Ottant’anni fa, nel settembre 1943, subito dopo la fatidica data dell’armistizio la stragrande maggioranza dei militari italiani fu catturata dai tedeschi ed avviata in Germania. Dai fronti i rientri in Italia furono limitati per poi cessare completamente alla fine del mese. Alcuni fecero una scelta diversa, dai Balcani un certo numero di militari fece rotta su Trieste, l’operazione era organizzata dalle forze germaniche. Altri militari si arruolarono e combatterono a fianco degli alleati, tra questi la Medaglia d’Argento Luigi Salvini, nostro concittadino. Si ebbero situazioni di resistenza armata nelle isole greche e in Albania. Militari si unirono a gruppi di resistenza locali, un rapporto talvolta problematico, come quello dei cento e più Carabinieri della Colonna del colonnello Gamucci trucidati nel novembre di ottant’anni fa sui monti della Cermenica in Albania. Abbiamo fornito alla locale sezione dell’ANPI un elenco di 20 nostri concittadini che hanno partecipato a questa forma di Resistenza, tra di loro il nostro Dario Ballotta della Divisione Acqui fucilato il 21.09.1943 e Gino Betti, radiotelegrafista morto a Cefalonia il 15.09.1943. I loro nomi saranno aggiunti alla lista dei fidentini che hanno operato nel parmense e nel piacentino. Dei militari italiani avviati nei campi di concentramento tedeschi molti furono destinati al lavoro coatto a sostegno dello sforzo bellico tedesco. Ai nostri militari catturati si dette la veste giuridica di Internati Militari Italiani (IMI), ponendoli in questo modo fuori dalle convenzioni internazionali riservate ai Prigionieri di Guerra. Per tutti un calvario diverso, come diversi furono i percorsi e gli esiti. Oggi, nell’80° anniversario di quel tragico 8 settembre 1943, la Sezione di Fidenza dell’ANCR, rinnovando la sua fedeltà alla Patria ed alle istituzioni democratiche, si unisce alla città ed alle autorità qui presenti nel ricordo del sacrificio di tanti fratelli caduti in guerra o costretti alla prigionia. Sezione di Fidenza ANCR 8 settembre 2023 |
Grazie, Ambrogio, come sempre, più di sempre, perché qui c'è anche la testimonianza sofferta di Tuo padre.
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