Cerca nel blog e nelle pagine collegate

domenica 18 giugno 2017

La Cattedrale di Borgo, opera di Dio, risplende


Opera di Dio, con la partecipazione dell’uomo, è la nostra cattedrale, ci ricorda Mons. Carlo Mazza all'inizio del suo intervento nella Chiesa di San Giorgio, in occasione dell'incontro che ha preceduto la Benedizione dei lavori, o meglio della fine dei lavori, di restauro della facciata della cattedrale. Ciò che vediamo ci riconduce a Dio, vero artefice, che si serve dell’uomo che operi per gli altri uomini, affinché Lo riconoscano.
Un Dio "architetto" che trasmette all'uomo la capacità di esprimere la bellezza, in questo caso attraverso la pietra. Un concetto ardito che oggi più che mai ci dice l'amore del nostro Vescovo Carlo verso la nostra comunità di cui la Cattedrale è fondamento.
L'avvio di quel lavoro di restauro, che ha riportato all'eccellenza visiva la facciata della cattedrale ha, però, origini più semplici: successe il giorno in cui in cripta un fidentino gli consegnò un lapideo, un pezzo di pietra staccatosi dalla cattedrale.
"Il primo impatto col nostro duomo è visivo, la facciata ne è il volto, e allora perché non renderlo suggestivo ed intrigante? Nessuna facciata è così intrigante e ciò che intriga ci spinge a conoscere, ci interroga. La facciata è la storia della Salvezza che troviamo intrecciata con San Donnino".
"Tutto ciò si è espresso attraverso il genio creativo dell'Antelami, "opus hominis", ma nel tempo questa facciata ha espresso significati che vanno oltre la storia che raccontano e diventano segno".
Non sono queste le parole esatte, ma è quanto credo di aver appreso durante i dieci minuti dell'intervento del Vescovo Carlo che conclude "Io sto per andare, San Donnino rimane, il lavoro cominciato non è finito, ma questo è il momento". 
Ritornato tra il pubblico il Vescovo Carlo, è la volta dei ringraziamenti reciproci e prendono brevemente la parola Don Stefano Bianchi, parroco della Cattedrale, il signor Giancarlo Menta, presidente dell'Amministrazione della Cattedrale, il dottor Andrea Massari Sindaco del Comune di Fidenza, il dottor Paolo Andrei Presidente della Fondazione Cariparma
Largo spazio è stato poi lasciato ai relatori, tutti direttamente coinvolti nei lavori di restauro e precisamente le dottoresse Maria Cristina Improta e Paola Franca Lorenzi dell'opificio fiorentino Pietre Dure e l'architetto Barbara Zilocchi, progettista e direttore dei lavori.
La dottoressa Improta ha elogiato i restauratori per il loro eccezionale spirito fatto di serenità, umiltà ed abnegazione e ringraziato per la collaborazione la dottoressa Alessandra Mordacci direttrice del Museo Diocesano.

Ci soffermiamo ora sull'intervento del professor Arturo Carlo Quintavalle che, anziché concludere, apre a problematiche non risolte. Il suo magistrale intervento è da studioso d'arte e di storia.
I problemi aperti riguardano la centralità del monumento ed il suo rapporto con la città e le sue porte, ma anche aspetti apparentemente marginali del tipo "esisteva in questo monumento la porta sud? ". E, proseguendo, "c'è stata una progettazione complessiva antelamica?" "i telamoni delle porte laterali sono antelamici?"
Altrettanti interrogativi riguardano l'interno della chiesa: "dove sono le tracce della chiesa romanica?", "perché nel catino absidale vi sono quattro pietre più antiche, dove erano sistemate?".
Attenzione rivolge poi lo studioso alla storia scolpita di San Donnino, "mistero" di un periodo, il XII secolo, in cui si moltiplicano le chiese dedicate ai santi. E' il secolo in cui tante comunità si riconoscono nell’unità politica che ha nel Santo Patrono il simbolo più evidente di un orgoglio fondato sulla memoria e sulla tradizione.
L’intervento del professore è volutamente breve, per sua stessa ammissione la ricchezza dei precedenti interventi è già bastevole e poco si potrebbe aggiungere per rimarcare l’importanza di questi lavori di restauro della cattedrale.
Alla fine ha parole di elogio verso il "gruppo" che ha operato auspicandone la continuità, ma grande meritato elogio il professor Quintavalle riserva al Vescovo Carlo con il quale da tempo ormai si ritrova, concludendo: "Carlo Mazza un uomo dallo sguardo dolce".
Personalmente ho conosciuto il professor Quintavalle sull'impalcatura mobile in occasione dell'ispezione alle sculture del catino absidale, ma non è solo per questo che ho capito la sua grande attenzione alla nostra città ed alla nostra cattedrale.
Martedì 20 giugno il Consiglio Comunale attribuirà la Cittadinanza onoraria al Vescovo Carlo, auspico ci sia un altro "martedì" per il professore!



Un ultimo cenno riguarda l'entità dei lavori ed il loro finanziamento, a quest'ultimo hanno concorso sia i contributi dell'8 per mille che il sostegno della Fondazione Cariparma.
L'importo dei lavori finanziati è stato di 750.000 euro, ammontano invece a circa 20.000 gli euro per il ripristino del decoro del portone centrale e dei due laterali e qui il finanziamento è maturato molto vicino al sagrato e chi ha orecchi per intendere intenda.


Chiuso l'incontro-convegno ci si è spostati sul sagrato del Duomo dove, con breve cerimonia, i lavori sono stati benedetti con la solennità che a tanta bellezza conviene.
Ma proprio qui, sul sagrato, la ristretta presenza di fidentini è misura di quanto la città sia oggi lontana da questa sua cattedrale che a parole esalta.

Ambrogio Ponzi


17 commenti:

  1. Mmmh, Opera di Dio...Opus Dei...mi suona male....

    RispondiElimina
  2. La tentazione di giocare con le parole è forte e Lei , Signor Bifani, coglie subito l'occasione.
    In questo caso ci distacchiamo dagli egoismi, dalla corruzione, dal vile denaro per rimanere nella creatività umana che ha saputo valorizzare i talenti ricevuti per produrre un monumento che è libro aperto di riflessione e conoscenza. Se andiamo nel campo dello spirito, ammetterà che entriamo nel soprannaturale che è in noi Luce di Dio. Ed è appunto quella Luce , quell'Idea, che permettono ad ognuno di noi di esprimere il frutto del pensiero, l'elaborato delle nostre idee.
    Che parole come Opus Dei richiamino pensieri e ricordi molto terreni, è un altro discorso...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Signora Marisa, stavolta non l'ho capita agevolmente; troppo contorta e complicata, in un intreccio tra fede, mistica, psicologia applicata alle arti architettoniche. Ma sarà senza meno colpa mia. C'è quel detto, "Quandoque bonus dormitat Homerus", stavolta sono io ad essere in procinto di concedermi alle braccia di Morfeo. Se è successo ad Omero...

      Elimina
    2. Forse sono stata io a fraintendere. Mi è sembrato cogliere una certa ironia nell'accostamento tra Opera di Dio e Opus Dei di non sempre limpida e chiara funzione...

      Elimina
    3. Nel 1997, don Giussani, intervistato dal futuro direttore della Gazzetta di Parma, Michele Brambilla, aveva affermato, utilizzando una metafora, che i ciellini sarebbero i «balilla, gli irregolari che tirano le pietre», mentre quelli dell'Opus Dei «hanno i panzer: vanno avanti ben corazzati, con i cingoli, anche se li hanno rivestiti di gomma. Il rumore non si sente, ma ci sono, eccome. E ce ne renderemo conto sempre di più». E sì cha anche i ciellini non sono certo delle libellule.
      L'Ous Dei è stato ampiamente criticato da molta parte del mondo cattolico e da parecchi giuristi, che lo hanno definito come una setta ultrasegreta, molto simile, nei modi e nei metodi, a Scientology, una specie di massoneria cattolica. Già il fatto che sia amministrato da esponenti del clero iberico, il più retrivo del mondo, lo rende sospetto.
      Inoltre, il suo fondatore si flagellava in modo inimmaginabile, con una disciplina munita di lamette da barba, schizzando sangue su tutte le pareti; portava anche un cilicio o due. Ma Cristo, flagellato da terzi, non da se stesso, quando mai ha raccomandato di mortificare e ferire il proprio corpo, come è invece prescritto agli adepti di Opus Dei?

      Elimina
  3. Ma se Bifani e Guidorzi si cambiassero il numero di telefono?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Spiritosone, anonimo, Defensor fidei del Vaticano e dintorni!

      Elimina
  4. Defensor fidei del Vaticano e dintorni un bel niente, anche perché non mi conosce! Approfitto dell'anonimato perché non amo la pubblicità. Posso dirle che sono un'anonima con una veneranda età che ogni tanto ama fare dello spirito. Con questo passo e chiudo e le auguro buona giornata.

    RispondiElimina
  5. Oggi è il 21 giugno, solstizio d'estate, giorno più lungo dell'anno.
    Il sole alle ore 13 (ora solare) illumina la criniera del leone posto all'angolo della torre del Trabucco, mentre tutta la facciata è ancora in ombre. Il riferimento è a Cristo, Luce del mondo, che accompagna il cammino dei pellegrini.
    Chi avesse tempo e volesse sfidare il caldo, potrà osservare anche nei prossimi giorni questo particolare (uno dei tanti) del nostro splendido Duomo.

    RispondiElimina
  6. Finalmente un commento interessante!

    RispondiElimina
  7. Fausto, nel Suo invito si potrebbe configurare il reato di istigazione al suicidio per colpo di calore. Vorrei ricordare che, in questo giorno del 1964, in una contea dello Stato del Mississippi, vennero uccisi tre giovani che lottavano per i diritti degli afroamericani. La vicenda venne narrata nel film "Mississippi burning".

    RispondiElimina
  8. Per prima cosa un abbraccio forte forte all'amico Fausto.
    Noi poveri mortali abbiamo sete di sapere, grazie Fausto che soddisfi questa umana necessità, dopo i Tuoi interventi siamo più ricchi culturalmente, scopo fondamentale di questo blog.
    Per quanto riguarda gli interventi del tuttologo, non si era ritagliato un suo spazio nell'articolo precedente, che chiamerei " ricreazione " un distacco dalla cultura e dalla informazione offertaci da Ambrogio ?
    Continui ad usufruire delle ricreazione senza disturbare.
    l'Anonimo di Borgo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco il tipico acculturato borgsàno che, quando non sa più che rispondere, si arrampica su specchi bisunti e comincia ad offende. Io non sono né tuttologo, né onnisciente ed infallibile, come pare essere Lei; da dove lo avrebbe ricavato, s'il vous plaÎt In quanto a cultura, insomma, qualche cosuccia la conosco, e Ambrogio, bonariamente, ospita le mie sciocchezzuole, tanto per darmi un contentino, perché è un uno generoso e compassionevole e sa anche che Dio lo ricompenserà 70 volte 7, nell'alto dei Cieli.

      Elimina
  9. Non si smentisce neanche nelle repliche.
    Dove sta l'offesa ?
    E' troppo generoso, da buon esperto, attribuisce le proprie doti ad altri.
    Accusa gli altri che quando non sanno cosa dire si arrampicano sugli specchi, naturalmente senza dimostrare tale affermazione.
    Basta leggere il Suo primo intervento per rendersi conto della provenienza di tale comportamento.
    Cosa centra l'Opus Dei con i restauri della nostra Cattedrale ?
    Rientri nei ranghi, usi lo spazio della "ricreazione" senza scantonare o meglio disturbare gli interventi degli studiosi che ci onorano delle loro ricerche, ce li propongono per le nostre meditazioni, facendoci più dotti.
    l'Anonimo di Borgo.

    RispondiElimina
  10. Ma se Anonimo e Bifani si scambiassero numero di telefono ?

    RispondiElimina
  11. Signora Guidorzi, io ho un nome e cognome, che risultano sul l'elenco del telefono e mi firmo, l'Anonimo borgsàno, invece, no. Per fare un esempio di persone che dialogano cortesemente e civilmente, qui sopra, ci siamo io e Lei. L'Anonimo è così a corto di sense of humor, che continua ad incaponirsi su un'ironia che ho scritto su Opus Dei e Opera di Dio. Ambrogio, o sei capace di tenerlo a bada e a cuccia, o mollo il blog. Credo di non aver mai insultato nessuno qui sopra e il disprezzo di un maleducato, per cui sarei capace solo di redigere barzellette, non lo sopporto. E per me finisce qui, che è meglio!

    RispondiElimina
  12. Autoregolatevi. Lo spazio è aperto, nessuno è escluso. Importante restare in tema, rifuggire dalle banalità, evitare allusioni, ma questo lo sapete anche voi.

    RispondiElimina