Tullio
De Mauro, nel suo Guida all’uso delle parole. Parlare e scrivere
semplice e preciso per capire e farsi capire, introduce delle
questioni importanti che, naturalmente, non appartengono al solo
codice linguistico, ma si rifanno a temi più generali di
comunicazione:
"Inventare
significa trovare con l’intelligenza, con l’ingegno, qualcosa di
nuovo.
Tuttavia
ogni invenzione dell’uomo può essere considerata una manipolazione
imprevista dei materiali a disposizione. La creatività come
invenzione. Quella che cambia i termini, manipolandoli e
trasformandoli. Trasformare, alterandoli, i termini del problema,
cambiare le regole del gioco: questo è inventare. Accanto a questa
c’è un’altra creatività, rispettosa al massimo di termini e
regole. E’ la creatività di chi si muove entro una tecnica data e
ne sfrutta sapientemente le possibilità. Le due forme di creatività,
quella inventiva e quella regolare sono entrambe preziose.
Tuttavia
sempre si pratica il culto dell’originalità e della creatività.
Una parola come imitatore è diventata, invece, un grave insulto. Ma
se gli esseri umani non sapessero imitare e ripetere, nemmeno
potrebbero imparare le regole di grammatica di una lingua. Per tutte
le le specie, e anche l’umana, vivere e sopravvivere significa
prima di tutto saper ripetere e imitare. Combinare e inventare
vengono dopo. Se vogliamo capirci e farci capire dobbiamo rassegnarci
a essere poco originali. Ma anche l’imitazione e la ripetizione è
a suo modo creativa. Chi imita e ripete lo fa necessariamente in
condizioni diverse da quelle in cui si è prodotto il modello imitato
e ripetuto."
Nessun commento:
Posta un commento