Da tempo non si vedeva in duomo così tanta gente commossa per l'ordinazione di don Francesco Villa. In passato la nostra Diocesi non era avara di ordinazioni sacerdotali, oggi un evento come questo è raro, se guardiamo al futuro ci vorranno almeno cinque anni che possa ripetersi un'ordinazione di un sacerdote nato e cresciuto nella nostra Diocesi. Ma l'evento di sabato scorso è pur sempre un segno di speranza. In questo articolo Amedeo Tosi ci anticipa parte del suo servizio che ha preparato per i caratteri de "il Risveglio".
Sabato 15 giugno, in una
Cattedrale gremita di fedeli, felice, raccolta e commossa, per
l’imposizione delle mani e la recitazione della preghiera di
ordinazione da parte di sua Ecc. Mons. Carlo Mazza, don Francesco
Villa è stato ordinato presbitero.
Una giornata storica per
la nostra Chiesa diocesana, vissuta con grande partecipazione (la
Cattedrale era già occupata di fedeli mezz’ora prima dell’orario
d’inizio della cerimonia), ma soprattutto era evidente non solo la
gioia di tutti i presenti ma la loro felicità per il grande regalo
che Dio ci ha dato con la chiamata di don Francesco: una vocazione
attesa di un giovane che diventando sacerdote per donare la sua vita
alla nostra Chiesa e al suo popolo.
Un segnale di svolta, una
luce di gioia per tutti noi, che attesta, dopo il grande lavoro e le
tante instancabili preghiere fatte in questi anni, un’inversione
delle vocazioni che fanno guardare al domani della nostra Chiesa
diocesana e delle nostre comunità con occhi pieni di speranza.
Mentre si apriva il
grande portone centrale del Duomo ed iniziava l’ingresso del lungo
corteo di diaconi, religiosi e presbiteri, la corale della diocesi
intonava “Popoli Tutti” e all’entrata di don Francesco è
scattato spontaneo un lungo applauso, che lo ha accompagnato per
tutta la navata centrale della Cattedrale.
Al termine della
cerimonia ne ho contati sei, ha dimostrazione della gioia e della
partecipazione dei fedeli, provenienti da tutti i paese della
diocesi, vicariato della bassa piacentina in testa, ed in particolare
da Castelvetro Piacentino, Croce Santo Spirito e San Giuliano oltre
che da Busseto e Salsomaggiore Terme dove don Francesco sta svolgendo
la sua missione presso la parrocchia di San Vitale.
Erano inoltre presenti il
Sindaco di Castelvetro Piacentino Luca Quintavalla e Francesco
Marcotti in rappresentanza della Provincia di Piacenza, entrambi
vestiti in forma ufficiale.
Il Rettore del seminario
diocesano don Remo Toscani ha ringraziato don Francesco per aver
accolto la chiamata del Signore ed ha poi espresso parole di grande
gratitudine per i genitori Maurizio e Angelina che hanno accettato la
sua chiamata e per il Rettore e gli insegnanti del seminario di
Cremona (presenti alla cerimonia), nel quale don Francesco ha svolto
gli studi.
“Ora preghiamo perché
altri giovani – ha concluso don Remo – accolgano la chiamata al
sacerdozio”.
Dopo la prima lettura
“dal Libro dei Numeri” (Nm 11, 11-12.14 – 17.24-25) e la
seconda “dalla Seconda Lettera di San Paolo apostolo ai Corinti (2
Cor 5, 14-20), il dicono Pierino Mighetti ha proclamato il Vangelo di
Giovanni (Gv 10, 11-16).
Ha quindi avuto inizio
l’ordinazione presbiterale con la presentazione dell’ordinando
che ha preceduto l’omelia di Sua Ecc. mons. Carlo Mazza.
“La tua Chiesa è qui
davanti a te o Signore – ha continuato mons. Mazza – che tu
alimenti continuamente con la tua parola e la nutri con il tuo corpo
e il tuo sangue, che gioisce per l’ordinazione del presbitero
Francesco. Celebriamo un evento di grazia dove Dio si rende visibile
attraverso la consacrazione di Francesco che è la mitezza fatta a
persona. Nella prima lettura abbiamo sentito come Mosè, sentendosi
stanco e inadeguato a portare il peso del popolo di Dio, invocava il
suo aiuto. Dio prende l’iniziativa, capisce la sua condizione e si
inventa un rimedio per proteggere il suo servo e salvaguardare il suo
popolo: prende 70 persone e le trasforma con il suo spirito santo in
seguaci di Mosè. Si attua così una continuità da spirito a
spirito, donando a Mosè e al suo popolo nuove forze e guide. Questo
è quello che succede anche succede oggi anche con te Francesco che
in questo modo sei come un figlio della Nuova Alleanza.”
Bellissime le parole che
il Vescovo Carlo esprime nei confronti della famiglia di don
Francesco: “benedetto questo figlio e la sua famiglia. Quale
scambio di doni tra Dio e la famiglia che gli ritorna il dono
ricevuto. Questo amore di Gesù, comunicato a noi, ha cambiato la
storia facendoci tutti persone nuove chiamate a seguirlo”.
“Francesco è l’essere
di Cristo – ha continuato mons. Carlo Mazza – in lui si è creata
una nuova trasformazione che lo associa a Gesù in un vertice di
gloria e grazia, quale sublime grandezza del sacerdote, che seppur
nella debolezza dell’uomo, esprime la potenza di Dio. Abbiamo
bisogno del popolo per lodare il Signore e contemplare quanto Dio ci
vuole bene, ed oggi in questa nostra Cattedrale sperimentiamo tutti
quanto è bello essere Chiesa ed essere qui insieme. Come rimarca il
Papa Francesco noi siamo pastori che devono vivere con il loro
gregge, prendendone l’odore, per assaporarne la vita. Don Francesco
è un prete di questo tempo, invitato a parlare alla società di
oggi, che spesso rifiuta la Parola di Dio. In questo contesto il
sacerdote è chiamato a donare se stesso senza riserve per il bene di
tutto il suo popolo, pronto a portare la parola di Dio in qualsiasi
momento, ed in ogni ora del giorno e della notte. Per questo siamo
grandi nonostante le nostre piccolezze. Francesco, Dio ti ha scelto
per amore e non devi temere nulla perché lui ti accompagnerà
sempre, anche nei momenti di solitudine e la forza dello spirito che
ricevi oggi ti trasmette il vigore per superare ogni cosa: chi vive
di Cristo non deve temere nulla! E’ lui che ti ha scelto, amato ed
oggi ti dona la sua forza. Qui sono presenti tante persone che ti
vogliono bene e che ti amano e che tu non devi tradire”.
Il Vescovo legge poi un
passaggio della lettera che don Francesco gli ha scritto una
settimana prima: “sta nascendo in me la consapevolezza della mia
povertà e del mio niente. Cristo mi ha conquistato e mi ha fatto
sentire la potenza della sua misericordia. Non ho potuto resistere
davanti ad un amore così grande. Lui mi ha toccato il cuore e non mi
ha più abbandonato”. “Ecco questo è Francesco – ha concluso
il Vescovo – e rendiamo tutti grazie a Dio per questo grande dono
che abbiamo ricevuto!”
Terminata l’omelia
l’eletto si è alzato in piedi e si è posto davanti al Vescovo che
lo ha interrogato attraverso la formula di rito, le litanie dei santi
e la suggestiva imposizione delle mani, che con la preghiera di
ordinazione hanno completato la sua consacrazione, a cui è seguita
la vestizione da parte del suo parroco don Mauro Manica. Un enorme e
spontaneo applauso ha sottolineato il momento, tanto che don
Francesco si è girato verso i fedeli, visibilmente commosso, come
segno di ringraziamento. Molto toccante anche lo scambio della pace.
Dopo la comunione la benedizione solenne da parte del Vescovo a cui
sono seguite le parole di ringraziamento da parte di don Francesco
Villa: “ringrazio il Signore perché è buono e grande e trasforma
le nostre debolezze in forza. Gli chiedo di accompagnarmi e di
accompagnarci sempre in ogni momento, sicuro che mi sarà e ci sarà
sempre vicino perché questa è la testimonianza della sua presenza e
del suo immenso amore”.
Si è nuovamente aperto
il grande portone della millenaria Cattedrale di San Donnino, si è
formato il corteo dei sacerdoti ed è iniziata la lunga processione
di uscita, mentre l’ultima luce del pomeriggio illuminava
dolcemente le navate della Chiesa, la Corale della Diocesi, che con
grande bravura e capacità ha accompagnato con i canti tutta la
cerimonia, intonava il “Magnificat”. Era chiaramente visibile
sul volto e negli occhi del Vescovo la stessa gioia e serenità
presenti in quelli di don Francesco, che prendeva poi sotto braccio,
come il padre fa con il figlio, e assieme lentamente sono passati tra
due ali di folla di fedeli che applaudivano e nel contempo si
asciugavano gli occhi dalle tantissime lacrime di gioia che questo
santo pomeriggio ha fatto scendere rigando i volti di giovani,
famiglie e anziani, come da tempo non mi capitava di vedere.
Un
abbraccio che è simbolicamente continuato anche nella piazza
antistante la Cattedrale quasi a voler far continuare per sempre
questa indimenticabile giornata.
Amedeo Tosi
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