Riprendo dal mio libro:
Pietro Antonio Maria Zani nacque a Borgo San Donnino, ora Fidenza, il 4 settembre 1748, nei pressi dell’odierna Via Abate Zani, quartiere della Cittadella. Il suo atto di battesimo si trova nell’Archivio della Cattedrale. (*)
Vi si legge:“Die 4 7bris 1748 Ego Paulus Rastellus vicarius ut supra baptizavi infantem natam nocte proxime elapsa ex Carolo Maria Zanni et Sperantia Figoli Iugali ex mea Parochia, cui impositum fuit nomen Petri Antonij Mariae. Patrini fuere Illustrissimus dominus Carolus Moroni Dux magnus, ex mea Parochia, et domina Elisabet Zetti Ferrari ex Parochia Sancti Joannis Baptistae”.
Si traduce:
Il giorno 4 settembre 1748 Paolo Rastelli, vicario, ha battezzato il bimbo nato nella notte passata, figlio di Carlo Maria Zanni (sic) e Speranza Figoli Sposi, della Parrocchia, cui fu imposto il nome Pietro Antonio Maria. I padrini furono l’illustrissimo signor Carlo Moroni “grande Capitano” della Parrocchia ed Elisabetta Zetti Ferrari della Parrocchia di San Giovanni Battista.
Pietro era figlio unico, aspettato da anni da genitori di “niun censo tranne il ricchissimo dell’onestà” (A. Pezzana 1833). Rimase orfano del padre, sarto, all’età di sette anni e dovette abbandonare la scuola; visse di stenti con la madre, lavandaia.
Ricorda lui stesso che fin da bambino aveva grande ammirazione per le stampe, i libri figurati e le immagini dei Santi: “sarei quasi per dire che l’amore per le stampe fosse innato nella mia anima. Sin dalla più tenera età io ne ebbi una sete ardentissima”, per cui importunava la madre, da lui definita “amorosa madre e mia tenera amica” perché gli comprasse quelle che vedeva in vendita, per poi ritagliarle per adornare presepi o per altro uso come gioco.
A meno di dieci anni, per necessità economiche, dovette cercare “servizi” in rocca, e recitare nel piccolo teatro di corte, ma il suo pensiero fisso era lo studio.
Sappiamo da Pezzana - 1833 - che “Avea però apparato il leggere e lo scrivere da un buon sacerdote che lo istruì gratuitamente”.
A quel tempo la fede era molto sentita ed espressa in tante cerimonie religiose, pratiche devozionali e processioni al suono delle campane (a Borgo c’erano più di novanta sacerdoti senza i regolari e si celebravano centoquindici e più messe al giorno).
Don Pietro, sacerdote affetto da grave sordità per cui non poteva avere una parrocchia, ha inseguito per tutta la vita un sogno, con passione e sacrificio, non solo per se stesso, ma per condividere con altri la bellezza e il valore dell’arte, in particolare dell’incisione. Amò la poesia e raccolse notizie sulla storia di Borgo.
Per questo mi sembra giusto ricordarlo.
Fidenza 03.09.2023 Mirella Capretti
(*) Fidenza, Archivio della Cattedrale, Libro V 1731-1749, Libro dei Battesimi, foglio 332
Un' eccellenza del nostro Borgo, di cui andare fieri. Anche un grande esempio per i giovani, in questi tempi disgraziati. Grazie, Mirella.
RispondiEliminaUn ricordo che serve a rinnovare la stima e la riconoscenza verso questo cittadino illustre! Grazie Mirella!
RispondiEliminaAllora tanti auguri all “Abatino” e un grazie di cuore a Mirella che con tanta passione mantiene viva e diffonde la conoscenza di personaggi illustri che ci hanno lasciato tanto
RispondiEliminaChi ama e divulga la storia, soprattutto locale fa amare il proprio paese, amare le proprie radici, l'identità di un paese, di un popolo, di se stessi in ultima analisi. Un grazie di cuore a Mirella e agli storici che amano la propria missione.
RispondiEliminaFa sempre piacere essere partecipe del tuo sapere, prof Mirella. Grazie
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