Concari Cirillo |
Concari Cirillo ed il fratello Arturo ricordati nel monumento ai caduti di Fidenza |
Il Giorno dell'Unità nazionale e Giornata delle Forze Armate cade il 4 novembre, in ricordo del 4 novembre 1918, celebrandosi l'anniversario della fine della prima guerra mondiale per l'Italia, la festa delle Forze Armate italiane e la festa dell'Unità nazionale. Il 4 novembre è stata l'unica festa nazionale che, istituita nel 1919, abbia attraversato le età dell'Italia liberale, fascista e repubblicana. Fino al 1977 è stata un giorno festivo a tutti gli effetti. Da quell'anno in poi, a causa di una riforma del calendario delle festività nazionali introdotta per ragioni economiche con lo scopo di aumentare il numero di giorni lavorativi, è stata resa "festa mobile" che cadeva nella prima domenica di novembre. Nel corso degli anni '80 e '90 la sua importanza nel novero delle festività nazionali è andata declinando, ma recentemente (in corrispondenza con la Presidenza della Repubblica di Carlo Azeglio Ciampi) è tornata a celebrazioni ampie e diffuse.
Tutti i caduti di questa guerra, dimenticata da Dio e dagli uomini, uscita dalla memoria storica, combatterono, su tutti i fronti, per motivazioni insulse, inventate da imperatori medioevali, ferocemente mandati al macello da una classe insulsa di generali, decrepiti,ed arroganti, rimasti ancorati alle tattiche ed alle strategie napoleoniche, consistenti nel mandare a combattere masse enormi di carne da cannone, sotto il fuoco delle mitraglie e ingarbugliati nei fili spinati, dopo averli tenuti a marcire nelle trincee. Intanto, gli infamoni, ricoperti di divise caldel e pulite, se ne stavano nelle retrovie più lontane, a disegnare sulle mappe attacchi e contrartacchi, assolutamente indifferenti ai massacri che la loro imperizia avrebbe causato. Quegli strateghi da strapazzo, dediti alle decimazioni, avrebbero dovuto essere fucilati loro, tutti, dal Re Guerriero nostrano a Cadorna e da tuti gli altri colleghi stragisti, dell' Intesa e della Triplice Alleanza. Come al solito, noi fummo inviati al fronte con armi obsolete, senza munizioni da bocca e da armi da fuoco, con divise di carta velina; tanto, chi veniva fatto a pezzi erano soprattutto contadini, operai e poveracci. Altro che medaglie ipocrite al valor militare, Milite Ignoto. monumenti ai caduti! Le uniche guerre giustificabili sono quelle difensive, la Grande Guerra fu un attacco non richiesto e non ncessario. Bisogna, perlomeno, vedere Uomini contro e leggere Un anno sull'altopiano.
RispondiEliminaAlla fine degli anni ottanta, in una delle mie trasmissioni radiofoniche, intervistai in diretta, l'ultimo Cavaliere di Vittorio Veneto della nostra zona. Emozionata io, emozionato lui, ne sortì un evento straordinario, denso di storia, intrisa di forti turbamenti. Al termine, durante le telefonate in diretta degli ascoltatori, la solita piccola, esigua, pauperrima persona: "Claretta, non aveva niente di meglio da offrirci oggi?" Trovai il coraggio di rispondere: "Ad offrirle il meglio, adatto a lei, ci sono decine di altre emittenti private. Basta spostare, di poco, la manopola dell'apparecchio radio.
RispondiEliminaEra dicembre del 1977 e mio nonno Meletti Albino, classe 1887, concluse la sua esistenza terrena carica di salute e lavoro, alla veneranda età di 90 anni, con la parentesi dell'avventura del fronte nella guerra 1915-1918. Quante volte ci raccontò le sue vicende, quante volte di disse di una camicia indossata per quattro mesi senza mai poterla lavare, quante volte sembrava giunta la fine in quelle trincee faticosamente scavate ed enormemente umide, e invece......, beh, la storia la conosciamo tutti.
RispondiEliminaSappiamo bene quanto siano zelanti i nostri parlamentari, nei primi anni '70 qualcuno di loro ebbe l'idea di eliminare le feste infrasettimananli, venne tolta l'Epifania, il 19 marzo, il Chorpus Domini, il 25 aprile, l'Ascensione, il 2 giugno, Ognissanti, il 4 novembre ed anche l'8 dicembre, venne praticamente stravolto il calendario, mantenendo solo il 1° maggio, Natale e Ferragosto. Il bello è che piano piano, una dopo l'altra, queste feste sono state reinserite quasi tutte. Mai dispetto fu più grande per mio nonno del togliere il 4 novembre e la celebrazione di quel momento di gloria del nostro paese, l'ultimo che c'era stato perchè i fatti successi dopo furono tutti vergognosi, di qualunque parte fossero (partigiani o fascisti, che tanto gli uni come gli altri non erano tutti brava gente, anche se non erano tutti delinquenti). Fu il momento in cui il territorio italiano ebbe la massima estensione, in cui il nostro paese godeva della massima considerazione dopo aver ricacciato gli odiati "tugnèn" e liberato tutti i nostri territori. Questo costò vite umane in quantità industriale ed enormi sacrifici dei sopravvissuti, che si videro sminuire quelle loro gesta con la cancellazione e relativo "parcheggio" nella domenica più vicina, o più comoda, come succede quest'anno, quella Festa della Vittoria che meritava di essere assolutamente mantenuta e ricordata . Mio nonno è morto con l'onta di aver visto dimenticare parzialmente il sacrificio regalato alla patria, che lo ha preso in giro, come tutti, dandogli quella "burla" o assurdo "contentino" del cavalierato di Vittorio Veneto, che la stragrande maggioranza mai ha potuto ritirare, sia ben chiaro: solo il cavalierato, mai alla loro pensione fu aggiunto il becco d'un quattrino a remunerare, anche solo simbolicamente, quelle loro gesta che ci hanno portato onore e gloria. Ancora oggi mio nonno e tutti i suoi commilitoni al fronte, sia quelli tornati che quelli caduti, si stanno rigirando nella tomba per questa gravisima offesa nei loro confronti. Grazie nonno a te e a tutti quelli che erano con te, vergogna a coloro che, chissè in nome di quale stupida ragione, ne hanno voluto cancellare, anche solo parzialmente, le gesta. Onore ai combattenti e VIVA L'ITALIA, anche se oggi la vorremmo vedere un po' diversa.
Io, Germano, non sono d'accordo sul chiamare il 4 novembre Festa della Vittoria, ma invece, magari, dell'Unità nazionaòle. Però, allora, ci intestardimmo a vendicarci degli austriaci, eredi di un Impero di stampo medioevale, inglobando, a tutti i costi, anche l'Alto-Adige, di etnìa e lingua teutonica, e suscitammo così odii e rancori che durano ancora oggi. I nostri soldati non compirono gesta eroiche, dovettero invece combattere contro un nemico esterno, meno bieco di quello interno. Oggi Napolitano ha elogiato le spese per le Forze Armate, compresi F-35, portaerei, fregate, corazzati ed autoblindo di latta e kit milionari "Soldato Futuro".
RispondiEliminaLa vicinanza con il "giorno dei morti" mi ha sempre colpito vedendoci quasi una continuità. "Chi avrebbe potuto prevedere prima d'entrare davvero in guerra, tutto quel che conteneva la sporca anima eroica e fannullona degli uomini?" (Louis-Ferdinand Céline - "Viaggio al termine della notte")
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