Mercoledì prossimo, 20 settembre, il Dott. Italo Comelli, terrà il primo degli incontri programmati nel calendario della XX EDIZIONE DELLA FESTA INTERNAZIONALE DELLA STORIA. Pur vittoriosi i parmigiani dovranno fermarsi davanti a Borgo san Donnino che aveva aperto le porte all'Imperatore fuggiasco ed ai resti della sua corte e del suo esercito. Un momento dei più alti della nostra storia. Borgo san Donnino ripagò l'Imperatore Federico II che, anni prima, l'aveva riconosciuta Città Imperiale, la più piccola e la più tenace delle Città del suo Impero.
"Vittoria, questa era la denominazione della città costruita, da Federico II, seguendo i modelli classici che lo svevo amava, un luogo in cui esprimere il potere imperiale.
Lì, con la sua corte fantastica ed il suo esotico serraglio attendeva, dopo averla circondata senza lasciare via di scampo ai difensori, la resa dell’orgogliosa Parma, ultimo ostacolo per l’affermazione delle sue armi.
Era così tranquillo e sicuro di sé che, all’inizio della stagione invernale, licenziò gran parte delle milizie cittadine mentre altre ne inviò sui tanti teatri di guerra che erano ancora aperti, in attesa laddove l’avversaria non si fosse piegata, di richiamarle per sferrare l’assalto finale contro la città nemica.
La superbia dell’imperatore gli fece ad un certo punto cambiare opinione sul da farsi, infatti quando finalmente, come lui stesso aveva auspicato in un primo tempo, una delegazione di parmensi venne ad implorare il perdono e la pace si permise di respingerla con disprezzo e deridendo gli ambasciatori.
Niente faceva infatti presumere quanto sarebbe, di lì a qualche settimana, accaduto.
Quel 18 febbraio del 1248, Vittoria si svegliò tranquilla, piuttosto che inverno sembrava che fosse arrivata la primavera tanto che Federico, appassionato di ars venandi, decise di non lasciarsi sfuggire l’occasione per una battuta di caccia.
Così, accompagnato dal figlio Manfredi e dal grosso della guardia imperiale, si trattava di oltre cinquanta cavalieri molti dei quali saraceni, sul far dell’alba, lasciò la città dirigendosi verso le paludi che circondavano Parma, certo di potere fare buona caccia...........
MP
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