Nel giorno in cui il Comune ci avvisa della potatura autunnale delle alberature cittadine precisando preventivamente che: "Gli interventi prevedono inoltre l’abbattimento di alcune alberature che
presentano particolari problematiche di stabilità o sono ormai secche. Dove
necessario, si procederà in seguito alla piantumazione di nuovi esemplari a
sostituzione di quelli abbattuti", l'amico Franco ha deciso per una salutare e personale tosatura. Il fatto sembrerebbe di scarsa o nulla importanza se non fosse per il fatto di aver sperimentato un parrucchiere non autoctono ma mirabilmente integrato e, a detta di Franco, assai professionale.
L'esperienza così come raccontata ci interroga, ci si può domandare, senza cadere nella trappola leghista, se ormai siamo alla completa delega agli immigrati di tutti i lavori che necessitino di manualità e intraprendenza?
Parrebbe di sì, e possiamo aggiungere che agli italiani manca ormai anche quella adattabilità alle mansioni ed al lavoro che invece troviamo in questi "cinesi".
Solo una piccola annotazione, Franco si sorprende della ricchezza dei suoni dei "tosacapelli" cinesi, questo non mi sorprende, come è noto a chi lo sa, la lingua cinese è sillabica e ogni sillaba può essere modulata con quattro accentuazioni diverse e talvolta cinque, creando quindi per noi occidentali un effetto musicale.
Integrazione
e dis-integrazione a Fidenza
di Franco Bifani
Mi
era giunta voce, l'anno passato, che era stato aperto un nuovo
negozio di parrucchiere unisex, qui a Fidenza, gestito da cinesi; ma
non avevo ben capito dove fosse situato. Poi, una volta, durante una
passeggiata in via Zani, nel vano tentativo di farmi calare i chili
di troppo, ecco apparirmi immantinente, all'altezza delle Poste
Centrali, questo esercizio, davanti al quale sostava un giovane
cinesino, a fumarsi in santa pace una sigaretta. Io prima, per anni,
frastornato dalle chiacchiere insulse, da barbiere, appunto, e
distrutto dalle lunghe attese presso i coiffeurs nostrani,ero solito
tagliarmi la chioma, ispida e dura, come i tondini di ferro, da solo,
con un tosacapelli apposito. Però, a lungo andare, ho dovuto
ammettere e riconoscere che avevo acquisito delle asimmetrie
tricotiche allarmanti. Per cui, entrai nel negozio, per affrontare
una nuova avventura, quella del taglio dei capelli eseguito da un
tonsore dagli occhi a mandorla; e ci sono ritornato anche, con mia
somma soddisfazione. Nel negozio lavorano tre asiatici, due maschi ed
una ragazza, cui, a volte, si aggiunge un'acconciatrice locale, per
sistemare le signore. Dei barbieri cinesi ho ammirato la celerità
estrema, vicina alla velocità della luce, unita ad una buona
precisione; per cui ho dovuto smentire quel motto che cita: “Presto
e bene, raro avviene!”. Nel medesimo e stesso tempo in cui un
nostro acconciatore ti tagliuzza e ti sforbicia, con monotono
languore, la peluria sulla nuca, quelli, invece, ti fanno shampoo e
taglio, paghi e te ne vai: per me, una vera manna! Inoltre, mentre
lavorano, i cinesi non chiacchierano, non frastornano le orecchie dei
clienti, non abusano della loro pazienza uditiva. Sostengono inoltre
un ritmo serratissimo; non fa a tempo, il cliente precedente, ad
alzarsi dalla poltroncina, che un altro, immediatamente, viene
invitato ad insediarvisi; non conoscono pause, come le formiche e le
termiti. Io a volte li guardo e li considero, tra l'interdetto e
l'ammirato, per una simile modalità di lavoro, molto discosta dalla
nostra. E parlano pochissimo anche tra di loro; si lanciano messaggi
criptici, a base di suoni strani, a monosillabi, modulati secondo
musicalità e tonalità particolari e si capiscono al volo. L'ultima
volta in cui mi hanno tosato la chioma metallica, per sveltire il
lavoro sulle chiome femminili era presente anche una parrucchiera
delle nostre parti; l'ho dedotto dalla particolare erre
arrotatissima, quasi allo spasimo, dalla cicca che masticava
rumorosamente e dal continuo intercalare a base di “figa!” Era
strabiliante il numero esponenziale di suoni che usciva da quella
bocca con labbra a canotto, in confronto al silenzio quasi assoluto
del settore asiatico. Quando si esce da quel negozio,se sei anziano
o vecchietto, come me, ti prestano il braccio per alzarti dalla
poltroncina e ti aprono cortesemente la porta. Ed i prezzi sono
veramente contenuti, specie se si considera che mi sono sembrati
estremamente puliti nell'igiene dei ferri del mestiere. Però, come
ho potuto poi riflettere, questi barbieri cinesi non si sono
assolutamente allineati con il sistema ciarliero e di lunga attesa
temporale dei colleghi italici; non si sono, insomma, integrati -meno
male-, ma hanno scelto la via di una silente dis-integrazione
culturale nel settore dell'umana tonsura
Franco
Bifani
Bel post, mi hai fatto venir voglia di andarci!!!
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