1944 - Il lato ovest della Rocca colpito dalle bombe. |
Solo nel tardo medioevo la Rocca entrò nello scenario urbano di Borgo San Donnino (ora Fidenza). Della sua esistenza parlano documenti datati 1352 e 1356. Borgo usciva lentamente da uno di quei momenti bui della sua storia, per anni era rimasto per lungo tempo praticamente disabitato essendo i borghigiani dispersi nel contado od accampati ai bordi del vecchio perimetro cittadino dopo le distruzioni conseguenti alla presa di Borgo nel 1268 da parte dei parmigiani e poi ebbe una lenta ripresa.
La localizzazione del Castello era nella parte sud della città, mentre la rocca fu poi costruita a nord del Borgo sfruttando o meglio praticamente incorporando il poggio che domina la bassa pianura circostante e che tuttora declina dolcemente verso il Duomo attraversando il quartiere Oriola .
Le pietre, del vecchio castello quelle sì, vennero senz'altro riutilizzate una volta trasportate nel nuovo luogo prescelto per la costruzione fortificata della Rocca che resistette poi per più di seicento anni prima di essere a sua volta atterrata, non dai parmigiani ma dai borghigiani stessi diventati fidentini per decreto.
Dal richiamato sacco della città operato dai parmigiani uscirono distrutti anche gli archivi e le memorie locali per cui difficile diventa la ricostruzione della storia di Borgo nel primi secoli del secondo millennio compresa la individuazione precisa del luogo della primitiva fortificazione chiamata Castello di Borgo che troviamo citata solo nelle storie riportate nei documenti della città vicine.
Un deficit notevole in quanto, riguardo agli avvenimenti della nostra città, l'obiettività di molti documenti, specie parmigiani, può essere ritenuta sospetta.
La localizzazione del Castello era nella parte sud della città, mentre la rocca fu poi costruita a nord del Borgo sfruttando o meglio praticamente incorporando il poggio che domina la bassa pianura circostante e che tuttora declina dolcemente verso il Duomo attraversando il quartiere Oriola .
Dal richiamato sacco della città operato dai parmigiani uscirono distrutti anche gli archivi e le memorie locali per cui difficile diventa la ricostruzione della storia di Borgo nel primi secoli del secondo millennio compresa la individuazione precisa del luogo della primitiva fortificazione chiamata Castello di Borgo che troviamo citata solo nelle storie riportate nei documenti della città vicine.
Un deficit notevole in quanto, riguardo agli avvenimenti della nostra città, l'obiettività di molti documenti, specie parmigiani, può essere ritenuta sospetta.
Sull'argomento dell'antico castello di Borgo San Donnino diamo un ampio stralcio dell'articolo del nostro storico G. Laurini apparso sul periodico diocesano Il Risveglio il 30 aprile 1926 .
Il Castello di Borgo distrutto dai parmigiani..............................Per quanto avessi finora frugato nei manoscritti dei borghigiani Prev. Pincolini ed Abate Zani, nonché nelle storie del P. Affò e dello Scarabelli, mai non riuscii a stabilire quando possa esser sorta la nostra Rocca.
La prima memoria, in cui l'ho vista ricordata è del 31 gennaio 1352. In essa si legge: “si riaprono i corridoi della Rocca e si fanno aggiustare i ponti levatoi”.
Nel 1356 poi, in data 28 luglio, Bernabò Visconti ordina alla comunità di far munire la Rocca.Queste sono le prime notizie che mi risultano, e da questo momento vediamo spesso nominata la Rocca.
Ma prima di questo tempo mai m'incontrai, scorrendo non solo i succitati cronisti e storici, ma anche il Poggiali, il Campi, il Muratori, ecc. nella Rocca di Borgo, bensì nel Castello. Veggasi per esempio l'Affò (1) il quale, parlando della lotta che infierì durante gli anni 1198 e 1199 tra Piacentini e Parmigiani per il possesso di Borgo, scrive:“Ed ecco per un miserabil Castello risuonar d'armi tutta la Lombardia ecc.”
Nel privilegio, con cui Federico II, nel 1221, concesse ai Borghigiani la piena giurisdizione, più volte è nominato il Castello (Castrum sen Burgum) e non già la Rocca (Arcem). E di nuovo l'Affò (2) parlando di Oberto II Pallavicino, dice che il 18 agosto (1250) prese Borgo S. Donnino, di cui si era fatto investire dall'imperatore “quantunque quel Castello fosse dei Parmigiani”.
Ciò premesso, vediamo ora dove fosse fino dopo la distruzione di Borgo S. Donnino, avvenuta per opera dei parmigiani, nel 1268, allorché questi vinsero Oberto II, la principale fortificazione del nostro paese, cioè il Castello.
Non sorgeva per certo ove ora si trova una parvenza dell'antica Rocca, ossia in Piazza Garibaldi ma verso il monte a mezzodì, come ce ne assicurano i nostri cronisti, tra cui il primo il Prev. Pincolini (3).
Io ritengo che la rocca sia sorta, se non dopo il 1268, quando si rifabbricò Borgo. Infatti da questo momento non troviamo più nominato il Castello di Borgo, che fino verso il sec. XIII arrivava non più oltre della presente piazza Garibaldi, in cui si avevano le fosse e le mura. Infatti nel 1195 la chiesa e il convento di S, Giovanni, presso cui fu riconfermata la lega di Pontida, si trovavano fuori delle mura.
Non sorgeva per certo ove ora si trova una parvenza dell'antica Rocca, ossia in Piazza Garibaldi ma verso il monte a mezzodì, come ce ne assicurano i nostri cronisti, tra cui il primo il Prev. Pincolini (3).
La Rocca sotto assedio |
Io ritengo che la rocca sia sorta, se non dopo il 1268, quando si rifabbricò Borgo. Infatti da questo momento non troviamo più nominato il Castello di Borgo, che fino verso il sec. XIII arrivava non più oltre della presente piazza Garibaldi, in cui si avevano le fosse e le mura. Infatti nel 1195 la chiesa e il convento di S, Giovanni, presso cui fu riconfermata la lega di Pontida, si trovavano fuori delle mura.
Ce lo dice il Sigonio, il quale scrisse: Tertio Kal. Augusti 1195 – Haec autem omnia facta sunt prope Burgum Sancti Domnini juxta monasterium Sancti Ioannis Baptistae. Eadem die Ecclesia supredicti Sancti paulo post, etc. (4).
Ora tanto il suddetto monastero quanto la Chiesa sorgevano appunto dietro l'attuale palazzo comunale. La contrada, cosiddetta di S. Michele, fu iniziata per opera dell'antica e ricca famiglia Pincolini nel 1127, dopo una prima distruzione di Borgo, avvenuta nel 1108.
Ma tra questa parte nuova di Borgo e il Borgo antico correva un'area senza abitazioni, all'infuori del soprannominato Convento di San Giovanni.....................................
Note
Note
(1)Storia di Parma, Tom. III - lib. Pag. 203
(2)Op. Cit. - Tom. III, lib. 12, pag. 237
(3)Mss.
(4)Sigonius – fol. 582.
Purtroppo di Fidenza si è perso tutto, tutta la sua storia. C'era un castello poi una rocca, le mura che circondavano il paese, un fiume che passava vicino al Duomo e un ponte che lo attraversava, un porto, dei mulini sul fiume. Era un paese incantato, magico, sicuramente agli occhi dei cittadini di quei tempi pareva grandioso e spettacolare. E' veramente demoralizzante non poterlo vedere ancora oggi. Mi rattristo molto la constatazione che l'ultima testimonianza di tale splendore, la rocca, non sia sopravvissuta sino a noi perché gli stessi fidentini l'hanno defraudata di quasi tutte le pietre e materiali che la componevano dopo i bombardamenti della 2a guerra mondiale, veramente triste. Molti paesi dell'Emilia hanno ancora i Castelli e le Rocche, molti hanno ricostruito nei secoli tali edifici capendo il loro valore storico e affettivo, noi che siamo il 2° paese della provincia dopo Parma non abbiamo nulla che rammenti la nostra importanza storica. Penso sempre ma devo/posso solo immaginare quale meraviglia fosse e cosa sarebbe ora ai nostri tempi.
RispondiEliminaRoberta Taccagni
E che dire di palazzo Arzaghi? E che dire della villa Liberty al bivio per Salsomaggiore? E di palazza Ballabio? Stanno aspettando di fare la stessa fine di tutti gli altri palazzi storici che ormai esistono solamente in cartolina...e forse nemmeno! In compenso le torri della stazione e tutti gli altri capolavori in cemento. si ergono in tutta la loro tracotanza per far capire che cultura artistica e storica hanno avuto ed hanno i nostri amministratori.
RispondiEliminaPurtroppo proprio la sua posizione strategica di snodo stradale ,e la vicinanza delle saline di salso minore a fatto si che la nostra piccola città prosperasse ma attirasse le mire espansive delle città vicine.
RispondiEliminaEssendo una piccola città con meno mezzi dei ben più numerosi vicini, a sempre dovuto subire il controllo di Parma o Piacenza fino ad arrivare alla distruzione stessa della città,ad opera dei parmigiani o dal potente di turno .
La nostra città che stoicamente nel corso dei secoli, ha lottato per mantenere una propria indipendenza, ma ancora di più una propria identità, era una città da controllare ma che non controllasse e di questo sia i parmigiani che i piacentini ne erano coscienti.
Se ci fosse stata una famiglia nobile , oppure un istituzione comunale abbastanza forte ,di farne una sorta di capitale permanente di uno stato, essa sarebbe stata in grado di controllare le città vicine ( Parma , Piacenza e Cremona )e ciò avrebbe dato una svolta diversa a Fidenza come avrebbe condizionato fortemente quello dei dei tre capoluoghi di provincia.
All'elenco dei monumenti persi comunque aggiungerei pure il tempio di Minerva , distrutto dai barbari probabilmente agli inizi del V sec. DC , e la bella chiesa ottagonale ( di cui rimangono solo alcuni schizzi della pianta urbana ), posta appena fuori di Fidenza ( zona S.Faustino ) fatta radere al suolo dalle autorità napoleoniche aglli inizi dell'800 per raddrizzare la via Emilia .
Bello
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