mercoledì 15 agosto 2012

Emma Gramatica: la regina della scena italiana


«Venez, mademoiselle, venez, Vous êtes comme les anges, qui n'ont pas de derrière!» », così disse Anatole France a Emma Gramatica che, poco più che ventenne, ebbe l'occasione a Palermo di viaggiare con lui in automobile, ma temeva di essere troppo ingombrante sul sedile. 

Emma era nata a Borgo San Donnino il 25 ottobre 1874 (altri indicano la data del 22 marzo del 1874) seconda figlia del suggeritore e della sarta di Eleonora Duse. 
La sorella Irma, altrettanto famosa, era nata a Fiume, e l'altra sorella Anna a Messina. Esordisce ancora bambina nella compagnia della Duse affermandosi poi definitivamente come prima attrice nel 1900. 

Volontà di ferro, versatilità e naturalezza sopperiscono alla mancanza di avvenenza ed alla sua voce chioccia consentendole di affrontare un vasto repertorio, passando dai ruoli romantici d'inizio carriera al teatro interpretando opere drammatiche di H. Ibsen, H. Bataille e G.B. Shaw. 
Nel cinema è stata interprete di numerosi film dal 1919 agli anni '50. Poco più che novantenne è morta nel 1965 al Lido di Ostia. 
Non mi risulta che la sua città natale, Borgo san Donnino oggi Fidenza, gli abbia dedicato una via o una piazza. Se è così forse è il caso di farlo.
Fu applaudita a Fidenza nel 1953 e, in quella occasione, un altro fidentino illustre, Nullo Musini, ne ricostruì la figura e la carriera in un articolo apparso sul periodico locale Il Risveglio che propongo integralmente.



La casa natale di Emma Gramatica è in
una di queste di Via Frate Gherardo
EMMA GRAMATICA
la regina della scena italiana

Fidenza ha avuto recentemente la fortuna di ascoltare ancora una volta, dopo una lunga parentesi, la voce armoniosa di Emma Gramatica, di questa nostra grande attrice che qui ebbe i natali. 
Anima sensibilissima da cui emana largo e spontaneo il più fine senso di femminilità, appassionata e fremente, tenera e vibrante, quante battaglie ha dovuto affrontare, quante lotte ha dovuto sostenere per affermare la sua personalità e per giungere al traguardo della gloria! Ad una ad una, ha dovuto cogliere le foglie d'alloro, senza mai ricorrere ai mezzi reclamistici e senza nulla chiedere alla Dea fortuna. 
Fermezza nel volere, costanza nel perseverare, tenacia nello studio, furono i capisaldi della vita artistica di Emma Gramatica, che pur dalla natura ebbe sì largo dono d'intelletto.
Tempra artistica, squisitamente sensibile, esuberante di passione sotto il velo di una dolce melanconia scolpito fra le pieghe del suo volto ricco di luci e di ombre, tutto lo sforzo della sua esistenza fu teso ad un unico fine: quello di tradurre sulla scena la realtà della vita, innalzando il teatro di prosa al più alto e puro significato d'arte. Realista nello studio e nella ricerca, realista alla ribalta.
Indipendente e personalissima respinse sempre tutti gli artifizii che potevano facilmente l'applauso momentaneo, l'incenso frivolo e la lode bugiarda. Essa sentì che l'applauso del pubblico deve prorompere spontaneo dal colorito dell'interpretazione, e non deve essere strappato dai mezzucci artificiosi del mestiere.
Vivere una creatura e non rappresentare semplicemente una parte con tutti gli ausili della fastosità coreografica della scena, è stato sempre lo scopo della sua ardua ed appassionata vita di attrice; e della parte studiare non solo quello che c'è, ma anche e soprattutto quello che non c'è. Il protagonista di un lavoro drammatico, più che dall'autore deve essere rilevato dall'attore nelle vibrazioni della sua intima e palpitante vita psicologica, L'anima di giacomina nella "Via più lunga" è stata creata più da lei che da Berstein.
E per giungere questo altissimo fine, Emma Gramatica si affidò alle inesauribili risorse del suo talento e del suo senso artistico. 
Studio del lavoro e studio della interpretazione.
E quali interpretazioni sono le sue! Attraverso la fluida chiarezza della  dizione a alla tenue morbilità de gesto, le interpretazioni di Emma Gramatica sembrano sgorgare dalla sua persona, limpide e spontanee, senza che si avverta l'arduo lavoro di indagine, di analisi e di sintesi con cui l'artista è riuscita a dar vita, movimento e passione al soggetto da lei rappresentato. Essa può salire dalla povera e desolata vecchiezza delle "Medaglie" all'ingenuità ispirata di "Santa Giovanna", sa essere Mariette e Mortella, Cleopatra e Nora, la Demente e Nennelle.
Sa trasfigurarsi, sciogliersi, ricomporsi, nell'eloquenza di uno sguardo, nell'intonazione di una parola, di un gesto, di una pausa, persino nel silenzio assoluto in cui lo svolgimento della scena è affidato solo alle costruzioni muscolari del suo volto e alla movenze or rapide or lente. or rigide e flessuose del suo esile corpo, essa conquista e domina il pubblico, soggiogandolo per tutto lo svolgimento dell'azione drammatica.
La luce che emana da Emma Gramatica è luce di gloria che illumina le tappe ascendenti della immutabile tradizione artistica italiana.
N. MUS.
1953

4 commenti:

  1. Appoggerò ogni iniziativa atta a realizzare la titolazione di una via a Emma Gramatica.

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  2. Anch'io sono d'accordo.

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  3. Una curiosità: credo che saranno in pochi a ricordarlo, ma Emma Gramatica prese alcuni voti in occasione dell'elezione di un Presidente della Repubblica. Non ricordo il periodo, certo è che sono passati tanti anni (forse una cinquantina), ma ricordo bene il fatto in quanto stavo seguendo in TV tale elezione, di sicuro c'era ancora il bianco e nero ed il colore era al di là da venire.

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    1. Era il 1964, per l'elezione di Saragat; si dice che l'avesse votata un cittadino di Castione Marchesi...

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