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martedì 12 novembre 2013

La riscoperta delle vecchie sale: non a Fidenza



Le vecchie sale private o parrocchiali che per intere generazioni hanno rappresentato ben più di un semplice luogo di incontro sono destinate a sparire definitivamente?
Tra il 2001 al 2011 secondo fonti Anec in Italia sono state 761 le sale che hanno chiuso i battenti. Colpa della crisi, dei costi di gestione, della concorrenza agguerrita dei multisala, dell’home video e della pay per view che oggi portano i film anche in hd direttamente nei salotti di casa. Ma anche, spesso, della miopia di amministrazioni locali incapaci di valorizzare il proprio patrimonio culturale e, in alcuni casi, anche urbanistico.
Per vedere cosa succede in giro leggi: Quei Cinema Paradiso che non devono morire

La situazione a Fidenza è ormai arcinota, alle sale storiche Cinema Italia e Cinema Corso ed alle arene estive Roma e Centrale chiuse da tempo, si aggiunge ora l'ultima rimasta la sala del Cinema Cristallo. Per quest'ultima sala che fa capo alla Diocesi proprietaria dello stabile ci vorrebbe un miracolo od almeno un progetto. Intanto il Cineforum ha traslocato alla sala multimediale di San Michele e potrebbe anche funzionare, ancor meglio se venisse adeguato lo schermo.    


La sala multimediale del centro parrocchiale di San Michele, qui ripresa in una recente conferenza, è un luogo versatile che offre la possibilità di allestire iniziative di vario genere comprese le rassegne cinematografiche.

1 commento:

  1. Anche se si tratterebbe di un progetto a lungo termine, e non di immediata realizzazione, io credo che, se si costruisse, a Fidenza, un multisala, non grandioso, come Spazio Cinema o il Barilla Center, di Parma, ma anche solo con 6 sale, potrebbe funzionare. Infatti, servirebbe un serbatoio di utenti abbastanza vasto,attirando gente, oltre che a Fidenza, da salsomaggiore, Busseto, Soragna, Noceto, Fontanellato, Fontevivo. Per quanto riguada il Cineforum, penso che si dovrebbero offrire al publico pellicole un po' meno indìgeste che non quelle finora proposte, di Bergman, Dreyer e Bunuel.

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