sabato 9 ottobre 2021

Èl geometra Vitòri Ciäpón, äl stäva a 'n tîr da sfromba da ca' mia

 


Èl geometra Vitòri Ciäpón, äl stäva a 'n tîr da sfromba da ca' mia e passava, in sella alla sua fedele bicicletta, sotto le mie finestre. Äl gh'äva propria la šghèma, c'ha tirè-žu il grande Rino Montanari, immortalandolo in una caricatura sul Numero Unico. L'insigne vernacolista, suscitava in me ammirazione e soggezione, per la sua capacità di parlare e scrivere in un dialetto dotto e perfetto. 
Io, che non parlavo mai in dialetto, un giorno volli azzardare e mentre èl Siûr Vitòri, pedalava lentamente in Via Ludovico Ariosto, davanti al recapito "Caramella", a voce alta dissi alla mia vicina e amica Carla Manfrini: "Vieni con me a comperare "un cunì?" (coniglio). Vitòri Ciäpón, senza neppure girare la testa, ma con educata severità: "Cunìlli, mia cunì" disse. Mè'l sum mäi pö šminghè.
                                                        Claretta Ferrarini. 

 Pubblicato da Massimo Costigliola


 
Il … “dialetto è qui raccolto nei suoi vocaboli più comuni e nelle sue forme più espressive, prima che l’inarrestabile usura del tempo e delle nuove mode di vita lo cancelli totalmente, senza speranza”; così Vittorio Chiapponi presenta il suo “Parlär burgzàn”, un libro di “Parole e frasi del dialetto di Borgo San Donnino – Fidenza – catturate per i posteri” edito nel 1990 nella collana Quaderni Fidentini.
Sono passati poco più di trent’anni e la sua opera è ancora attuale, se la nostra memoria è un po’ debole questo video ci aiuta, aiuta noi che tentiamo di uscire da una pandemia che ci ha imbalsamati in casa per lunghi mesi.
Vittorio intuisce che il dialetto corre il pericolo dell’oblio, lo esprime nella citazione con cui ho iniziato questo scritto, allora non poteva sapere che stava passando un testimone che la generazione successiva ha raccolto e così il dialetto ha avuto un’altra stagione. Che sia l’ultima è presto per dirlo, non lo spero, sinceramente non lo so.
Non è questa la sola delizia letteraria che Vittorio ha dedicato a quel “territorio largo come un fazzoletto” che si chiama appunto Borgo o meglio che si chiamava Borgo san Donnino quando, nel 1913, ebbe la ventura di venire al mondo.
Vittorio Chiapponi però non è stato solo uno scrittore, è stato anche quello che insieme ad altri ha portato l’acqua potabile dell’acquedotto ai rubinetti di casa e, sino al 1972, ne ha regolato il flusso. Sto parlando della torre-serbatoio di Fidenza che ancora caratterizza il profilo cittadino, un capolavoro di ingegneria civile che la città battezzò come “Väscón”.
Mi piace pensare che, sia sul piano idraulico che su quello intellettual-poetico, abbia voluto concretizzare il suo amore per la città e la gente.
Mi accorgo che sto per dilungarmi troppo in quella che doveva essere una breve presentazione, Vittorio mi avrebbe benevolmente detto “ne quid nimis” vale a dire “lassa lé da stüfär”.
                                    Ambrogio Ponzi. 
Pubblicato da Massimo Costigliola


CIAO VITTORIO  - 
Ambrogio Ponzi, Claretta Ferrarini, Massimo Costigliola.

4 commenti:

  1. Bellissimo ricordo di un borghigiano indimenticabile le cui ceneri sono state ahimé disperse in mari lontani.Mala tempora! Peccato non avere un marmo a ricordo ma ci avete pensato voi ! Complimenti !!

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  2. Ciao Vittorio ....avevi anche una moglie meravigliosa che ogni tanto ci regalava dei tortelli sfogliati con marmellata brusca all'interno di cui si è perso anche il profumo. Grazie x essere stati borghigiani autentici...Giovanna Bacchini

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  3. Grazie mille, Giovanna e adesso Neve ed io io io usciamo per sentire la banda e siamo addolorati per il fatto accaduto a Roma e non solo è Buon pomeriggio di SAN Donnino e vita buona

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