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sabato 8 aprile 2017

“A piedi nudi sull’erba” Le opere dell'artista fidentino Gian Reverberi in mostra


A piedi nudi sull’erba”, il titolo della mostra che l’architetto e artista fidentino Gian Reverberi ha allestito nello spazio espositivo della ex chiesa di San Giorgio, sembrerebbe un invito, forse lo è, ma solo fino a quando sarà possibile. La mostra affronta infatti il tema del degrado ambientale e utilizzando come materia lo "scarto" richiama la necessità di una valorizzazione e salvaguardia del pianeta.

L'ultimo continente
L'appuntamento è stato realizzato con il patrocinio della Diocesi di Fidenza, della Provincia di Parma, dei Comuni di Fidenza e Castell’Arquato, di Legambiente, della sezione di PArma UCai e di Transvisionismo. 
Alla inaugurazione ufficiale di  sabato 8 aprile erano presenti per il Comune di Fidenza erano presenti il Vicesindaco Giancarlo Castellani e l'Assessore alla Cultura Maria Pia Bariggi, mentre Don Giaemilio Pedroni ha portato alla fine il saluto della Diocesi e di Mons. Carlo Mazza.  
La mostra resterà allestita fino al prossimo 23 aprile e sarà visitabile tutti i pomeriggi, dalle ore 16 alle ore 19; sabato e festivi dalle ore 10.30 alle ore 12.30 e dalle ore 16 alle ore 19.



Dopo il saluto dell'artista, Maria Pia Bariggi ha espresso il suo compiacimento per l'iniziativa che premia ed è premiata dalle belle architetture della chiesa di San Giorgio diventata spazio culturale di prestigio della nostra città, confermando quanto già in precedenza espresso:
“Le opere di Gian Reverberi conferiscono dignità alle emozioni che denunciano e che nello stesso tempo inducono ad agire perché la devastazione dell’ambiente si fermi. L'ipotesi dell’artista è che all'origine della produzione artistica ci sia uno sguardo attento e appassionato della natura. E' uno sguardo che diventa libertà compositiva e sentimento anche per i particolari. Da qui l'esigenza di documentazione, con una precisione a volte da entomologo perché  nulla di prezioso sfugga”.


La presentazione artistica è di Stefania Provinciali, giornalista e critica d’arte, che della mostra ha curato il bel catalogo, che , ascrive alla cosiddetta Arte Povera il lavoro di Gian Reverberi, precisando: 

"Se l'Arte Povera era nata con l'intento di evocare le strutture originarie del linguaggio della società contemporanea liberandolo dalle abitudini e dai conformismi semantici, oggi il riutilizzo di materiali poveri non è più metafora ma forma, è in primis denuncia di una realtà che la coscienza dell'artista porta alle estreme conseguenze."

Termina con l'invito:
"Tocchiamo allora con la nostra pelle il tappeto sintetico che Gian Reverberi ha disteso all'ingresso della mostra per indicare il percorso; camminiamo a piedi nudi sull'erba del nostro futuro, e ascoltiamo quello che ci suggerisce il cuore."

La copertina del ricco catalogo

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