La figura che propongo è quello di un volto di Cristo affrescato da Oreste Emanuelli che risale probabilmente agli anni venti o trenta del novecento. In quei tempi non era infrequente utilizzare l'opera di pittori anziché ricorrere al marmo per le lapidi mortuarie. Dove ancora è prevista la forma di sepoltura " ad perpetua" questi documenti sono ancora visibili.
Come si può vedere dalle fotografie, scattate questa mattina al cimitero di Soragna, la figura è ormai segnata dagli anni e dall'umidità e non certo destinata all'eternità.
La rappresentazione del Cristo di Emanuelli fa parte del sentire dell'artista e apre una breccia nel panteismo di fondo delle sue opere di paesaggio.
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Particolare: la firma dell'artista Oelli |
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Nel 1920 si reca a Parigi, l'intenzione è quella di apprendere la lezione dell'impressionismo, ma presto torna a Fidenza dedicandosi totalmente alla pittura. Si tratta di pittura paesaggistica, ma non solo. Abbandona la lezione dei maestri e le regole accademiche per affrontare il ritratto e la figura come fossero parte del paesaggio della sua campagna, affida ai numerosi autoritratti i suoi pensieri. Alla fine degli anni trenta partecipa al discusso premio Cremona. Nel dopoguerra aderisce, anche su sollecitazione della moglie Almerina attivista convinta, al partito comunista.
La raccolta di circa 1400 opere donate al comune di Fidenza costituisce il cosiddetto Fondo Oelli. Muore il 22 ottobre 1977 all'età di 84 anni.
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