sabato 29 aprile 2017

C'era una volta una famiglia con una prosperosa attività ......




DA QUINDICI ANNI IL COMUNE TERGIVERSA ED AGGIRA LA SOSTANZA DELL'ARGOMENTO E NON PAGA ESPROPRIO E DANNI RILEVANTI ALL'AZIENDA DI UN CITTADINO, CHE, NEL FRATTEMPO, HA DOVUTO CHIUDERE

In Italia, molto spesso, sembra di essere nel "paese dei balocchi", sopratutto quando si ha a che fare con la pubblica amministrazione. 
Fidenza non esula da questo fenomeno, che poi spesso diventa normalità, quindi come tutto ciò che si racconta del paese dei balocchi si incomincia ogni storia con "c'era una volta" e così faremo anche in questa circostanza.

C'era una volta una famiglia con una prosperosa attività agricola posta nella periferia sud est di Fidenza. Erano proprietari del terreno, sul quale avevano costruito da poco una moderna stalla, infatti oltre all'agricoltura, come quasi sempre succede in campagna, all'attività agricola veniva affiancata anche quella dell'allevamento di bovini con produzione di latte. 
La famiglia Guidotti Terzoni, questo è il nome dei protagonisti della nostra favola, pardon, della storia, mai si sarebbe aspettata, non di incontrare la Fata Turchina, ma di incappare nelle maglie della burocrazia di casa nostra e di non essere ancora riuscita a districarsene dopo anni, in conseguenza di questo hanno esposto un singolare striscione di protesta sulla recinzione di casa propria. Tale striscione recita così: 
"USURPATO IMPRIGIONATO DA 15 ANNI DAL COMUNE DI FIDENZA".

La storia inizia nel 1996, quando si iniziava a parlare della realizzazione del primo tratto di tangenziale sud di Fidenza. La favola però va divisa in due tronconi, quello che riguarda la tangenziale ed un capitolo a parte che riguarda la strada di accesso al quartiere artigianale La Bionda, appunto Strada La Bionda, prima dell'avvento di tale quartiere classificata vicinale ad uso pubblico.

Come abbiamo detto l'attività della famiglia  in questione prosperava e dopo una vita di lavoro può anche pensare di levarsi qualche soddisfazione: la prima è una bella villa realizzata proprio su Strada Vicinale La Bionda, distante solo poche decine di metri dalla stalla, separate oggi dal realizzato troncone di tangenziale sud. 
La casa viene realizzata in maniera assolutamente regolare, anche nel rispetto delle distanze e della sicurezza. Davanti alla stessa c'era un fosso, per metà di competenza del comune e per metà dei proprietari. Tale fosso separava la casa dalla strada e da sponda a sponda, a livello terra, c'era una distanza di quattro metri circa (ripeto: due di competenza del comune e due del proprietario). 


Tutto questo, regolarmente approvato dall'apposita commissione edilizia e dall'ufficio tecnico comunale, comprendeva anche una muraglietta con inserita una bella ed artistica recinzione in ferro battuto, naturalmente il tutto in assoluta sicurezza per tutti, abitanti e passanti occasionali, questi ultimi ad una distanza di circa cinque metri.
Quando viene decisa dalle autorità competenti la classificazione a strada comunale di Strada La Bionda, da vicinale che era, viene realizzato un marciapiede, dove? Sul fosso posto al bordo della recinzione, non solo prendendosi i due metri di competenza della proprietà, ma arrivando alla conclusione che la bellissima ed artistica ringhiera in ferro battuto, da approvata ed innocua che era, diventa fonte di eventuale pericolo per i passanti a causa di appuntite sporgenze verso l'invadente  marciapiede, trasformazione che sembrava orchestrata da un vero mago cattivo, proprio come quelli delle favole. 
Per mettere in sicurezza il tutto veniva così posata da personale comunale una ringhiera da cantiere a fare da distanziere per separare di pochi centimetri le punte sporgenti della recinzione verso il marciapiede che, ricordiamolo, non esisteva ai tempi dell'approvata realizzazione. Questo per impedire eventuali infortuni, comunque totalmente in responsabilità dell'ente comunale.

Adesso torniamo dall'altro "ramo" della favola: la tangenziale, la cui realizzazione ha causato danni ai proprietari del fondo, che a causa dei lavori in corso e mezzi meccanici all'interno del proprio appezzamento, ha praticamente distrutto un intero raccolto di frumento. Solite promesse, come quelle del gatto e della volpe, consistenti in un pronto risarcimento. 
Pronto non diremmo proprio: dopo quindici anni la famiglia Guidotti Terzoni non ha visto il becco di un quattrino. Non solo, ma l'area su cui sorge la recinzione sopra menzionata mai è stata espropriata e tanto meno indennizzata, per cui il comune non può, se non dopo che è stata seguita la giusta prassi, intervenire per spostare la muraglietta con la recinzione, come si dovrebbe in casi analoghi.
La favola continua, non è ancora finita; nel nostro caso il "..... e vissero tutti felici e contenti" è ancora ben lontano dall'essere scritto, questo anche se il sindaco sulla stampa locale dichiara:
"Nessun sopruso, la signora Terzoni decide questo intervento con tanto di lenzuolo appeso alla recinzione quando, in data 31 marzo 2017, il legale di sua fiducia, unitamente al legale che segue il comune di Fidenza, hanno trasmesso all'amministrazione un accordo transattivo, conclusivo di tutte le vertenze in atto e risolutivo di ogni situazione ancora aperta. La signora Terzoni, che ha certamente ragione per la conclusione non tempestiva dell'intervento sulla recinzione sul fronte strada e che noi abbiamo inserito nel prossimo stralcio di tangenziale".
A questa dichiarazione del sindaco fa eco la famiglia Guidotti Terzoni con una risposta alla stessa dopo alcuni giorni, sempre sulla stampa locale: 
"Il comune di Fidenza impose all'azienda agricola dei Fratelli Guidotti il vincolo di espropriazione di parte dei suoi terreni per la pubblicizzazione e l'ampliamento della Strada Vicinale della Bionda e per la costruzione della tangenziale con il PRG dell'anno 1996 e ve lo 'perpetuò ed aggravò, senza alcun indennizzo, fino al 2009, allorché, approvato l'ennesimo progetto di esecuzione dell'opera pubblica, ne appaltò la costruzione. A questo scopo espropriò , assieme ad altri, il terreno di proprietà di Guidotti Danilo senza alcuna indennità con il pretesto che esso era destinato dal PRG ad opera di urbanizzazione e che, in futuro, avrebbe dovuto essere ceduto gratuitamente nel contesto di un piano particolareggiato, ancora oggi da approvare! 
L'imposizione e la perpetuazione del vincolo predisposto per l'espropriazione dissuase i fratelli Guidotti, imprenditori agricoli coltivatori diretti, dall'investire capitale per il miglioramento della propria azienda e li costrinse a svendere bestiame ed attrezzature, ma le previsioni di diverse utilizzazioni contenute nel PRG, nessuna delle quali finora realizzatasi, hanno avuto quale unico effetto l'obbligo di corrispondere tributi su un patrimonio del tutto improduttivo.
Guidotti invocò fin dall'anno 2009 l'indennizzo per lo svilimento della sua casa di abitazione, causato dall'opera pubblica, inoltre dall'anno 2011 l'indennizzo per l'usurpazione di una striscia di terreno sul fronte verso la Strada della Bionda ed il ripristino della recinzione, resa inservibile e pericolosa per la costruzione del marciapiede della stessa strada.
Soltanto nell'ottobre 2016 gli fu proposta una transazione che accettò "per sfinimento", ma il testo dell'accordo, laboriosamente messo a punto dagli avvocati delle parti nei mesi successivi, ma tuttora da integrare con il progetto di ripristino della recinzione, questo di competenza comunale, non è ancora stato proposto all'approvazione dell'amministrazione comunale, né vi è conferma che ciò avvenga in tempi certi".


A questo punto lasciamo al lettore ogni conclusione se siamo nel "Paese dei Balocchi" o se abbiamo sbagliato strada arrivando nel "Paese delle Balle", di sicuro il ".... e vissero tutti felici e contenti" è ben lungi dal poter essere dichiarato.
Una piccola appendice: la famiglia Guidotti avrebbe ritirato lo striscione di protesta perchè qualcuno avrebbe ventilato loro della minaccia della sua asportazione da parte della forza pubblica e lo avrebbe spostato nella rientranza del cancello, di un paio di metri più lontano della strada.
                                                                   Germano Meletti
       

4 commenti:

  1. Germano, immaginando quali potrebbero essere le reazioni di querele, denunce, anatemi e scomuniche, mi dichiaro comunque dalla tua parte, in attesa di condividere con te la stessa cella in Via Burla, al 41 tris.

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    1. Prendi su le carte, ma non di legno perchè se litighiamo e poi ce le tiriamo sul muso ci facciamo male

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  2. Invece del "paese dei balocchi" vogliamo vivere nel "paese delle meraviglie" dove i diritti dei cittadini onesti e lavoratori vengono rispettati senza se e senza ma...punto.

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  3. Sarebbe bene anche correggere la scritta sul lenzuolo FIDENSA !!

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