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martedì 26 settembre 2023

Festa Internazionale della Storia - Pier delle Vigne nelle carceri di Borgo San Donnino

Mercoledì 27 alle ore 18.00 nel cortile del Municipio,
 conferenza
“Pier delle Vigne, nocti silente, nelle carceri di Borgo San Donnino”
con Graziano Tonelli e Italo Comelli.


Pier della Vigna
«Io son colui che tenni ambo le chiavi del cor di Federigo, e che le volsi, serrando e disserrando, sì soavi, che dal secreto suo quasi ogn'uom tolsi; fede portai al glorïoso offizio, tanto ch'i' ne perde' li sonni e ' polsi.»
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, Canto XIII, vv. 58-63)

Pier della Vigna è noto per essere citato nella Divina Commedia, precisamente nel XIII canto dell'Inferno.
Dante Alighieri, ponendolo nella selva dei suicidi, lo assolve dall'accusa di aver tradito l'imperatore. Egli, insieme ai suicidi, è condannato ad essere un arbusto secco per l'eternità e anche durante il giorno del giudizio non potrà tornare nel suo corpo.

Pier della Vigna è un mito che si inserisce nel mito più grande del suo Signore: Federico II.
Di origini meridionali e di famiglia più che modesta — era nato a Capua attorno al 1190 — si trasferì ancor giovanissimo a Bologna, la sapientissima città, per frequentare le scuola di diritto.
Terminati gli studi, ebbe la ventura di conoscere e di farsi apprezzare da Federico II, al punto che fu chiamato a Corte e gli fu proposto un incarico nella cancelleria. Da quel momento la carriera del giovane capuano fu tutta in ascesa: all’Imperatore piaceva il suo dotto eloquio, la capacità di scrivere coniugando le situazioni con le conoscenze giuridiche.

Nel 1249, mentre si trovava a Cremona fu arrestato dalla milizie imperiali e rinchiuso nel castello di Borgo san Donnino come il colpevole di un gravissimo delitto e non gli fu permesso difendersi.
Dopo una breve permanenza nel castello di Borgo San Donnino, Pier della Vigne fu trasferito nella più protetta Rocca di San Miniato. Qui fu tenuto per alcuni giorni nella più rigida segregazione, finché fu accecato.
Mentre veniva trasferito dalla Toscana, si buttò a capofitto in avanti e morì.

Pier della Vigna è considerato uno dei massimi esponenti della prosa latina medievale; la sua opera più nota è l'Epistolario latino, nel quale applica i precetti della retorica delle artes dictandi.
Ha dato un contributo anche allo sviluppo del volgare di scuola siciliana con alcune canzoni.

"Amore, in cui disio ed ò speranza,
di voi, bella, m’à dato guiderdone,
e guardomi infin che vegn’a speranza,
pur aspetando bon tempo e stagione.
Com’om ch’è i·mare ed à spene di gire,
e quando vede il tempo, ed ello spanna,
e giamai la speranza no lo ‘nganna,
così facc’io, madonna, in voi venire."
MP

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