In altre pagine avevamo espresso alcune perplessità circa il nuovo assetto che le aree protette della regione venivano ad assumere in forza della nuova legge regionale in materia. Ora riprendiamo questo argomento con una nota di Amedeo Tosi, Consigliere provinciale della provincia di Parma, in pubblicazione questa settimana sul settimanale "Il Risveglio". Nota che propende ad una visione positiva del cambiamento evidenziando anche alcune potenzialità che la nuova legge può consentire.
“Stirone un fiume tra
passato e futuro”, da pochi giorni non è solo il titolo della più
bella pubblicazione sul Parco (vedi nota), ma anche lo slogan che si potrebbe
tranquillamente utilizzare per il futuro dell’area protetta dello
Stirone dopo che l’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna ha
approvato la legge di riforma dei Parchi Regionali.
In generale un momento di
svolta “storica” per i Parchi della Nostra Regione, che per
quello dello Stirone diventa “epocale” visto che la nuova legge
regionale lo ha unito alla Riserva del Piacenziano in un'unica nuova
area protetta con forte vocazione paleontologica.
Torniamo alla bella
pubblicazione che abbiamo citato prima (del 1987), per ricostruire
molto brevemente la storia di questa straordinaria realtà che, senza
essere smentiti, possiamo affermare che ha cambiato senza dubbi in
positivo la storia ambientale e culturale del nostro territorio.
Scrive il dott. Italo
Comelli allora segretario del Consorzio: “va indubbiamente ascritto
all’Associazione volontaria “Gruppo Paleontofili fidentini” il
merito di aver suscitato l’interesse delle comunità locali verso
le problematiche connesse al torrente Stirone ed in particolare alle
sue caratteristiche paleontologiche, nonché il merito di aver
maturato l’idea di un parco fluviale”.
Risale al 1976 il primo
progetto di massima, elaborato dalla Provincia di Parma di creazione
del Parco Fluviale che interessava aree poste nei Comuni di Fidenza,
Salsomaggiore Terme, Alseno, Pellegrino, Bore e Vernasca”.
Progetto che venne poi
attuato, in larga misura, circa dieci anni dopo nel 1988 attraverso
la apposita Legge Regionale n° 11.
Da allora tanta strada è
stata fatta nel recupero ambientale dell’area e nella
valorizzazione del territorio in esso contenuto, compresi aspetti
storici, culturali e scientifici come lo studio e la valorizzazione
delle emergenze paleontologiche anche attraverso la realizzazione dei
musei di Fidenza e Salsomaggiore Terme sicuramente tra i più
interessanti d’Europa in questo campo, dimostrando nei fatti come
la scelta di istituire un area protetta fu senza dubbio giusta e per
certi aspetti storica. .
Ora, 20 anni dopo, la
Regione Emilia Romagna promuove l’aggregazione con la Riserva del
Piacenziano, simile per caratteristiche ambientali e paleontologiche,
creando una sola area protette che risponderà non più a due singole
gestioni diretta ma all’Ente di Gestione per i Parchi e la
Biodiversità dell’Emilia Occidentale che sostituisce l’attuale
Consorzio in tutte le sue funzioni.
“Parco Regionale
Stirone e Piacenziano” è il nome della nuova area protetta dal
primo gennaio 2012.
Oltre al nostro Parco, la
nuova macroarea (Emilia Occidentale), comprende il Parco Fluviale
Regionale Trebbia, il Parco Fluviale Regionale Taro, il Parco
Regionale Cento Laghi e il Parco Regionale Boschi di Carrega. Sarà
amministrata da un organismo denominato “Comunità del Parco” ,
formato dai Sindaci dei comuni il cui territorio rientra nel Parco,
che nomineranno il Comitato Esecutivo e il Presidente.
Il nuovo Parco Regionale
dello Stirone e del Piacenziano interessa i Comuni di Fidenza e
Salsomaggiore Terme in Provincia di Parma e i Comuni di Alseno,
Carpaneto Piacentino, Castell’Arquato, Gropparello, Lugagnano Val
d’Arda e Vernasca in Provincia di Piacenza.
La nuova legge
regolamenta dettagliatamente le nuove finalità del Parco che possono
essere riassunte nella tutela degli habitat, della flora e della
fauna, il ripristino degli ecosistemi, la conservazione dei paesaggi
naturali e seminaturali, la salvaguardia della biodiversità e dei
suoi valori ecologici, scientifici, educativi, culturali, ricreativi,
estetici, economico e sociali. Evidenzia inoltre come sia obiettivo
primario la valorizzazione delle emergenze geo-paleontologiche del
Parco, che sono alla base della peculiarità dell’Area Protetta a
livello regionale e che costituiscono fonte di interesse scientifico
a livello internazionale.
Importanti anche gli
aspetti culturali come la promozione, la conoscenza e la fruizione
responsabile dei beni naturali, ambientali e paesaggistici
nell’ottica di sviluppare presso le comunità locali un comune
senso di appartenenza e una consapevolezza in grado di determinare
scelte condivise di gestione sostenibile delle emergenze
territoriali.
Concludono le finalità
quelle economiche come il recupero delle identità storico culturali
locali e delle buone pratiche di gestione territoriale secondo la
tradizione, che hanno fino ad oggi consentito di ottenere prodotti
tipici di qualità in un ottica i sviluppo delle attività socio –
economiche compatibili.
Una nuova strada per il
nostro amato torrente Stirone, “tra passato e futuro”, sperando
che i prossimi 20 anni siano vincenti almeno come quelli che li hanno
preceduti.
Amedeo Tosi
Nota: Il riferimento è relativo al libro di Del Soldato G., "Stirone, un fiume tra passato e futuro", volume pubblicato dal Consorzio per la tutela del Parco Fluviale dello Stirone, 1987.
Nessun commento:
Posta un commento