venerdì 11 novembre 2011

Autunno tempo da barbieri e da tosaerba


Nel giorno in cui il Comune ci avvisa della potatura autunnale delle alberature cittadine precisando preventivamente che: "Gli interventi prevedono inoltre l’abbattimento di alcune alberature che presentano particolari problematiche di stabilità o sono ormai secche. Dove necessario, si procederà in seguito alla piantumazione di nuovi esemplari a sostituzione di quelli abbattuti", l'amico Franco ha deciso per una salutare  e personale tosatura. Il fatto sembrerebbe di scarsa o nulla importanza se non fosse per il fatto di aver sperimentato un parrucchiere non autoctono ma mirabilmente integrato e, a detta di Franco, assai professionale.
L'esperienza così come raccontata ci interroga, ci si può domandare, senza cadere nella trappola leghista, se ormai siamo alla completa delega agli immigrati di tutti i lavori che necessitino di manualità e intraprendenza?
Parrebbe di sì, e possiamo aggiungere che agli italiani manca ormai anche quella adattabilità alle mansioni ed al lavoro che invece troviamo in questi "cinesi".
Solo una piccola annotazione, Franco si sorprende della ricchezza dei suoni dei "tosacapelli" cinesi, questo non mi sorprende, come è noto a chi lo sa, la lingua cinese è sillabica e ogni sillaba può essere modulata con quattro accentuazioni diverse e talvolta cinque, creando quindi per noi occidentali un effetto musicale. 



100cinema barbiere di siviglia al cinema


Integrazione e dis-integrazione a Fidenza
di Franco Bifani

Mi era giunta voce, l'anno passato, che era stato aperto un nuovo negozio di parrucchiere unisex, qui a Fidenza, gestito da cinesi; ma non avevo ben capito dove fosse situato. Poi, una volta, durante una passeggiata in via Zani, nel vano tentativo di farmi calare i chili di troppo, ecco apparirmi immantinente, all'altezza delle Poste Centrali, questo esercizio, davanti al quale sostava un giovane cinesino, a fumarsi in santa pace una sigaretta. Io prima, per anni, frastornato dalle chiacchiere insulse, da barbiere, appunto, e distrutto dalle lunghe attese presso i coiffeurs nostrani,ero solito tagliarmi la chioma, ispida e dura, come i tondini di ferro, da solo, con un tosacapelli apposito. Però, a lungo andare, ho dovuto ammettere e riconoscere che avevo acquisito delle asimmetrie tricotiche allarmanti. Per cui, entrai nel negozio, per affrontare una nuova avventura, quella del taglio dei capelli eseguito da un tonsore dagli occhi a mandorla; e ci sono ritornato anche, con mia somma soddisfazione. Nel negozio lavorano tre asiatici, due maschi ed una ragazza, cui, a volte, si aggiunge un'acconciatrice locale, per sistemare le signore. Dei barbieri cinesi ho ammirato la celerità estrema, vicina alla velocità della luce, unita ad una buona precisione; per cui ho dovuto smentire quel motto che cita: “Presto e bene, raro avviene!”. Nel medesimo e stesso tempo in cui un nostro acconciatore ti tagliuzza e ti sforbicia, con monotono languore, la peluria sulla nuca, quelli, invece, ti fanno shampoo e taglio, paghi e te ne vai: per me, una vera manna! Inoltre, mentre lavorano, i cinesi non chiacchierano, non frastornano le orecchie dei clienti, non abusano della loro pazienza uditiva. Sostengono inoltre un ritmo serratissimo; non fa a tempo, il cliente precedente, ad alzarsi dalla poltroncina, che un altro, immediatamente, viene invitato ad insediarvisi; non conoscono pause, come le formiche e le termiti. Io a volte li guardo e li considero, tra l'interdetto e l'ammirato, per una simile modalità di lavoro, molto discosta dalla nostra. E parlano pochissimo anche tra di loro; si lanciano messaggi criptici, a base di suoni strani, a monosillabi, modulati secondo musicalità e tonalità particolari e si capiscono al volo. L'ultima volta in cui mi hanno tosato la chioma metallica, per sveltire il lavoro sulle chiome femminili era presente anche una parrucchiera delle nostre parti; l'ho dedotto dalla particolare erre arrotatissima, quasi allo spasimo, dalla cicca che masticava rumorosamente e dal continuo intercalare a base di “figa!” Era strabiliante il numero esponenziale di suoni che usciva da quella bocca con labbra a canotto, in confronto al silenzio quasi assoluto del settore asiatico. Quando si esce da quel negozio,se sei anziano o vecchietto, come me, ti prestano il braccio per alzarti dalla poltroncina e ti aprono cortesemente la porta. Ed i prezzi sono veramente contenuti, specie se si considera che mi sono sembrati estremamente puliti nell'igiene dei ferri del mestiere. Però, come ho potuto poi riflettere, questi barbieri cinesi non si sono assolutamente allineati con il sistema ciarliero e di lunga attesa temporale dei colleghi italici; non si sono, insomma, integrati -meno male-, ma hanno scelto la via di una silente dis-integrazione culturale nel settore dell'umana tonsura
Franco Bifani

1 commento: