Secondo l'ONU, il 20 marzo ci sarebbe da festeggiare la Giornata della Felicità. Ma nessuno, che sia felice, può veramente sapere di essere tale, a mio parere; è come pensare di sollevarsi insieme alla sedia su cui si è seduti. Per verificare se sei felice, dovresti uscire da te stesso e contemplarla da fuori, la felicità. Essa è come un bicchier di vino, pieno fino all'orlo; basta un nonnulla per farlo traboccare e rompere l'incantesimo.
La felicità sconvolge il cuore per un attimo, è un breve spasimo: “Ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole. Ed è subito sera”. Si è felici forse solo quando si crede di esserlo, è un'opinione. Chi mai potrebbe sopportare una vita intera di felicità? Il troppo stroppia!
Solone pare che abbia detto, addirittura: “Nemo ante mortem beatus”. Ed anche Eschilo aveva sentenziato: “Solo quando la vita di un uomo termina nella prosperità, si può chiamare quell'uomo felice.”.
Montale aveva scritto una lirica struggente: “Felicità raggiunta, si cammina per te sul fil di lama. Agli occhi sei barlume che vacilla, al piede, teso ghiaccio che s'incrina; e dunque non ti tocchi chi più t'ama. Se giungi sulle anime invase di tristezza e le schiari, il tuo mattino è dolce e turbatore, come i nidi delle cimase. Ma nulla paga il pianto del bambino a cui fugge il pallone tra le case”.
E' anche vero che per tanti scioccherelli contemporanei, la felicità è poter fare shopping sfrenato, comprando tutto, in contanti o a rate, con il Bancomat o con la carta di credito. Ma insomma...
Franco Bifani
La felicità non si insegue in una corsa ad ostacoli , è lei che ci raggiunge all' improvviso, tanto rapida quanto labile, ma dolce e turbatrice...
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