e Giornata delle Forze Armate
All'inizio della manifestazione in Piazza Garibaldi, dopo la lettura della preghiera del Combattente, delegazioni hanno provveduto alla deposizione delle corone di alloro alla Lapide ai Caduti di Castione Marchesi, al Monumento ai Caduti di Cefalonia, al Monumento al Partigiano, al Monumento ai Carristi, alla Targa ai Caduti in piazza “Alpini d'Italia”, al Monumento all’Arma Aeronautica presso Largo degli Aviatori e al Monumento dedicato al bersagliere S. Ten. L. Salvini presso la rotatoria di Via Berenini/Borghesi, mentre la Banda “Città di Fidenza” ha percorso le vie cittadine.
Alle ore 10.00 nella Chiesa di San Pietro Apostolo il Vicario Generale ha officiato la S. Messa in suffragio ai Caduti di Guerra al termine della quale si è formato il corteo che, preceduto dalla Banda, con la presenza del Gonfalone del Comune, delle Autorità, delle Associazioni Combattentistiche, d’Arma, del Volontariato, di docenti e alunni delle scuole di Fidenza, ha raggiunto il Parco delle Rimembranze per l'omaggio ai Caduti con il Silenzio d’Ordinanza e l'Alzabandiera cui è seguita l'esecuzione dell’Inno Nazionale e della Canzone del Piave.
Il corteo ha poi raggiunto Piazza Verdi sostando in Piazza Matteotti attorno al monumento per l'omaggio ai partigiani caduti che esso ricorda.
La complessa manifestazione si è poi conclusa nel Ridotto del Teatro “G. Magnani” dove il Sindaco Andrea Massari e il Presidente Onorario dell'A.N.C.R. di Fidenza Comm. Gino Narseti hanno porto un breve saluto.
Nel mio intervento, in qualità di Presidente dell'A.N.C.R. di Fidenza ho voluto ricordare il 100° anniversario dell'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci.
Momento di particolare emozione è stata la consegna di una Targa Onorifica al Comm. Gino Narseti, che per circa quarant'anni ha retto l'associazione ponendosi al servizio dei reduci e della città.
Nel ricevere il riconoscimento il Comm. Narseti non si è limitato ai soli ringraziamenti, ma ha ricordato, con poche e semplici parole, il contributo delle Donne sia lontano che vicino alle trincee all'esito della Prima Guerra Mondiale.
Ha chiuso l'incontro il “Canto per una Terra di confine” eseguito dagli alunni della 5A e 5b del plesso scolastico De Amicis della Direzione Didattica di Fidenza.
A. Ponzi
Immagini di alcuni momenti della giornata
Consegna della Targa Onorifica al Comm. Gino Narseti
Lapide ai Caduti di Castione Marchesi
Monumento ai Caduti di Cefalonia
Testo integrale dell'intervento del presidente dell'ANCR
La citazione riportata dal manifesto della celebrazione del 101° Anniversario dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate è di don Primo Mazzolari un prete della bassa cremonese che partecipò alla 1° Guerra Mondiale, dal 1915, impiegato inizialmente nella sanità il 26 aprile 1918 è cappellano militare del nucleo delle truppe ausiliarie in Francia, verrà congedato nel luglio 1920.
Del 1945 è il suo libro, assai contrastato anche in sede ecclesiastica “Il Vangelo del Reduce”. Il brano citato è tratto dal suo libro “Non uccidere” edito nel 1955 ma iniziato negli anni quaranta del secolo scorso.
Ricorre quest'anno il centenario dell'Associazione nazionale Combattenti e Reduci, ma le basi per la costituzione dell'associazione erano state poste a Milano già nella primavera del 1917.
Il 4 novembre 1918 il Comitato Centrale lancia un Manifesto al Paese:
«Nel giorno in cui la vittoria compie l'unificazione della Patria Italiana e inizia la nuova storia del mondo, l'Associazione sente il dovere di affermare la sua volontà e la sua fede che i supremi ideali di Giustizia e di Libertà pei quali tanti fratelli sono caduti e tanta parte di umanità ha combattuto e sofferto, illuminino il cammino ai popoli e si concretino nel nuovo ordine di vita sociale che l'universale coscienza reclama. Scaturisca dall'anima degli uomini l'orrore della guerra».
Dalla data del manifesto del IV novembre 1918 cominciarono a costituirsi varie sezioni a livello locale e nel marzo del 1919 si ebbe a Milano il primo Convegno Nazionale dell'ANC.
La Sezione di Borgo san Donnino fu tra le prime a costituirsi, il primo Presidente fu Umberto Rastelli. Umberto Rastelli fu anche il primo Presidente Reggente nel 1945. Sono quindi cento anche gli anni di vita della nostra associazione. La celebrazione 1919 della ricorrenza del 24 maggio fu la prima manifestazione pubblica della sezione.
Nello stesso anno, si ebbe a Milano, con l'adunata di Piazza San Sepolcro, la costituzione dei Fasci di Combattimento dalla quale l'Associazione Nazionale Combattenti si terrà sempre ben distinta.
Il primo maggio, il Comitato Centrale invia a tutte le Sezioni un manifesto nel quale tra altro si legge:
"Ai lavoratori del mondo che nella Festa del 1 Maggio inneggiano alle otto ore di lavoro - alla rinascita delle libertà popolari - alle speranze di un migliore avvenire sociale, i combattenti italiani mandano l'espressione della loro solidarietà.
Nessuno meglio dei combattenti porterà convinta parola di esecrazione della guerra … Su questo fondamento e sul patrimonio intangibile delle restituite libertà popolari dovrà iniziarsi la conquista dei diritti del proletariato. E più ancora che dalla guerra esterna i combattenti italiani portano la esecrazione della guerra civile, portano la deliberata volontà che le competizioni di interessi mai non trascendano nell'orrore del fratricidio».
Dal Congresso di Roma del 22 giugno 1919 venne formato il nuovo Comitato Centrale, fu eletta la prima Giunta esecutiva e promulgato il nuovo statuto dell'Associazione.
Alle elezioni politiche del 1919 la Giunta Esecutiva dell'ANC prendeva posizione con l'invito ai «Compagni di trincea e di lavoro» di «mantenersi puri estranei ad ogni contatto», ma il Congresso decideva di lasciare autonomia alle singole sezioni. Nell'agosto 1920 fu nominato un Comitato provvisorio incaricato di costituire il Partito del Rinnovamento ma l’impegno di partecipazione diretta alla vita politica non ottenne alla fine buon esito e l'atteggiamento dell'ANC verso il Governo Mussolini fu praticamente di attesa rivendicando sempre la sua apoliticità.
Nel febbraio 1923 il Consiglio Nazionale riunitosi a Napoli, intendendo favorire una pacificazione nazionale, offrì al Governo la sua collaborazione nell'opera di ricostruzione dei valori nazionali. L'Associazione Nazionale Combattenti venne riconosciuta come unico ente autorizzato al patrocinio dei bisogni e dei diritti degli ex combattenti che voleva dire una sua diretta opera di assistenza verso gli “umili artefici della Vittoria”.
Durante le elezioni politiche della primavera del 1924, trenta ex combattenti inclusi nella «lista nazionale» vennero eletti deputati. Mussolini pensava a torto di aver ottenuto piena collaborazione politica da parte degli ex combattenti.
Nel giugno dello stesso anno, veniva assassinato, da parte di una banda fascista, Giacomo Matteotti. La stampa combattentistica fu unanime nel deplorare il delitto e crebbe nell'Associazione l’ostilità al fascismo.
L'A.N.C., nell'autunno del 1924, si rifiutò di partecipare alle celebrazioni della Marcia su Roma.
In occasione delle manifestazioni del 4 novembre i cortei patriottici furono, in molte località, aggrediti dalle squadre fasciste e l’Associazione fu commissariata.
Anche a Fidenza l’associazione doveva subire il Partito, ne fa fede questa lettera del 18 marzo 1933 del Commissario straordinario del Fascio di Fidenza Avv. Guido Gamberini che invitava l’Associazione “con tutti gli associati e gagliardetto, alla cerimonia del XIV Annuale della Fondazione dei Fasci in Piazza Garibaldi “per ascoltare lo storico discorso del Duce pronunciato in Milano il 23 Marzo del 1919” trasmesso per radio a tutte le Camicie Nere e al popolo d'Italia da Starace da Milano. Concludendo “è comandante di far intervenire tutti i suoi associati e per i mancanti ingiustificati dovranno essere dalla S.V. puniti”.
Dopo la Seconda guerra mondiale si ebbe una situazione analoga a quella del primo dopoguerra, aggravata dalla pesante sconfitta militare subita dall'Italia, con una gran massa di disoccupati. Al problema della ricostruzione si aggiunse quello di reduci ed ex partigiani. Anche a Fidenza venne coltivata l’intolleranza verso i reduci e questa non è certo una storia edificante.
Come nel 1919 ci fu poca disponibilità degli ex combattenti e dei reduci verso i partiti in genere.
Nell'ottobre del 1946 venne modificato lo Statuto dell'A.N.C., e a Salerno, durante il congresso del 1947, venne approvata la nascita dell’A.N.C.R., Associazione Nazionale Combattenti e Reduci con la fusione dell'Associazione Nazionale Reduci della Prigionia, costituita dai militari che erano stati fatti prigionieri (IMI) dopo le vicende dell'8 settembre 1943. L’Associazione assumeva un carattere prettamente assistenziale e di reinserimento dei Reduci nella vita della Nazione.
A Fidenza alla fine della guerra 1940-45 fu fondato un Comitato Assistenza Reduci, scioltosi verso la fine del 1945 per dare vita all'Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, che nel giugno 1947 si fuse con l'Associazione Nazionale Combattenti, dando vita all'attuale Associazione Nazionale Combattenti e Reduci.
I cento anni, che rappresentano la vita e la storia dell'A.N.C.R. sono la storia di due generazioni di diverso profilo storico per cultura e educazione, ma unite dalla drammatica esperienza della guerra e dal faticoso rientro nella società civile che, nel frattempo, era andata per suo conto.
L'Associazione è sempre restata un organismo di promozione del culto della Patria, dei Caduti e della loro memoria; della difesa dei valori morali e delle istituzioni democratiche, della giustizia e del mantenimento della pace tra i popoli; del riconoscimento dei diritti dei combattenti.
Ma oggi lo Statuto richiama l’Associazione al perseguimento di altre specifiche finalità volte a consolidare il legame generazionale e la conoscenza storica.
L’aspetto culturale e della divulgazione e conservazione dei valori è un ambito che ci assegna lo statuto perché oggi questo è lo spazio che apre al futuro.
Non siamo qui solo per “commemorare” un passato caricandolo eventualmente di nostalgie siamo ancora qui per aprirci “al futuro di quelli dopo di noi”, alle nuove e variopinte generazioni.
Dobbiamo quindi oggi riconoscerci nel futuro. Questa è la scommessa, non della nostra associazione, ma di tutte le associazioni combattentistiche. Dobbiamo convincerci che malgrado il nostro avanzato processo di senilizzazione possiamo ancora dir qualcosa, ma lo dobbiamo dire ad altri, ai nuovi italiani che poi saranno chiamati a loro volta a trasmetterlo.
E qui, accompagnati dal Dirigente Scolastico Lorenza Pellegrini, ne troviamo alcuni campioni, gli alunni della 5° e 5B.
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