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mercoledì 21 giugno 2017

Mons. Carlo Mazza "Fidentino"


Mons. Carlo Mazza, sollevato dagli oneri connessi alla sua figura di Vescovo della Diocesi di Fidenza, ha ricevuto il riconoscimento che la città riserva a chi ha contribuito a scrivere un capitolo della sua storia e in qualche modo le è stato compagno di strada.

Il Vescovo è oggi Cittadino Onorario della città di San Donnino. La cittadinanza onoraria gli è stata conferita martedì 20 giugno al Teatro Magnani dove il Consiglio Comunale si è riunito in "seduta solenne".
Alcune immagini ci aiutano a ripercorrere la lunga serata a cui molti fidentini hanno partecipato e che quattro cori cittadini hanno arricchito con un concerto di ringraziamento.
In apertura Chorus Laetus e i Pueri Cantores della Cattedrale di Fidenza e la Corale San Donnino Città di Fidenza che si sono esibiti nella prima parte del “Un concerto per il nostro Vescovo”.
La seconda parte del concerto, preceduta dalla proiezione di un video di saluto dei giovani della Diocesi al Vescovo, ha chiuso l'intensa serata, sul palco del Teatro Magnani  i Cantori di Santa Margherita e I Musici.

Aiutati dalle immagini ripercorriamo, nei limiti delle nostre capacità tecniche e professionali, quanto abbiamo vissuto.

I brevissimi convenevoli preliminari non hanno impedito il
puntuale inizio della serata. Nella foto il Vescovo Carlo
 con alcuni noti consiglieri comunali.
L'assessore Maria Pia Bariggi, per una serata maestra di cerimonia,
istruisce, con po' di apprensione, Vice Sindaco e consiglieri,.

Il pubblico attento e partecipante. I posti vuoti lo sono solo
momentaneamente per motivi tecnici di ricambio scenico. 
Il Presidente del Consiglio Comunale, Amedeo Tosi,
apre il momento ufficiale con il suo discorso che 

siamo in grado di trascrivere integralmente. 

Carissimo Vescovo Carlo, la città di Fidenza è qui oggi riunita per dirLe grazie!  

Immensamente grazie!

E lo farà fra pochi minuti conferendoLe la Cittadinanza Onoraria attraverso i suoi rappresentanti che compongono il Consiglio Comunale, massimo organo amministrativo di questo territorio.
Resterà così cittadino di questa terra e di questa comunità, che l'ha senza dubbio così tanto amata e seguita come avviene sempre più raramente in questo nostro tempo.
Possiamo affermare con grande orgoglio e immenso affetto che sarà fidentino per sempre!
Se ripenso a questi ultimi dieci anni e al contesto politico, economico e sociale che lo ha attraversato rileviamo una delle crisi economiche e sociali più drammatiche dal dopoguerra ad oggi.
Constatiamo un velocissimo cambiamento nel vivere e soprattutto nel comunicare tra le persone, nelle aziende, tra i giovani e nelle famiglie.
Osserviamo passivi, come in pochi anni, valori e conquiste che sembravano inattaccabili, perchè frutto di una storia e di un lungo percorso anche come nazione, sono state invece smontate, ridimensionate rilette e reinterpretate con il risultato di finire tutti noi sempre più poveri di valori e diritti.
Stiamo infine vivendo il fenomeno dell'immigrazione che ha messo a nudo le difficoltà dell'Europa e dei suoi valori fondanti, oltre a mettere a dura prova la nostra tenuta sociale.
In tutto questo, Lei, ha rappresentato per questa comunità cittadina il faro da seguire per arrivare sicuri al porto malgrado la nebbia e la tempesta del nostro tempo.
Attraverso le sue profetiche e preziosissime Lettere Pastorali ci ha preso per mano guidandoci nella riscoperta dei valori fondanti del nostro vivere insieme, come fa un padre con i suoi figli.
Un altro suo instancabile insegnamento è stato quello di riscoprire che abbiamo tutti una casa comune: la nostra meravigliosa Cattedrale che grazie al suo martire San Donnino, testimonia la nostra storia, identità e  base per il nostro futuro.
Ci ha ricordato la fortuna di avere un gioiello artistico, ricco di storia e di fede, non solo per la nostra città ma per tutta l'Europa come affermava tra gli altri il compianto Jacques Le Goff.
Ma non si è limitato a ciò, si è anche fatto carico di “ristrutturare la casa”, rendendo la nostra Cattedrale più bella, straordinaria e maestosa, al centro sia della Via Francigena che della nostra storia.
Fin dal suo ingresso in diocesi ha tanto amato i nostri giovani, accompagnandoli nel cammino della loro crescita, spronandoli nel seguire la loro vocazione e richiamandoli all'impegno.
A tutti, credenti e non credenti, ha sempre ricordato che siamo figli di Dio e, per questo, amati, unici e preziosissimi.
Anche nei momenti più difficili e bui ci ha sempre ricordato che abbiamo il diritto di essere felici.
Possiamo, con molto rispetto, affermare che è stato fedele al motto che ha scelto per il suo episcopato, ricordandoci come: “tutto è grazia”.
Carissimo don Carlo, lasciami infine ringraziarti pubblicamente, come amico, per tutto quello che mi hai insegnato in questi anni. Per i consigli che mi hai dato e della fortuna che ho avuto a poter vivere tante esperienze insieme. Ho ritrovato un padre sempre pronto a consolarmi e proteggere, un amico sempre disponibile ad ascoltarmi ed un maestro che, con tanta pazienza e rispetto dei mie limiti, mi ha aiutato a crescere culturalmente, umanamente e nel mio personale percorso di fede. Grazie!!
Chiudo leggendovi un brano della Lettera Pastorale 2013 – 2014 “Il Seme. Il Fiore. Il Frutto. Vivere la speranza in attesa della venuta del Signore” che ritengo sia bellissimo e spieghi con parole semplici ma profondissime i valori fondanti del nostro vivere assieme e che possiamo definire “bene comune”:
Se vedi un giovane pregare, è segno di speranza. Se vedi un anziano sorridere, è segno di speranza. Se vedi un prete benedire, è segno di speranza. Se vedi un genitore affidarsi a Maria, è segno di speranza. Se vedi un operario lavorare, è segno di speranza. Se vedi un immigrato accolto, è segno di speranza. Se vedi la Caritas soccorrere, è segno di speranza. Se vedi un malato confortato, è segno di speranza. Se vedi la Pubblica accorrere in città e nei Paesi, è segno di speranza. Se vedi, certo, se hai gli occhi per vedere! Se vedi, certo, e se ti metti a fare lo stesso allora c'è speranza”.

Grazie ancora Vescovo Carlo! Continui a pregare per noi e a seguirci nel nostro cammino.

Fidenza, 20 giugno 2017

Il Presidente del Consiglio Comunale
Amedeo Tosi


Sempre il Presidente Amedeo Tosi, qui contornato
dai consiglieri (quelli presenti logicamente) 
Il Vescovo Carlo, supportato dal parroco della Cattedrale
Stefano Bianchi, nel posto d'onore in prima fila
E' il momento del Sindaco Massari e della fascia tricolore.
Maria Pia chiude questa prima parte ed apre il palcoscenico ai
cori per la prima parte del “Un concerto per il nostro Vescovo”. 




Benvenuto Uni porta il saluto dell'Associazione le
Vie del Sale e del gruppo del cavalierato fidentino. 
Manfredo Pedroni, esponente politico fidentino di lungo corso,
ringrazia il Vescovo per la sua opera che ha premiato la città,
anche per l'impegno culturale e di presenza civile.
Ripresa la parte ufficiale con la votazione unanime dell'atto
deliberativo, il Consiglio si stringe attorno al presule
L'annuncio
La consegna dell'Attestato

Il discorso




1 commento:

  1. Bravo Ambrogio, ottimo resoconto, come se si fosse presenti. Dai sempre la possibilità di essere al passo con gli avvenimenti quasi mentre accadono. Grazie.

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