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lunedì 25 dicembre 2017

Entrare nel mistero del Natale del Signore

Riprendiamo integralmente il messaggio, pubblicato nel sito web diocesano, che il Vescovo di Fidenza ha rivolto alla città ed alla diocesi in occasione di questo Santo Natale. 
Le immagini con le quali abbiamo pensato di impreziosire questa pagina si riferiscono al Presepe esposto in cattedrale e benedetto dal Vescovo stesso e realizzato  da Luigino Aimi, Andrea Giavarini e Marco Reggiani..



Per entrare nel mistero del Natale del Signore

L'annuncio recato dagli angeli ai pastori li interpella a tal punto che essi si sentono provocati e, dopo una consultazione tra loro sul da farsi, decidono di mettersi in viaggio e di agire come la parola angelica aveva dichiarato.
Essi interpretano l'accaduto come un segno esplicito della volontà di Dio che ha voluto far conoscere loro l'evento che riguarda il suo piano di salvezza nella storia dell'umanità. I pastori senza indugio si recano sul luogo per contemplare la sorpresa di un Dio che si interessa di loro. Ogni ostacolo è tolto nel loro affrettarsi e il loro andare è orientato là dove porta la buona notizia, che si offre loro nella semplice scena di una maternità: «Trovarono Maria e Giuseppe e il bambino che giaceva nella mangiatoia» (Lc 2,16).
Davanti al segno nella sua essenzialità i pastori si fanno testimoni dell'evento offrendo, al contempo, a chi li ascolta, una interpretazione dei fatti. Essi diventano i primi discepoli di una chiamata che li ha coinvolti e della quale essi non possono tacere. Il loro narrare assume il linguaggio tipico della predicazione cristiana degli inizi, tesa a persuadere e a coinvolgere. Infatti, quanti ascoltano il loro racconto si stupiscono, ovvero cominciano ad interrogarsi sul senso di quanto accaduto.
In questa prospettiva, Maria la Madre del Signore offre una indicazione preziosa con il suo atteggiamento. Annota Lc: «Invece, Maria, da parte sua, custodiva tutti questi fatti meditandoli nel suo cuore»..
L'atteggiamento di Maria non ha nulla di nostalgico. Al contrario, Maria esprime una autentica confessione di fede che dichiara la presenza misericordiosa di Dio in quell'evento. Rispetto al concitato movimento dei pastori, Maria, la Madre del Signore, vera discepola dell'evangelo, interpreta attentamente nella fede il significato ultimo di quanto è accaduto. Infatti, è nel suo cuore che ella custodisce e medita; ciò significa che Maria non interpreta l'evento esclusivamente dal punto di vista razionale, per farsene una ragione logica. 
È nella fede, ma anche nella sua carne, che la Madre del Signore rilegge l'evento: Dio si abbassa verso una povera umanità, nel suo Figlio, affinché la buona notizia giunga ad ogni uomo come promessa adempiuta e speranza realizzata.
L'evento della incarnazione del Signore, vera condiscendenza di Dio verso l'umanità della quale diventa a tal punto prossimo da assumerla totalmente in sé nel Figlio Gesù, trova la sua rivelazione nel mistero della sua Pasqua.
Non stupisce, pertanto, che la tradizione iconografica delle Chiese orientali abbia riletto l'evento del Natale del Signore alla luce del mistero della sua Pasqua. 
In questa prospettiva, la grotta della natività è il segno della notte del mondo avvolto nel suo peccato; è lì, al cuore della malvagità della notte più oscura che giunge la prossimità di Dio in Gesù il Cristo; le fasce, nelle quali Maria, la madre, avvolge il bambino sono profezia delle bende che avvolgeranno il corpo martoriato e crocifisso del Signore prima di essere posto nel sepolcro; la stessa mangiatoia è annuncio della sua deposizione nel sepolcro, profezia dell'inizio di una nuova umanità nata dal mistero della morte e della risurrezione del Signore.
Il Signore ci renda custodi sapienti del suo volto misericordioso manifestatoci in Gesù, il Figlio amato e nostro fratello.
 + Ovidio Vezzoli
 vescovo






1 commento:

  1. Una realizzazione come sempre stupefacente, realistica e frutto di un impegno davvero considerevole. Grazie a Luigino Aimi, Andrea Giavarini e Marco Reggiani. Grazie alla loro dedizione e al fatto di renderci un "Presepe" che ci coinvolge non solo spiritualmente, ma che tocca anche le corde della nostra memoria.

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