Cerca nel blog e nelle pagine collegate

venerdì 6 gennaio 2017

Il "gesto emblematico" e l'effigie del Duce.

Per poco più di un lustro la Casa Littoria di Fidenza fu emblema incrollabile del fascismo locale. L'effige del Duce si trovava nel salone principale arredato con mobili in stile d'epoca, vi resterà fino al 
25 luglio 1943 quando:

"Ci furono a Fidenza, come in tutta la provincia, manifestazioni di giubilo. Si inneggia al re, a Badoglio, artefici della "liquidazione".Non ci furono incidenti particolari, ma tutto si ridusse alla distruzione degli emblemi del partito nella Federazione e nelle varie sedi. A Fidenza, nella casa del Fascio, è addirittura un ex segretario fascista a staccare un'ampia foto del Duce e a mandarla in frantumi, calpestandola. Gesto emblematico."  

Dal volume "Fidenza nella Resistenza" di Amos Aimi ed Aldo Copelli del 1984.

L'immagine è del fotografo Achille Coen e fa parte del servizio fotografico ufficiale del palazzo all'epoca della sua inaugurazione.

4 novembre 1937 

Nella foto vediamo un momento della inaugurazione della Casa della Rivoluzione o Palazzo Littorio o Casa Littoria. Più comunemente il palazzo veniva chiamato Casa del Fascio. Nel dopoguerra fu Casa del Popolo, per una generazione fu sede del Liceo Classico D'Annunzio. 

Attualmente la ex Casa Littoria, di proprietà comunale, è vuota, dall'ottobre 2010 è stata posta all'asta per una possible cessione che tarda a venire. 
Il fronte del palazzo, che è classificato come monumento storico, s'affaccia su Piazza Matteotti. 

24 commenti:

  1. Considerando il palazzo dal punto di vista estetico e monumentale, è un fabbricato di valore storico da conservare e ristrutturare, per essere destinato ad altri usi: museo, ad esempio. Da diverso tempo si è ventilata l'ipotesi di allestire a Fidenza un museo con i reperti degli scavi rinvenuti nella nostra zona ed ora negli scantinati della Pilotta di Parma.

    RispondiElimina
  2. Proprietà comunale ( di tutti ! ), zona centrale, collegata a ricordi di varia natura, perché venderla? Per trasformarla in un'altra obbrobriosa costruzione avveniristica , con il rischio che rimanga lì anni con uno " scheletro al vento"? Il Comune vanta grandi risultati nel riciclo dei rifiuti, perché non riciclare anche questo e dargli nuova vita?

    RispondiElimina
  3. bastava metterci a suo tempo la san donnino multiservizi senza fargli acquistare i locali nelle torri per mettere i conti a posto dei soliti amici ed avere un mutuo quarantennale sulle spalle

    RispondiElimina
  4. Non trovo più l'argomento "nuovi parchimetri a Fidenza", nessuno sa quanto sono costati ?

    RispondiElimina
  5. La realtà è che di questo fabbricato non ha importato molto alle varie forze politiche negli ultimi anni. Forse può interessare a chi vuole tornare ai "fasti" del passato.

    RispondiElimina
  6. Sarebbe bene conservarlo, non per amore dei fasti del passato, ma perché è preferibile un bel fabbricato d'epoca a un brutto fabbricato moderno di cemento...

    RispondiElimina
  7. Immagine di un periodo buio, dove il peggio doveva ancora arrivare.

    RispondiElimina
  8. Non è detto che adesso si stia molto meglio...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anonimo, se non altro, adesso, hai potuto esprimere il tuo parere, forse, allora, ti facevano la pulizia intestinale con l'olio di ricino o ti ammorbidivano a manganellate.

      Elimina
    2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

      Elimina
  9. Adesso si sta sicuramente molto meglio! Pochi anni dopo il 1937 la popolazione italiana è stata buttata in una guerra durata 5 anni, dalle conseguenze distruttive globali : molti morti, deportazioni, miseria,distruzione di molte città,fabbriche ecc.
    Quindi, quelli che dicono che adesso non si sta molto meglio di allora fanno finta di non conoscere la storia o non la conoscono affatto, situazione che comunque li porta a scrivere queste frasi assurde a dir poco.

    RispondiElimina
  10. Comunque la conservazione del palazzo in questione non ha nulla a che vedere con la politica, si tratta di decidere se merita di essere recuperato o no.
    Io preferisco quello a una moderna anonima struttura in cemento. Se poi si vuol parlare di storia, conservarlo vuol anche dire riportare alla memoria i nefasti di quell'epoca,affinché non si ripetano più.

    RispondiElimina
  11. Fosse per me lo avrei demolito molto tempo fa, è solo la classica architettura fascista, una schifezza che sarebbe meglio non avere tra i piedi, altro che facciata monumentale.
    Non sarebbe bello ampliare il parco e fare un bell'angolo verde anche per gli anziani che popoleranno le ex carceri ristrutturate?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In effetti, quel casermone munito di archi, è orribile; fra l'altro, ora poi che è inutilizzato da decenni, copre la visuale, con quei pilastroni enormi di cemento, a chi entra od esce, in auto, dal piazzale del Teatro, con tanto di posteggio, dove ronzano centinaia di automobilisti al minuto..

      Elimina
  12. Si può trasformare in un circolo per la cultura a 360° e per le associazioni di volontariato che operano a Fidenza da anni, ma che che non hanno una sede fissa. Che poi può essere visto come un atto per chiudere le ferite di un passato terribile : da centro di comando di un regime tirannico e sanguinario a centro di solidarietà ,educazione e aiuto alla cittadinanza di Fidenza .
    Se fossi un politico penserei a sviluppare questa idea.

    RispondiElimina
  13. Se si trattasse di demolire, quanto sarebbe da demolire, quanto non ha alcun collegamento storico e non sarà mai testimone di nulla!
    Non capisco, inoltre , perché a distanza di tanti anni un palazzo debba essere visto soprattutto per le reminiscenze politiche . Ad una buona parte di fidentini ( dai settanta' anni in giù) suscita tanti altri ricordi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scusi signora Marisa, io penso che Fidenza non abbia bisogno di altri ruderi da aggiungere alla moltitudine che abbiamo già; il fatiscente ex Collegio dei Gesuiti, a pochi passi dal centro, che è una vergogna li da vedere, l'ex convento delle Orsoline che dopo alcuni lustri è ancora da finire, la parte dell'ospedale vecchio ancora in piedi, che doveva diventare la casa della salute ma anche questo è li a marcire. Sul momento non me ne vengono in mente altri ma credo siano abbastanza questi. Per ristrutturare e finire il tutto ci vogliono molti denari e mi pare che, da anni, non ce ne siano.

      Elimina
  14. Io ricordo che era un bar il bar delle cabine... Personalmente lo conserverei... A me ricorda le fughe da scuola.

    RispondiElimina
  15. Dato che non lo so, chiedo lumi; mi piacerebbe sapere cosa c'era li prima di quell'ingombrante e inutile casermone.
    Vista la discussione, mi sono preso la briga di osservarlo un po e non posso che concludere che è un pugno nell'occhio, non c'entra nulla con le costruzioni adiacenti e, guardandolo dal Teatro, è completamente fuori asse rispetto a tutto il resto.
    Se poi lo si vuole lasciare li perchè rimembra favolosi ricordi, fate vobis.

    RispondiElimina
  16. Il periodo più bello d'Italia, prima che francesi e inglesi cioè le nazioni meno democratiche della storia, iniziassero una guerra mondiale tutta anti italiana.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma quando mai, Lucrezia, Francia ed Inghilterra fecero contro di noi una guerra, ma proprio tutta anti-italiana? Siamo stati noi a dichiarar loro guerra, il 10 giugno 1940. E poi, vorremmo noi godere di una democrazia simile a quella di queste due nazioni.

      Elimina
    2. Franco, studia la storia, ma quella vera!

      Elimina
    3. Prova a spiegarmela tu, ottima e massima storiografa, io sono un poveraccio, incompetente e ignorante, al tuo confronto.

      Elimina
    4. Non fu l'Italia a dichiarare la guerra per prima. Furono Francia ed Inghilterra a dichiarare in primis guerra al Reich per la scusa banale della Polonia, ma stranamente non guerra all'Urss che invadeva nazioni dall'altra parte. Di conseguenza dopo un anno l'Italia legata al Reich dal patto dichiarava guerra ai nemici.

      Elimina