Nuova ipotesi di lettura per un sonetto cinquecentesco
di fra Giovanni Antonio Majavacca.
The
intolerable wrestle with words and meanings : così, nei Four Quartets, Thomas S. Eliot evoca «l’insopportabile lotta» che
il poeta deve affrontare «con parole e significati»,
una lotta che si trasforma in una lunga guerra, talora anche irrisolta, per
filologi ed esegeti o semplici lettori che intendono interpretare un testo, soprattutto
se è saltata l’identità di codice tra emittente e destinatario. Se poi si
tratta di scritti polemici dove, volentieri, si rincorre l’epiteto ingiurioso ad
effetto, è facile che l’autore, per potenziare l’impatto comunicativo, ecceda in
esuberanza immaginifica tanto da risolvere la densità allusiva in un parlare
astruso, talora anche bizzarro, impervio ad una decodifica sicura e condivisa.
Anzi, il più delle volte, capita che il lettore riesca a percepire con certezza soltanto il senso complessivo del testo, senza arrivare, però, a decifrare appieno il significato dell’ambiguità espressiva ricercata da chi scrive ; a ciò si deve, inoltre, aggiungere la nequitia temporum che, spesso, travolge la possibilità d’un’adeguata analisi comparativa e diacronica sia con la produzione dell’autore sia con le testimonianze esterne.
E’ proprio il caso di questo sonetto contro Lutero, unico
superstite testo letterario dell’intera opera, prevalentemente omiletico-devozionale,
di fra Giovanni Antonio Majavacca da Busseto, pure essa sostanzialmente
deperdita.
