Il Consiglio Comunale di Fidenza del 13 giugno 2013 è stato dedicato al conferimento della qualità di Cittadino Benemerito a mons. Lino Cassi non presente alla cerimonia. Il Sindaco Mario Cantini ha indicato le motivazioni del conferimento e ha letto un breve nota che tiene conto di alcune mie indicazioni precedentemente trasmesse.
Don
Lino è sacerdote da sessant'anni e nemmeno la malattia che ormai
da tanto tempo lo assilla è riuscita a smorzarne l’impegno al
fianco del prossimo. Quella di monsignor Lino Cassi è una storia di
fede e di cultura.
Nato
a Parma, nel settembre del 1929, a quindici anni fu privato del
padre, morto durante il bombardamento su Fidenza del 13 maggio del
’44. Dire quanto questo evento possa aver toccato l'animo di un
ragazzo è cosa impossibile, si trovava Lino in quel momento a
Brunelli di Borgotaro presso i suoi nonni materni (famiglia Coffrini)
dove l'aveva accompagnato suo padre il 5 maggio dopo che un
bombardamento meno devastante aveva colpito Fidenza il 2 maggio.
Una
sua poesia ci rimanda a questo evento, una poesia scritta molto più
tardi quando “.. il tumulto degli affetti si è placato” ma
“torna la mia mente sempre più spesso, a quella sera, quando mio
padre ed io, lasciandoci, ignari ci abbracciammo”.
Allora
era allievo del seminario di Fidenza, che nel periodo bellico era
stato trasferito a Campolasso, nelle prime colline verso Tabiano dove
completò la sua formazione.
Ha
poi vissuto, sempre con la madre Celesta, nella piccola casa in Via
dei Mille ancora esistente, la più piccola, oggi, casa di Fidenza.
Dopo
gli studi, il 21 settembre 1952 è stati ordinato sacerdote da
Monsignor Evasio Colli.
Dottore
in filosofia, licenziato in teologia negli anni Sessanta, non ancora
parroco è stato promotore della sezione fidentina della FUCI, la
Federazione degli universitari cattolici, uno spazio di confronto in
cui sono cresciuti giovani poi impegnati in molti campi, spesso
lontano da Fidenza.
In
quegli anni, sempre insieme alla madre, ha abitato in via Mentana, al
limitare dello storico quartiere Oriola.
Dal
1969 è stato nominato parroco di San Michele, dove è rimasto per
trent'anni. La comunità ha concretizzato la sua lezione spirituale
dando vita a varie iniziative che ancora oggi arricchiscono la città:
l’Avo, per il volontariato in ospedale, il gruppo Condivisione e la
Cooperativa Arcobaleno per i disabili. Figura tra i soci fondatori
della locale Pubblica Assistenza.
Tra
le opere parrocchiali importante è stato il rinnovamento della
chiesa di San Lazzaro, diventata il centro del quartiere, e la
valorizzazione della chiesa della Gran Madre di Dio.
Ma
centrale nel suo impegno è stato l'annuncio della Parola sia nelle
omelie domenicali che nella promozione di momenti specifici di
preghiera e meditazione, dedicati ai singoli o alle famiglie.
Le
sue giornate di “esercizi spirituali” hanno costituito per tanti
anni il riferimento per tante persone provenienti, anche da altre
parrocchie.
Nel
1999, già toccato dal Morbo di Parkinson, ha lasciato la parrocchia
e si è trasferito nel seminario vescovile, dove oggi vive. Malgrado
la malattia non ha smesso di incontrare persone e di “comunicare”
il suo messaggio, celebrare la messa nella cappella del seminario.
Lo
studio, l’organizzazione della comunità, la preghiera. Ma anche
l’arte e, soprattutto, la poesia, senza dimenticare le grafica, la
pittura , non ultima, la caricatura.
Nel
2005 ha pubblicato il volume “Come in trasparenza”, un diario
della sua esperienza di malattia completato da poesie.
Ogni fidentino dovrebbe commuoversi davanti alla vita di Don Lino Cassi. Ed io mi sono commossa anche nel vedere che è stato Ambrogio Ponzi a ritirare l'attestato di benemerenza di cui il Comune ha insignito don Cassi, suo grande amico da settant'anni. Infatti, l'immagine del profilo di Ponzi, su fb, ci mostra lo studioso fidentino che, ancor piccolissimo l'é in spala a Don Lino.
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