“Senti
che nova c'è: “Fior di limone, si Cristo nun perdona a le puttane,
er Paradiso lo po' ddà a piggione!”-G.G.Belli
Via Iacopo Ugolini, in Oriola, si trovava la casa di tolleranza o casa chiusa di Borgo |
Sono
del parere che la prostituzione dovrebbe essere, finalmente,
legalizzata e regolamentata.
Sarebbe
di contrasto al racket dei magnaccia, soggetti pericolosissimi, che
la nostra magistratura pusillanime preferisce ignorare, colpendo,
invece, i clienti, miserevoli, ma inoffensivi.
Lo
Stato potrebbe operare un prelievo fiscale su questa attività
professionale, cosicché le prostitute pagherebbero le tasse, come
tutti i lavoratori, contribuendo al welfare nazionale.
Sarebbero
libere di esercitare non più sulla strada, ma in locali
autogestiti, messi a loro disposizione dallo Stato, più sicure,
protette e seguite da un’assistenza sanitaria adeguata, anche se
tutto ciò sarebbe dispiaciuto alla senatrice Merlin. Ne sarebbero
avvantaggiati anche gli utenti, nei prezzi e nella sicurezza contro
le malattie veneree e l'AIDS.
Ma
legalizzare la prostituzione significa sdoganarla anche dal punto di
vista etico, sgombrando il campo da un'infinità di ipocrisie,
alimentate da schiere di ipocriti, clericali o laici che siano,
utenti subdoli e sotterranei del sesso a pagamento. Non ci sono più
i parroci di Bocca di Rosa di una volta, nonostante che almeno la
metà degli uomini italiani, sposati e non, frequenti le lucciole,
che siano poi maschi, femmine o trans.
Il
lavoro delle prostitute, per costoro, potrebbe addirittura assumere
una valenza sociale e psicoterapeutica, perché sarebbe una risposta
concreta alle difficoltà di tanti poveracci, incapaci di una vita
sessuale, piena e soddisfacente.
I
moralisti affrontano il problema da un punto di vista falsamente
etico e gridano, ipocritamente, allo scandalo.
Molti
di loro, sposi esemplari, di giorno, regolarmente coniugati
sull'altare del Signore, di notte, frequentano prostitute, spesso e
volentieri, pur presenziando, la domenica mattina, alla Santa Messa,
dopo aver duramente rimproverato e punito i figli, di ritorno dalla
discoteche, luogo di peccato e di perdizione.
E regalano, nel
frattempo, alle povere consorti ignare, ogni sorta di malattie
sessuali; ma anche tra quest'ultime, non mancano prostitute
legalizzate, a vita, che hanno sposato non persone -magari in abito
candido, in chiesa-, ma conti correnti, bancari o postali, corredati
da sostanziosi beni mobili ed immobili.
Esse non vendono solo il
proprio corpo, ma l'intera persona e sono, spesso e volentieri, delle
instancabili ninfomani, che adornano di rigogliose corna le teste dei
coniugi, perbenisti e benpensanti.
Sono,
essi, quei medesimi, miserandi sepolcri imbiancati, che convergono,
furtivi, nella notte, verso squallidi incontri, in auto, in sperdute
brughiere di periferia, con una disgraziata, cui fanno schifo, e che
ne ha passati una schiera prima ed altrettanti ne accoglierà, in
seguito. In pubblico, però, si stracciano vesti, calzini, cappelli e
mutande. Le prostitute mi hanno sempre fatto una gran pena e non ho
mai avvertito il bisogno di incontrarle; i loro clienti, mi fanno
ribrezzo.
In
quanto ad un intervento risolutivo del nostro Parlamento, che ci si
può aspettare, da abituali frequentatori di mignotte, che siedono in
Parlamento, contornati dalle “onorevoli” colleghe, tutte pulzelle
pure, candide ed illibate, sparse le trecce morbide sull'affannoso
petto ?
Franco
Bifani
Che la prostituzione debba essere legalizzata e regolamentata, mi trova d'accordo. Non convengo, invece, sul fatto che debba essere lo Stato a fornire loro l'immobile in cui lavorare. Chiunque voglia aprire una qualsiasi attività (legale), si deve trovare la sede, pagarne l'affitto o comprarla, in più, versare tasse e contributi, ricevere le visite della Finanza, delle ASL e dei NAS. Perché le prostitute no?
RispondiEliminaSono pienamente d'accordo con la Claretta .
RispondiEliminaCondivido anch'io perfettamente
RispondiEliminacertamente.
RispondiEliminaIo condividerei piuttosto la sparizione assoluta della prostituzione, almeno quella pubblica; quella privata, invece, che si consuma in famiglia, da milioni di anni, è invece più dura da combattere. La prostituzione, in ogni sua forma, è la negazione assoluta di qualsiasi aspetto e forma di amore, di sessualità e di genitalità.
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