Giovedì 13 giugno in Consiglio Comunale verrà conferita cittadinanza benemerita al professor Vito Ghizzoni ed al sacerdote Lino Cassi. Ne diamo le motivazioni come espresse in due delibere di Giunta del 30 maggio scorso.
Per "il
suo costante e appassionato amore per Fidenza, la sua gente, la sua
terra e i suoi monumenti” verrà conferita “Cittadinanza benemerita” al prof. Vito Ghizzoni, nato a Fidenza nel 1927 e laureato in filosofia,:
- ha dedicato la sua vita alla Scuola, prima come docente all'Istituto Magistrale di Fidenza e altre scuole di Parma poi come Preside nel parmense e in altre scuole della Lombardia;
- ha coltivato da sempre grande interesse per la storia e l'arte locale, l'iconologia, l'araldica, nonché la letteratura italiana, oltre a quella francese e classica;
- ha partecipato alla vita pubblica come Sindaco di Busseto alla fine degli anni cinquanta e si deve a lui la creazione del Museo di Villa Pallavicino, in quanto grande amico e studioso di quella nobile famiglia;
- ha pubblicato i suoi vari studi sull'”Archivio Storico delle Province Parmensi”, sulla rivista “Aurea Parma”, “Parma per l'arte” e “Biblioteca 70”, ha pubblicato inoltre saggi sul Correggio, sul Barocco a Fidenza e Busseto e sulla Cattedrale di Fidenza
- ha fatto parte della Commissione diocesana di Arte sacra, dell'Azione cattolica, dell'Unione Cattolica Insegnanti Medi;
- ha tenuto lezioni e conferenze presso l'Università per anziani e presso altre istituzioni culturali;
Per “il suo impegno a fianco del prossimo, per essere stato riferimento costante per tante persone attraverso la sua lezione spirituale, e per aver dato vita a tante iniziative che hanno arricchito la Comunità fidentina,” verrà conferita “Cittadinanza benemerita” a Mons. Lino Cassi, nato a Fidenza nel 1929, laureato in filosofia,:
- da oltre sessant'anni Monsignor Lino Cassi ha prestato la sua attività di fede a disposizione della collettività fidentina e, superando gli ostacoli imposti dalla malattia che con grande forza sta sopportando, nella figura di quest'uomo si concretizza una storia fatta di fede e cultura: è stato ordinato sacerdote nel 1952 ed è dottore in filosofia, licenziato in teologia, è stato promotore della sezione fidentina della FUCI (Federazione degli universitari cattolici), in seguito (1969) è stato nominato parroco della chiesa della Gran Madre di Dio e lo è rimasto per trent'anni;
- in qualità di sacerdote della comunità di San Michele ha dato vita a numerose iniziative che ancora oggi arricchiscono la città: AVO, per il volontariato in ospedale, il Gruppo Condivisione e la Cooperativa Arcobaleno per i disabili, ha contribuito al rinnovamento della chiesa di San Lazzaro, diventata il centro del quartiere, e alla valorizzazione della Chiesa della Gran Madre di Dio;
- il centro dell'impegno di Don Lino è stato sempre l'annuncio della Parola, sia nelle omelie domenicali che nella promozione di momenti specifici di preghiera e meditazione, dedicati ai singoli o alle famiglie, continuando con tenacia il suo percorso di incontro con le persone per comunicare il suo messaggio di fede, celebrando la messa, dedicandosi alla poesia e alla pittura sacra.
Che bella notizia! Non sarò presente, ma i due Benemeriti, mi sentano vicina col cuore, con l'anima e con tutto l'amore che nutro per la nostra Città. Grazie ad entrambi per aver dato tanto a Borgo.
RispondiEliminaIo ho conosciuto sia Don Lino che il prof.Ghizzoni, da tempi immemorabili. Ghizzoni aveva insegnato Lettere alla Scuola Media di Salsomaggiore, dove era Preside mia madre, che lo stimava e rispettava, contraccambiata, al massimo grado. Io l'ho incontrato spesso, qui a Fidenza, mentre passeggiavo qua e là, sempre abbigliato in quel suo modo bizzarr, soprattutto per le calzature,rappresentate da un paio di sandali frateschi, senza calze ai piedi, mentre, per il resto, il prof indossava un abito intiero seriosissimo e castigatissimo. Don Lino mi regalò, qualche anno fa, un libro interessantissimo, edito dalla CEI, dopo che mi ero recato da lui, mortificato ed umiliato dalla cacciata, dal suo tempio, da parte di un parroco fidentino, in quanto, come divorziato risposato, avrei potuto dare scandalo al resto dei puri e candidi fedeli, frequentatoi della sua parrocchia di pecorelle timorate di Dio. E mi ricordo, alle esequie di mia sorella Anna Maria, nel dicembre dell'87, che Don Linio lesse un brano di una lettera da lei scritta, quasi un suo testamento spirituale, scritta quando sentì che non poteva più nutrire alcuna speranza di vita. Aveva solo 34 anni; in chiesa, furono in tanti a scoppiare in lacrime. Non me lo dimenticherò mai!
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