L'ultimo appuntamento di "A proposito del domani" ha visto il dialogo di Luca Ponzi con Maurizio Chierici. Alle ore 18 su Facebook e, a seguire, su YouTube e su questo blog.
L'incontro dei due giornalisti di diversa generazione aveva come obiettivo quello di verificare l'impatto COVID nel mondo dell'informazione.
Trasmesso in diretta Facebook alla pagina del Comune di Fidenza e poi caricato sul canale Youtube.
Il percorso iniziato il 22 giugno prevedeva sette appuntamenti al lunedì e al mercoledì alle ore 18. 20 minuti di cultura, di una cultura che non esce di scena e che "si adatta a nuove tecniche e a nuovi contesti".
L'incontro dei due giornalisti di diversa generazione aveva come obiettivo quello di verificare l'impatto COVID nel mondo dell'informazione.
Il percorso iniziato il 22 giugno prevedeva sette appuntamenti al lunedì e al mercoledì alle ore 18. 20 minuti di cultura, di una cultura che non esce di scena e che "si adatta a nuove tecniche e a nuovi contesti".
Ha scritto per trent'anni per il "Corriere della Sera", raccontando l'America Latina, il Medio Oriente, l'Africa e l'Asia delle vie della seta e il Vietnam. È stato testimone di tutte le guerre, dal 1967 ad oggi. Nel 2002 è passato a "L'Unità". Dal 2009 è editorialista e inviato per "Il Fatto Quotidiano" e dirige il settimanale online "Domani". Ha vinto con i suoi reportage numerosi premi, tra cui il Campione all'Unicef.
Ha scritto anche due romanzi-verità: "Malgrado le amorevoli cure" e "Quel delitto in casa Verdi". "Lungo viaggio d'addio" è insieme una serie di reportage giornalistici ed un lungo romanzo sul ruolo e la funzione del giornalista oggi. Chierici, infatti, attraverso storie di uomini e donne incontrati nelle più diverse parti del mondo, mostra anche quale può essere la funzione di un giornalista veramente libero.
Un parmigiano che ha raccontato per anni le guerre del Medio Oriente, per poi passare all’America Latina. Cronista estero per il Corriere della Sera, fondatore del Fatto Quotidiano e autore di svariati libri.
Si definisce un “uomo di carta”, estraneo al mondo dell’informazione online che oggi sta sostituendo i tradizionali quotidiani.
“Raccontare ciò che accadeva in Israele, in Palestina o in Vietnam non era semplice. In quel periodo avere le notizie e trasmetterle nel lato opposto del mondo era un lavoro piuttosto complicato. Chi fa questo mestiere non fa altro che osservare e raccontare…il bene e il male. E spesso ciò che ci arriva dall’estero non è la realtà”.
Giornalista in un epoca in cui ci si metteva su un aereo senza alcun cellulare né pc, Maurizio Chierici osservava la società dentro cui si trovava e con penna e taccuino prendeva appunti. La sera, in hotel, iniziava a scrivere. E’ così che funzionava il giornalismo.
“Si stava all’estero per mesi e giorno dopo giorno ci si immergeva nella società, si cercava di conoscere la gente del posto, si provava a capire come pensava. Si tendeva a dare un taglio sociologico-culturale alla storia che si andava a raccontare”.
"Si stava all'estero..." , ecco in quel che segue penso stia la vera narrazione dei fatti: cogliere l'anima, lo spirito delle persone.
RispondiEliminaDa modesta lettrice, in uno scritto cerco questo.