IL VESCOVO MAZZA CITTADINO ONORARIO DI FIDENZA
Il 20 giugno alle 21 al Magnani un Consiglio Comunale solenne
|
Mons. Carlo Mazza, in procinto di lasciare la Diocesi per raggiunti limiti di età, diventerà cittadino onorario della città di San Donnino come ringraziamento per gli anni di episcopato nella nostra città e nella nostra Diocesi.
La cittadinanza onoraria sarà conferita martedì 20 giugno alle ore 21.00 al Teatro Magnani nel corso di una seduta solenne del Consiglio Comunale e di un concerto dei cori cittadini.
- Al saluto del Presidente del Consiglio Comunale, Amedeo Tosi, seguirà l'adozione della delibera di conferimento della cittadinanza onoraria da parte del Consiglio Comunale.
- Sul palcoscenico del Teatro Magnani saliranno poi il Chorus Laetus e i Pueri Cantores della Cattedrale di Fidenza e la Corale San Donnino Città di Fidenza che si esibiranno in “Un concerto per il nostro Vescovo”.
- Al termine dei canti, i referenti delle associazioni culturali, sociali, sportive ed economiche della città ringrazieranno Mons. Carlo Mazza con “Un pensiero per il nostro Vescovo”.
- Saranno poi i consiglieri comunali a ringraziare il Vescovo Mazza per gli anni di episcopato nella nostra Diocesi.
- Dopo l'intervento del sindaco Andrea Massari, sarà conferita la cittadinanza onoraria al Vescovo Carlo Mazza.
- Sarà poi la volta di un video di saluto dei giovani della Diocesi al Vescovo.
- La serata si concluderà con la seconda parte di “Un concerto per il nostro Vescovo”, con i canti delle corali I Cantori di Santa Margherita e I Musici.
Siamo pronti a lasciare con i piedi, ma non con il cuore, questa Chiesa di Fidenza benedetta da Dio. Un pastore va e un altro viene.
Così si svolge la splendida, mirabile e misteriosa successione apostolica. E la Chiesa cattolica, nell’ineffabile disegno di Dio e nella lunga sapienza degli uomini, ha provveduto a norme che regolano il tempo degli uffici, dei ministeri, delle attività pastorali, nel flusso implacabile della storia.
Ai sacerdoti e ai Vescovi è così richiesto di assecondare il dolce giogo dell’obbedienza che esalta la sovranità di Dio e l’umiltà dell’uomo, suo ministro, un “servo inutile”, sempre e comunque.
Dunque con le dimissioni al compiersi del 75° anno di età si adempie la sottomissione alla Chiesa, madre e maestra della fede. Il gesto infonde certezza e abbandono, genera misericordia e perdono, allieta l’animo e lo consegna alla pace. Come dice il salmista: “Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio” (Sal 90, 12).
Sono dunque in partenza e torno all'origine dei miei giorni con l’anima colma di trepidazione, di riconoscenza, di rendimento di lode a Dio. Non è per nulla un passaggio facile e scontato.
Occorre saldezza di spirito e lungimiranza di visione, mitezza d’animo e padronanza di sé: sono virtù speciali concesse dalla benevolenza di Dio a coloro che a lui si affidano senza contropartite.
“Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede” (2 Tm 4, 7), confida l’apostolo Paolo all’amico Timoteo. Forse è fin troppo enfatico applicare a sé la confessione conclusiva di Paolo: eppure ben si addice al pastore di una Chiesa che lascia il ministero al termine del suo mandato. E volgendo lo sguardo sul decennio trascorso con voi, mi pare davvero di poter fare mia la dichiarazione dell’Apostolo delle genti.
Qui non si tratta di stendere bilanci – forse a questo ci penseranno gli storici, se vorranno – ma di lodare Dio per i doni straordinari elargiti, per le benedizioni ricevute, per l’opera compiuta dalle sue mani e per il dono delle vostre amabili persone, pecore del “gregge di Dio” che vive in Fidenza.
L’essere stato servo, e non “padrone” della vostra fede, mi consola e mi libera da eventuali pesantezze di coscienza, come l’essere stato del tutto dedito alla Chiesa di Fidenza, attento all’essenziale della fede, e poi a non cadere in favoritismi, a non preferire qualcosa in luogo di altro.
Sono stato solo, come spiega Papa Francesco, un “pastore con l’odore delle pecore” e con onore Vescovo della Chiesa fidentina.
Ho amato questa Chiesa, come l’ha amata Gesù Cristo, donando il meglio di me stesso, nella piena maturità della mia esistenza, infondendo il frutto di esperienze importanti, di insegnamenti ricevuti, di orizzonti percorsi in stile aperto e universale, senza pregiudizio e condizionamenti, godendo in Cristo di una santa libertà e facendo gustare alle mie “pecore” la gioia immensa di essere cristiani oggi.
Essere pastore della bella Chiesa di Fidenza, con fedeltà e senza condizioni, è stata una grazia senza alcun merito, un dono ineffabile. Così ho sperimentato che “Tutto è grazia” sotto lo sguardo di Dio e per puro amore.
Ho tenuto gli occhi fissi su Gesù, vivendo secondo verità nella carità, asservendosi a nessuno se non al Vangelo di Dio.
Ho amato il popolo a me affidato, il popolo di Dio diffuso sul territorio diocesano con assoluto rispetto, trasparenza e senza alcun interesse personale. Come è stato consolante appartenere a questo popolo santo! Quanto ho imparato da questo popolo antico e dignitoso!
Adesso prego il Signore perché nessuno di quelli che Lui mi ha affidato si siano dispersi. Sarà potuto accadere che taluno si sia sentito offeso. Chiedo perdono e, per quanto mi riguarda, non fatico a perdonare di cuore. Ho cercato la pace, l’ho abbellita con il sorriso, quello di Dio per ogni creatura, fratello e sorella nella fede e nell'umanità.
Mi tornano in mente gli eventi celebrati, i volti incontrati, le sofferenze condivise. Di qui nasce un sentimento intenso di riconoscenza e di affetto verso tutti, in particolare verso i sacerdoti, i diaconi, i religiosi, le religiose: vere sentinelle della vigna e collaboratori, a diverso titolo e grado, nel ministero. Ciò che insieme abbiamo vissuto sta custodito nel mio cuore, ma soprattutto nel cuore di Dio.
Fra poco giungerà il vescovo Ovidio: sarò felice se, volgendo a lui il vostro affetto e la vostra obbedienza nella fede, camminerete nella fedeltà al Vangelo e alla Chiesa. Amatelo come avete amato me, e anche di più!
Vi benedico e vi benedirò sempre nella tenerezza del Signore.
+ Carlo, Vescovo
Onorificenza meritatissima. Me ne compiaccio ed auguro a S.E. Carlo Mazza, tanta salute e serenità per il futuro.
RispondiElimina