Burghén äd la lòggia
Ma la "
lòggia" non c'è più
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Quale miglior momento di domani sera per lanciare l'idea di Claretta Toponomastica che troviamo sotto?
Ricordo infatti che Mercoledì 4 Marzo, al Ridotto del Teatro Magnani, alle 21, ultima serata del mese dedicato al dialetto, tema: DIALETTI A CONFRONTO.
Si tratta di vocaboli, verbi, locuzioni, modi di dire, proverbi di Fidenza, Parma, Piacenza e Alta Val d'Arda.
Studiosi di queste quattro lingue vernacole, si alterneranno ai microfoni per divertire insegnando. Interverranno: da Piacenza: Luigi Paraboschi, da Parma Enrico Maletti, dall'Alta Val d'Arda Andrea Bergonzi, da Fidenza Claretta Ferrarini, cum i šdäsädûr äd l'Äcädemia del Rùmäl: Germano Boschesi, Adriano Gainotti, Giancarlo Loreni, Franco Giordani.
Nota bene: il pubblico non resterà in passivo ascolto, ma sarà incentivato ad intervenire, comparando il proprio lessico famigliare e facendo domande.
Burghén äd la Spagna |
Äm piäšréss äbòtta...
Mi piacerebbe tanto che i nostri vicoli e le nostre vie avessero come sottotitolazione, i nomi in dialetto con i quali erano conosciuti. Senza nulla togliere agli illustri personaggi cui sono intitolati, si potrebbe mettere una seconda targa sotto la prima.
Pensate:
Vicolo Tommasini - Bûrgh Marâs
Vicolo Bondi - Burghén Schivädebit
Vicolo Buozzi - Burghén del Vultón
Vicolo Boldrocchi - Burgh a-Scür
Vicolo Mario Bacchini - Burägh Ciär
Via Milani - Burghén äd la Spagna
Via Amendola - Burghén del Paržón
Piazza Grandi - Prè del Pusón
Vicolo Zuccheri - Burghén äd j'Ebrei
Vicolo del Teatro - Burghén del Gàmbar
Vicolo Antini - Burghén äd la lòggia
Via Goito - Burghén del Söpp
Via Trento - la Strè di Frè
e potremmo continuare.
Cosa dite se facessimo una proposta del genere? Saremmo scambiati par di pòar siucött e ci sentiremmo dire: "Cum tütt i prublema ca gh'ùma, sè vät a tirèr a man del cänèlli?" Sòja me?
Claretta Ferrarini
Secondo me, sarebbe una bellissima idea.
RispondiEliminaBella idea... A Parma l'avevo già proposta alla precedente amministrazione prendendo l'esempio dal comune di Livigno in lombardia (provincia di Sondrio) e loro mi hanno risposto con un sorriso. Tgnèmmos vìsst
RispondiEliminaParmaindialetto, dopo il sorriso, però, hanno fatto ciò che proponevi?
RispondiEliminaQuando vedo in giro per l'Italia scritte in dialetto impronunciabili sotto i cartelli stradali lo trovo irritante e inutile. Stessa cosa quindi se fosse a Fidenza, nonostante per noi fidentini possa sembrare simpatico.
RispondiEliminaL'idea mi piace molto molto! Il dialetto ci fa sentire la storia più vera e singolare di un luogo anche se non sempre riusciamo a comprenderla, proprio perché è sua propria...per chi è del posto è un ricordo, un'emozione, una parola che ha sapore, non sempre traducibile in italiano con la stessa intensità rievocativa... per chi non è del posto può essere un enigma... possiamo provare a scoprirlo o ignorarlo.
RispondiEliminaIo non sono nata a Fidenza e il mio dialetto è un insieme di espressioni raccolte nelle terre in cui ho vissuto, perché il dialetto è come un marchio indelebile che ognuno si porta dietro. Certo, la soddisfazione che ti viene esprimendoti in dialetto quando vuoi rendere un'idea colorita del tuo pensiero, non riesci ad ottenerla parlando in italiano. Il dialetto è come il profumo tipico di un luogo, l'aria, una linfa che ha radici nel passato...che non dobbiamo lasciar morire. Il nome del vicolo, in questo caso, rende l'identità del passaggio, condensa chi vi ha vissuto e chi vi ha transitato nel tempo, dipinge la sua storia...senza quella siamo niente!
Grazie per la bella proposta.
Saluti a tutti
Mirella Capretti