Un po' di tempo fa un'anziana insegnante espose una sua perplessità riguardo certi personaggi a cui sono intitolate le vie della città, che purtroppo pochi abitanti conoscono. Il suo pensiero rispecchia anche il mio, per natura disposta a cercare l'origine delle cose.Ho considerato l'elenco delle vie dando ad ogni nome una collocazione temporale e una motivazione alla scelta. Certi vengono da lontano, li separano da noi secoli, alcuni emergono dalle reminiscenze scolastiche, come Dante Alighieri, Cavour, Ariosto, Giotto...altri si perdono nel tempo, anche se il loro valore permane. Marisa Guidorzi
Nei pressi dell' Oratorio di S. Giorgio si trova via Jacopo Milani.
Le origini di questo personaggio sono citate nel“ Repertorio dei Professori della Università di Bologna” dove si legge:
“Milani da Parma Jacopo, da Borgo S. Donnino, e ...per lungo domicilio fatto cittadino bolognese... fu lettore famoso di Medicina nella nostra Università dall'anno 1438 per tutto il 1453-54”.
Nato a Borgo sicuramente prima del 1390, ebbe due mogli: Bittina di Baldassarre di Giovanni Bargellini, con dote di lire 650, e Leonia Leoni di Borgo, dalla quale ebbe il figlio Andromaco di carriera ecclesiastica con numerosi benefici.
Giovanni Garzoni (1419- 1505) nell'orazione funebre per la morte di quest' ultimo, cosi ne elogia il padre Jacopo:
“famosissimo e supremo filosofo e medico... addottorato a Padova dove al tempo non vi era medico più dotto, più capace.”
Trasferitosi Jacopo a Bologna sembra che vi abbia risieduto per circa settanta anni, comunque per un lungo periodo, condizione questa per essere riconosciuto “bolognese”.
Che nella sua identificazione si indichi Parma deve intendersi quale riferimento alla Diocesi di provenienza, solo nel 1601, infatti , Borgo divenne sede di Cattedra Episcopale ( G. Fantuzzi). Jacopo Milani morì in Bologna nel 1454.
La famiglia Armarolo di Omate ( Brianza ) si era trasferita a Borgo agli inizi del Cinquecento ed avvenne la contaminazione del cognome in Omati.
Stanislao nacque nel 1630 da Donnino, soldato fra i corazzieri del Duca Odoardo, e da Paola Testi.
La famiglia godeva di prestigio nella comunità tanto che Donnino fu più volte incaricato di recarsi, come persona di nobile estrazione, a rappresentare Borgo presso i duchi di Parma.
Stanislao si addottorò in Medicina presso l' Università di Piacenza ed esercitò la sua professione con merito. Com'era consuetudine per tutti gli studiosi dei secoli passati si dedicò e coltivò con passione le lettere che gli diedero più fama del' esercizio della medicina.
Fu polemista distinto e nel 1677 pubblicò un 'Antologia apologetica in aperto contrasto di opinioni con il dottor Filippo Trombetti di Aulla, medico a Genova. Sembra che allo stesso abbia indirizzato un volumetto stilato in sole quarantotto ore, Il Crivello.
In questi scritti rivela un acre e mordace gusto di litigare e rivede i conti al suo avversario sia per la grammatica che per l' ortografia. Morì nel 1702.
In un vicino vicolo, frequentato soprattutto per la presenza degli ambulatori, si ricorda il nome di un altro medico: Giacomo Tommasini.
Nato a Parma il 2 luglio 1768, ivi si laureò a soli venti anni.
Grazie ad una borsa di studio si recò in varie università per seguire corsi di perfezionamento delle nuove metodologie mediche. Fervente studioso si dedicò alle lettere e scrisse in italiano e in latino. Con la sua eloquenza convinse Napoleone a desistere dal progetto di soppressione dell' Ateneo di Parma .
Nel 1815 gli fu assegnata la cattedra di Clinica Medica dell' Università di Bologna. Si impegnò in modo particolare perché si adottasse un metodo sperimentale contro sistemi spesso empirici privi di fondamento scientifico.
Subì con altri un processo per sospetto di appartenenza a società segrete, furono tutti assolti, ma la vicenda lo amareggiò e decise di tornare a Parma.
Godettero delle sue cure personaggi importanti, dal conte di Neipperg alla stessa Maria Luigia e a Madama Letizia, madre di Napoleone.
Gli furono conferite onorificenze: la Legion d'Onore, l' Ordine Costantiniano di S. Giorgio e la Medaglia d'Oro per i benemeriti della salute pubblica.
Morì a Parma il 26 novembre 1846
A Giovanni Borghesi è dedicata la via di quello che ormai dai fidentini di oggi è conosciuto come “ vecchio ospedale “ (a volte non c'è bisogno di tanto studio per definire un luogo; questa indicazione sarà usata a lungo senza mai sapere chi la adottò per primo!). Borghesi era nato a Fidenza il 17 settembre 1821.
Laureatosi a Parma, esercitò a Borgo la sua professione medica, partecipando inoltre attivamente alla vita pubblica della città.
Fu generoso benefattore legando al locale Asilo Infantile la somma di 40 mila lire, somma notevole a quel tempo.
Dotò dell'impianto di riscaldamento, sostenendone l' intera spesa, l' Ospedale Civile, che, grazie al lascito testamentario Cornini-Malpeli e all'intervento del vescovo Alessandro Garimberti il quale aveva riunito tutti i beni rimasti dei vari ospedali , intorno al 1780 era stato fondato sul terreno dei due coniugi (ex Cinema Corso).
Fino al 1884 ricoprì la carica di vice-presidente degli Ospizi Civili. Morì il 14 aprile 1885.
Alle proprietà terapeutiche delle acque salino-jodiche di Salsomaggiore sono legati tre nomi di medici che ne intuirono le applicazioni, ma soprattutto le sperimentarono e diedero inizio allo sviluppo dei locali stabilimenti termali.
Lorenzo Berzieri, nato a Besozzola nel Comune di Pellegrino P.se il 4 dicembre 1806, ultimo di sei figli, era discendente da una antica famiglia di pastori provenienti dalla Francia (pastore-berger) intorno al 1450.
Sia la madre Francesca Marubbi che il padre Antonio appartenevano a famiglie che avevano goduto “per la qualità dei loro costumi" della protezione dei Farnese prima e dei Borbone poi. Il giovane Lorenzo studiò prima a Borgo, poi a Piacenza, e dal suo precettore apprese i principi dell' osservazione dei fenomeni e del metodo sperimentale.
Laureatosi nel 1835, si stabilì a Salsomaggiore dove nel 1839 ebbe l' intuizione di utilizzare le acque per la cura di una bambina, Franchina Ceriati, colpita da un' affezione ossea, ritenuta inguaribile. Le ipotesi sull' efficacia della sua sperimentazione si rivelarono un successo: il caso fu presentato a vari congressi medici, riscuotendo un interesse internazionale.
Per divergenze con il Consiglio degli Anziani fu rimosso dal'incarico che gli era stato conferito dal Podestà.
Ben presto fu nominato a Borgo S. Donnino medico del Deposito dei Mendicanti, incarico che mantenne per quarantadue anni.
Esonerato nel 1884 per l' età avanzata, morì povero e dimenticato a Lucca nel 1888. ( Dopo circa trent'anni le sue ossa furono trasferite a Salsomaggiore)
Giovanni Valentini, nato a Salsomaggiore il 15 luglio 1816, si laureò in Medicina a Parma nel 1840.
Successe al Berzieri nella condotta medica di Salsomaggiore e continuò sulla via iniziata dal suo predecessore per diffondere la conoscenza dei benefici terapeutici delle acque saline.
Ebbe il merito del primo tentativo di stabilimento termale che nel 1847 fu installato in una casa di campagna, attrezzato con semplici tinozze con l' uso dell' acqua madre, ossia del residuato della estrazione del sale.
Ricoprì numerosi incarichi non solo a Salsomaggiore, ma anche a Parma. A Borgo San Donnino fu consigliere del Ricovero di Mendicità.
Amante delle lettere, fu raccoglitore di memorie storiche, fu in rapporti di amicizia con esponenti del mondo culturale del suo tempo e a lui si deve l' attenzione con cui fece conoscere i meriti del pensiero di Gian Domenico Romagnosi.
Morì a Salsomaggiore il 29 marzo 1886. Una via lo ricorda nel quartiere Oriola.
Se il Berzieri e il Valentini diedero l' avvio all'uso delle acque di Salsomaggiore, affinché fossero a disposizione di tutti per le loro proprietà, Edoardo Porro ne intuì i vantaggi in campo ginecologico.
Nato a Milano nel 1842, compì gli studi a Padova, dove la famiglia si era trasferita, e si laureò in medicina e chirurgia con la specializzazione in ginecologia.
Attratto dagli ideali patriottici, fu un fervente combattente tra le file di Garibaldi.
Assunto presso l' Istituto di Maternità di Milano ne divenne dopo breve tirocinio direttore. Scienziato di grande valore fu tra i primi a studiare e a sperimentare nella città termale la nuova prospettiva di applicazione delle acque salso-jodiche nelle problematiche ginecologiche al fine di scongiurare nella maggioranza dei casi un intervento chirurgico. Il suo contributo alla cura delle patologie femminili fu rilevante al punto di meritargli l' appellativo di apostolo della maternità. Morì a Milano il 18 luglio 1902.
Al nome di Luigi Musini richiamano una via nei pressi del parco delle Rimembranze e il Museo del Risorgimento.
Nato a Samboseto di Busseto il 24 febbraio 1843, è ricordato come patriota e combattente al seguito di Garibaldi. Solo alla Spedizione dei Mille non potè partecipare per la giovane età, questo indica quali fossero il suo fervore e amore per la libertà.
Si laureò in medicina nel 1869, già figlio di medico, e continuò a seguire i suoi ideali. Fu proprio l' esercizio della sua professione tra le famiglie povere e disagiate della Bassa che lo avvicinò al Partito Socialista. Venne eletto deputato con Andrea Costa. Dopo le sue dimissioni si ritirò a Fidenza senza tuttavia rinunciare alla partecipazione alla vita amministrativa.
Morì a Parma il 20 febbraio 1903.
Desidero rivolgere un pensiero
personale al Dottor Luigi Grassani.
Arrivata a Fidenza nell'autunno
1976, dietro mia richiesta un' amica mi diede il suo nome. La sala d' attesa dell'
ambulatorio in piazza Garibaldi era affollata di persone che pazientemente
attendevano il loro turno.
In un tardo pomeriggio di
dicembre cominciò così il rapporto medico-paziente che durò fino al suo ritiro.
Ne potei subito apprezzare la disponibilità professionale, ma soprattutto
umana. Amava parlare, a volte ti stupiva con una risata, sapeva sollevare dall'ansia di un referto, si assumeva la responsabilità delle sue diagnosi.
Gli piaceva ritornare indietro
con i ricordi in quell'angolo di terra Destra Secchia-Fiume Po, da cui
provengo, dove egli aveva vissuto le sue prime esperienze da medico. Ne parlava
con serena nostalgia, lo faceva spesso, raccontava di quegli anni, delle
persone, degli incontri...
Sempre pronto, fino all'ultimo,
per una parola, all'accoglienza di chi si fermava per un saluto. La ricchezza
della vita che portiamo con noi è alimentata anche dal ricordo di chi ha saputo
essere presente accanto a noi ed ha condiviso e dato fiducia ai nostri giorni.
Maria Guidorzi
Grazie. Un bellissimo regalo di Natale
RispondiEliminaMolto dettagliato ed interessante...
RispondiEliminaNon si può prescindere dal conoscere a fondo il luogo che abitiamo e che "ci abita".
Brava, signora Maria e grazie, anche ad Ambrogio Ponzi per questo blog.
A tutti i lettori e scrittori auguro Serene Festività.
Grazie, sì grazie ad Ambrogio per il suo impegno costante e positivo.
EliminaToponomastica? Cos'è : una malattia ai denti dei topi, che non gli permette di masticare il cibo? Consiglierei di usare termini più semplici, per far capire anche persone che non hanno un certo tipo di conoscenze. La mia è solo una scherzosa osservazione.
RispondiElimina... che si poteva anche risparmiare: chi è arrivato in questa pagina può facilmente individuarne il significato cercandolo mediante un motore di ricerca. Comunque, non credo "toponomastica" abbia sinonimi, salvo usare parafrasi tipo "Complesso dei nomi di luogo di una determinata zona", dal significato probabilmente ancora più oscuro.
EliminaIl suo, Prof Marisa, è un ulteriore e preziosissimo arricchimento, alla "CULTURA" borghigiana.
RispondiEliminaSi potrebbe dire tanto altro su mio padre ma poi diventerebbe una storia
RispondiElimina, Grazie per il pensiero!... quello è proprio un borgo... Antonio grassani