Lunedì 10 febbraio, la cerimonia nella ricorrenza del giorno dedicato alla memoria delle vittime
delle foibe
L’impegno a non dimenticare e a comprendere per non ripetere
gli errori del passato è il messaggio lanciato con forza questa mattina nel
corso della cerimonia di deposizione della corona in memoria delle vittime
delle “Foibe” alla presenza dei rappresentanti delle Autorità cittadine, delle
Forze dell'Ordine e delle Associazioni.
Ad aprire la
cerimonia è stato Ambrogio Ponzi dell'Associazione Nazionale Combattenti e
Reduci, il quale ha sottolineato come “il Giorno del Ricordo sia stato
istituito per ricordare tutte le vittime dell'esodo dei fiumani, istriani e
dalmati dalle loro terre. Occorre insistere nell'onorare la storia dei fatti e
non le interpretazioni, perché solo la verità rende davvero forte la libertà”.
“Ringrazio tutti i rappresentanti delle
Istituzioni per la partecipazione a questa piccola ma importante cerimonia – ha
aggiunto il sindaco di Fidenza Davide Malvisi -. Oggi siamo qui per ricordare
l'imperdonabile orrore costituito dalle foibe, e con esso l'odissea dell'esodo,
seguito dal dolore e dalla fatica di ricostruirsi una vita nell'Italia tornata
libera e indipendente ma mutilata nella sua regione orientale. A tutto questo
si aggiunse la volontà di tacere e negare ciò che era avvenuto per ragioni di
convenienza politica che davvero rendono terribile tutta questa vicenda. Oggi
che l'odio e la sopraffazione tornano ad affacciarsi prepotentemente tutto
intorno a noi ecco che esercitare il dovere del ricordo può offrire una lezione
a tutti coloro che operano per dividere. Che si parli di popoli, di etnie o di
vicini di casa il discorso non cambia: chi divide, chi fomenta l'odio, chi
pensa che esista un “noi” e un “loro” si porrà sempre dalla parte sbagliata
della storia. Questa è la più grande lezione che possiamo trarre da questa
giornata e da quella analoga che ricorda un altro orrore indicibile: quello
dell'Olocausto”.
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Venti anni fa veniva approvata la legge 92/2004 che istituiva il Giorno del Ricordo il 10 febbraio di ogni anno, al fine di non dimenticare tutte le vittime delle foibe, dell'esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre. Sia la strage di Porzus che le foibe sono state riconosciute dopo tanti, troppi anni, finalmente ponendo fine alla vile negazione di quelle vittime, per pura mistificazione politica, della ideologia comunista. La data prescelta è il giorno in cui, nel 1947, furono firmati i trattati di pace di Parigi, che assegnavano alla Jugoslavia l'Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell’Italia.
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Per coloro che per anni, sparsi in varie zone italiane, quasi timorosi di rivelare la loro provenienza da quelle terre che le loro famiglie con una scelta dolorosa, ma coraggiosa, decisero di lasciare dopo la guerra, buono e giusto è ora, seppur con il ritardo di decenni, ricordare e farne conoscere una storia che si voleva fosse dimenticata.
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