Dell'articolo di Angela Leandri, pubblicato per i caratteri de "il Risveglio", settimale della Diocesi di Fidenza, riprendiamo la parte iniziale relativa alla descrizione di un dipinto conservato nella Chiesa di San Antonio a Salsomaggiore. L'attribuzione del dipinto e le sue vicissitudini sono sviluppate nella restante parte dell'articolo. In calce diamo in formato immagine il foglio de "il Risveglio" che riporta l'intera prima parte del lavoro di Angela Leandri, nel numero della prossima settimana ne troveremo il completamento.
Nella chiesa di s. Antonio si trova una “Sacra Famiglia”
che purtroppo si presenta in cattivo stato conservativo
La chiesa di S. Antonio a Salsomaggiore conserva un’interessante e inedita Sacra Famiglia ad olio su tela (120X142, non esposta al pubblico). Segnalata come di scuola fidentina della prima metà del Settecento, essa purtroppo si presenta in cattivo stato conservativo, offuscata e depauperata per vaste cadute di colore.
Una foto d’archivio dell’inizio degli anni Settanta, gentilmente fornitami dalla Sovrintendenza BSAE di Parma, documenta adeguatamente la scena. Sulla destra si osserva san Giuseppe seduto con le braccia allargate in delicato gesto protettivo e affettuoso nei confronti del piccolo Gesù che tiene tra le gambe.
Ha sembianze mature, ma non senili. Il suo corpo, piegato in avanti e ricoperto da ampi panneggi, emerge come una sorta di ricovero avvolgente il Bambino. Gesù ha appoggiato un piede a terra e fa cenno di muoversi diretto alla Madre.
Il suo sguardo, velato di tristezza, è rivolto al frutto che tiene in mano. Dall’altro lato, in una posizione arretrata, vi è Maria che, rassicurante, si protende pronta ad accogliere il proprio figlio. Sullo sfondo si scorge un paesaggio a cielo aperto, delimitato da un’architettura sulla sinistra.
Diversamente dall’iconografia tradizionale del tema, che vede la Vergine protagonista e Giuseppe nell’ombra a significare la sua funzione di custode di Maria e del Bambino, questa Sacra Famiglia appare raccolta intorno al Santo, posto in primo piano, conferendogli un’importanza del tutto particolare all’interno della sacra rappresentazione.
Il quadro sacro emerge incentrato sul gruppo padre-figlio, coinvolgente nella sua evidenza di rappresentazione densa di familiarità: carico d’amore, Giuseppe è attivamente impegnato con Gesù, un vispo bambino in procinto di affrontare il suo primo passo. E’ la fotografia di un padre premuroso intento ad assecondare la vitalità del proprio figlio garantendo sicuro sostegno.
Di Giuseppe parlano poco gli evangelisti che trattano della famiglia terrena di Gesù.
Semplici ed intellettuali nel corso dei secoli hanno dato spessore alla sua figura, e tra questi va citata Teresa d’Avila, particolarmente devota al Santo, senza dimenticare la proclamazione della festa universale di San Giuseppe avvenuta nel 1621.
La composizione sviluppata in orizzontale deriva ad evidenza dal famoso esempio di Bartolomé Esteban Murillo, la “Sacra Famiglia dell’uccellino” del 1650, pur conservando differenze: mentre l’una, quella del pittore spagnolo, descrive un brano di vita della famiglia di Gesù calato nella realtà della Siviglia del tempo dell’artista, secondo il naturalismo proprio della Spagna seicentesca, l’altra, invece, definisce una situazione come senza tempo, ricondotta al puro intreccio di sentimenti, questi sì umanissimi, dei tre protagonisti immersi in un paesaggio naturale.
In quest’ultima colpiscono l’accostarsi tenero e rassicurante della Vergine, il suo sguardo dolce e benevolo, l’atteggiamento carico di amorevolezza e premura di Giuseppe nei confronti del Figlio, malfermo nell'affrontare il suo primo passo. Il Bambino partecipa del calore della famiglia terrena, ma il suo sguardo rivolto al frutto (simbolo della Redenzione) adombra malinconia. E’ una famiglia serena quella che si presenta, colta in un momento di intimità. Le posture, eleganti ma naturali e la gestualità delicata, suscitano una sensazione di dialogo in corso, di unione e di legame tra le parti. Sensazione che viene trasmessa anche a chi guarda.
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Angela Leandri
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