutti i documenti in regola. Per avere professionisti veri e abbattere il lavoro nero. Oppure replichiamo, con la regia della Regione, l’esperienza delle badanti di condominio che da Bologna a Torino stanno andando molto bene. Certo, servirebbe anche uno Stato intenzionato a rendere interamente deducibili le spese sostenute dalle famiglie per badanti e colf. Ma non ho dubbi che il Presidente Stefano Bonaccini schiererà l’Emilia-Romagna in una marcatura a uomo il Governo anche su questo punto.

3) La terza azione si chiama ascoltare i territori e le famiglie. Ad esempio, affrontano frequentemente il tema di anziani sottoposti a interventi ospedalieri e del loro rientro a casa tra mille difficoltà gestionali. Oppure ci sono anziani e persone sole che dopo le dimissioni dall'ospedale non sanno come affrontare un percorso di recupero. Serve un paracadute per queste persone, un luogo sicuro e accogliente in cui rimettersi in sesto prima del rientro a casa. Si chiamano cure intermedie e a Fidenza abbiamo creato nuovi posti con un metodo, anche questo, replicabile: un protocollo che ha unito Ausl, Asp e alcun Medici di medicina generale del Distretto.

Tre proposte per agire, ora. 
Tre proposte per lavorare tutti insieme. 
La destra, la sinistra, il centro, il sopra e il sotto. Astenersi perditempo.
Alessia Frangipane

4 commenti:

  1. Alessia, ti scongiuro, ricordati anche di me! Iddio ti ricompenserà 70 volte 7!

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  2. Giusto, astenersi perditempo.

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  3. Perchè non usare l'italiano "coabitazione"o "abitare insieme, vicini"? Anche questo sarebbe un mezzo efficace per avvicinarsi alle persone in difficoltà.

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  4. Concordo con Marisa. Perché usare parole straniere, quando la nostra lingua esprime esattamente lo stesso pensiero? Non sarebbe più inclusivo? Non tutti capiscono il significato dei termini stranieri, quindi che senso ha usarli?

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