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domenica 18 dicembre 2016

Don Ciotti agli studenti delle scuole di Fidenza: farsi SPERANZA.


Don Ciotti entra in teatro quando i palchi e la platea sono già tutti occupati e in fermento, nell'attesa dell’ospite straordinario. Con molta semplicità accoglie con il sorriso chi gli si avvicina, si aggira tra le poltrone tendendo la mano agli insegnanti e ai giovani studenti; a tutti rivolge un saluto, una frase, si interessa a loro, pone domande, chiede il nome e ne ricerca lo sguardo. 
E’ subito chiaro che non è ‘l’ospite d’onore’, la star in cerca di applausi; il suo fascino va oltre l'apparenza, si manifesta prima di tutto  nell'approccio con il ‘pubblico’, un pubblico a stragrande maggioranza giovane: i ragazzi che, con i loro insegnanti, hanno aderito al progetto ‘Più liberi’.
Dopo il saluto delle autorità e la presentazione degli elaborati delle varie classi, sale sul palco chiedendo ad alcuni studenti di sedere accanto a lui e si complimenta per i lavori realizzati, chiamando ognuno per nome. 
Le prime parole sono un richiamo alla legalità, rivolto a chi, tra il pubblico, rischia di rovinare l’atmosfera che si è creata. “La legalità inizia dal rispetto di chi parla”.
Inizia poi il suo intervento, un intersecarsi di considerazioni fondamentali ed esperienze personali, alcune delle quali colpiranno profondamente i ragazzi, come  l’incontro con il medico/barbone, determinante per la scelta della sua strada.

La prima considerazione ha come tema IL CAMBIAMENTO. “Il cambiamento non avverrà mai, se non cambiamo NOI. Dobbiamo esserne parte”.  Don Luigi prosegue mettendo in guardia i ragazzi nei confronti di una malattia mortale: la delega, la superficialità. E’ necessario seguire un percorso di conoscenza, questo è il cambiamento.
Seconda considerazione LA LIBERTA’, ‘il più prezioso dei beni’. “Dobbiamo riuscire a cogliere il grido per la libertà”. Chi è povero non è libero, perché deve chiedere, e chiedere significa spesso sottomettersi. “Il primo compito di una persona libera è di rendere libero chi non lo è. La mafia non è libertà”.  Questa è la più esigente delle responsabilità, ed occorre partire dalle piccole cose, conoscere per essere più responsabili.
Qui un accenno a Don Sturzo, fondatore, nel 1919, del Partito Popolare Italiano, sostenitore di una politica al servizio del bene comune, e il richiamo all’incontro con  Giovanni Falcone  e la profezia sulla mafia: “La mafia ha le radici in Sicilia, ma forse la testa a Roma, e risalirà fino a varcare le Alpi”.
Di qui il riferimento  alla legalità, che è anche civiltà, attenzione ai vari aspetti della vita: il lavoro, la libertà, le politiche sociali, la tutela dei diritti...
Il primo testo antimafia è quindi LA COSTITUZIONE. La conoscenza e il rispetto del testo costituzionale sono fondamentali per formare cittadini responsabili, capaci di tradurre il bisogno in cambiamento, di non cedere all’omertà, che uccide. Essere cittadini significa essere corresponsabili, diversamente la  “Democrazia non sta in piedi”.
Il problema non sono le mafie, il problema siamo noi, nel momento in cui rinunciamo alla legalità, che non è fine, ma mezzo e strumento per la GIUSTIZIA.
Forte il richiamo a “non prendere mai scorciatoie”, ma a farsi SPERANZA.
Alla fine dell’intervento, Don Luigi accetta di rispondere ad alcune domande. Altri giovanissimi studenti siedono accanto a lui, ad ognuno chiede ‘come ti chiami?’ Riferiranno poi che erano molto imbarazzati, ma che l’esperienza è stata emozionante e soprattutto arricchente. Gli domandano se ha mai avuto paura, se ha mai pensato di mollare e, con molta semplicità e disponibilità, parla della sua vita personale, dei due libri fondamentali, il Vangelo e la Costituzione, racconta della mamma, il cui cuore non ha retto alle minacce di morte rivolte al figlio. Aggiunge “ Sai dove trovi la forza? Guardando voi in questo teatro, il percorso che avete fatto, la vostra marea così vera, così attenta, che uno dice: questa è la strada! Io sono qui perché c’è un noi cui passare il testimone”
Davvero un bel regalo di Santa Lucia!
Prof. Mara Dallospedale


I ragazzi della 3^A della scuola media Zani

La preparazione

Per la nostra classe, la mafia è stato uno dei primi argomenti affrontati quest’anno. Con l’aiuto di alcune letture abbiamo riflettuto insieme chiedendoci “che cos’è per noi la mafia?”
Gli incontri con i ragazzi di LIBERA ci hanno permesso di approfondire il tema e di trovare una risposta. Per noi la mafia è...
Una malattia che si è diffusa in tutto il mondo, un morbo che corrompe chi ha bisogno, che uccide chi vuole giustizia e salva chi sceglie il silenzio. Viene alimentata dall’omertà e sconfitta dalla verità, ma di gente che dice la verità ce n’è poca e quelle poche persone che hanno osato farlo sono state uccise. 
La mafia però non ha vinto, perché ci sarà sempre qualcuno pronto a lottare, sia tra gli adulti che tra gli adolescenti. 
I giovani, soprattutto, vorranno ottenere giustizia per chi è morto sostenendo  la Verità. Allora la malattia sarà debellata e la mafia sarà solo un brutto ricordo. Questa è la nostra visione di Speranza.






I commenti

Durante l’incontro con Don Ciotti mi ha colpito una frase “chi è libero, liberi chi non lo è”. Mi ha fatto riflettere e, ascoltandola, una parte di me è cresciuta.
 
Sono rimasta colpita dal fatto che da quando è giovane lui si batta per gli stessi ideali e che continui a farlo nonostante abbia passato il testimone, come ha detto lui, e nonostante abbia  perso una persona cara, la sua mamma, per raggiungere i suoi scopi.  Penso che, però, ciò che noi abbiamo capito debbano capirlo un sacco di adulti.


La cosa che mi ha colpito di più è il suo coraggio e la grinta con cui si difende dalla mafia e allo stesso tempo contro cui lotta. Un esempio per tutti noi. 

Sono rimasta colpita anche dal suo coraggio. E’ un uomo che libera la gente da tanti anni e non si è mai stancato o annoiato. Ha detto delle belle parole, parole che danno conforto e la sua storia a me ha fatto un po’ paura, perché io non ce  l’avrei mai fatta, lui è coraggioso! E’ stata una grande opportunità, bellissima esperienza e una lezione a cui non avrò l’occasione di assistere altre volte. 


Io sono rimasta colpita dalla  determinazione  nell’esporci le sue esperienze e si capiva molto bene che voleva invogliarci a fare come lui, era come un invito da parte sua...    
Ringrazio gli insegnanti per averci fatto partecipare a questo progetto! Questa esperienza mi ha arricchita. 


Di questo incontro mi ha colpito la voglia di fare nonostante il pericolo, ma soprattutto la passione che Don Luigi ci mette. Con le sue parole ha trasmesso un sacco di emozioni. La storia del barbone mi ha fatto riflettere molto, ho capito che nella vita non troverai mai la strada spianata, ma bisogna andare avanti; per me è stato un grandissimo stimolo a continuare  e a cercare piano piano di realizzare il mio sogno, nel mio caso diventare medico. E’ incredibile come un incontro casuale, soprattutto con un ‘barbone’ possa stravolgerti in quel modo la vita. Don Ciotti è sicuramente un uomo da stimare! 

Io sono rimasto colpito dal racconto sulla sorte della madre, il cui cuore non ha ‘tenuto’ dopo la notizia che il figlio era minacciato di morte. Anche conoscere il suo incontro con Falcone è stato molto interessante. Poi, una cosa incredibile, era la sua tranquillità, sia quando parlava ‘in generale’, sia quando riferiva  fatti molto personali, come l’intercettazione telefonica  di Riina. Un uomo davvero coraggiosissimo, niente da dire.

I ragazzi della 3^A


In questo breve filmato possiamo ascoltare alcuni passaggi dell'intervento di Don luigi CiottI.



La cronaca di una mattinata speciale



Nella mattinata di martedì 13 dicembre nel Teatro Magnani gli studenti delle scuole cittadine Zani, Canossa, Solari e Itis Berenini hanno incontrato Don Luigi Ciotti .
L'iniziativa “Fidenza contro le mafie”, è un progetto del Comune di Fidenza finalizzato alla promozione di una cultura della legalità e della cittadinanza responsabile ed è stata gestita unitamente alle associazioni Avviso Pubblico e Gruppo Abele e alla Regione Emilia-Romagna.
Per il Comune di Fidenza Alessia Frangipane è stata l'assessore di riferimento mentre Mauro Maggi del Gruppo Abele ha introdotto i vari interventi degli studenti.
In apertura sono intervenuti il Sindaco di Fidenza Andrea Massari, Pierpaolo Romani coordinatore di Avviso Pubblico, Gian Antonio Girelli Presidente della Commissione Antimafia della Regione Lombardia, Giuseppe Forlani Prefetto di Parma e, alla fine, Massimo Mezzetti assessore alla legalità della Regione Emilia Romagna . 




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