Il racconto d'orrore danzerà
fino al centro della tua vita
e troverà quella porta della stanza segreta
di cui solo tu credevi di conoscere l’esistenza.
Danse Macabre, Stephen King
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La casa non era isolata, non era l'ultima, in fondo a quel viale, non era munita di finestre che ridono, tra ombre spettrali e silenzi cimiteriali. Sorgeva, oscenamente normale, in una rientranza della strada; dietro, alberi neri, agitati, senza sosta, da un vento pernicioso.
Aprivo una porta, scrostata e sgangherata, e salivo scale, strette e buie, come quelle per un patibolo, con la sensazione della presenza inquietante di Norman Bates, fino ad un solaio, che esalava e trasudava sentori di umido, di muffa, di legno marcio e di putredine da ogni parete, come certi vecchi loculi.
Somigliava ad una delle cripte tombali di Lovecraft, con una cassapanca, incastrata in una nicchia, che mi attendeva, da tempo immemorabile.
Dentro, coperto di sassi, stracci e foglie, io ero convinto di aver seppellito Qualche Cosa o Qualcuno di laido. Non sapevo se fosse morto o in letargo, in attesa di risvegliarsi, come Nosferatu, per reinserirsi nella mia vita ed incatenarmi ai sensi di colpa di tutta un'esistenza.
Mi sentivo parte de L'incubo di Füssli, ma la femmina contorta sul letto ero io, e sul petto mi gravava quel mostriciattolo osceno, appena sceso dal terrificante cavallo dagli occhi vitrei.
L'incubo di Füssli |
Temevo che il Sepolto riaprisse le labbra, incollate dalla Morte, per biascicarmi ancora oscuri lamenti, dopo avermi perseguitato per anni. L'Ignobile aveva risospinto alla superficie i Mostri dell'Id, celati negli abissi della mia In-coscienza.
Così, mi autoassolvevo dall'averlo colpito forte, stroncando quel Che di maligno ed inutile. Uscivo dalla casa fetida, e mi incamminavo per la consueta erta misteriosa, affiancato da un lemure biancastro, fino a raggiungere il lago di Böcklin, nell'Isola dei morti, Die Toteninsel.
Bocklin "Isola dei morti" |
Sulla barca squinternata, l'Ombra spettrale di prima, ed una bara, su cui sedevo, mentre il legno si muoveva, silente, sull'acqua scura, verso un'isoletta, su cui sorgeva un piccolo tempio a colonne. Ma la barca faceva il giro dell'isolotto, tornava a riva, ed io riprendevo la discesa verso la casa maligna.
In fondo alla strada, intravvedevo la larva disperata de L'urlo di Munch, ma i colori del paesaggio erano più lividi e spenti di quelli del quadro. Mi univo al suo ululato, angosciato e straziante, nel Vuoto e per l'Eternità, ritto sulle zampe unghiute, le zanne levate ad una luna che non c'era.
31 ottobre, di un anno qualunque...
Laggiù, al piano terreno di quella casa, mi aspettavano i soliti amici, per festeggiare, insieme, Halloween.
Franco Bifani
complimenti prof. Bifani per aver esternato ancora una volta il suo indiscutibile sapere.
RispondiEliminami permetto di suggerire che le parrocchie Fidentine organizzano serate alternative per riaffermare le NOSTRE TRADIZIONI, la NOSTRA CULTURA a me basta e avanza.
L'Anonimo di Borgo
Le parrocchie fidentine organizzano serate alternative a che? Alla nostra cultura? No, sono solamente iniziative antagoniste di una festa che risale alla notte dei tempi. l'etimo di Halloween viene da All-Hallow's Eve, ossia la Festa di tutti i santi, e data dai tempi di Carlo Magno. Solo negli USA, paese di decerebrati, ha assunto notazioni macabre e commerciali. Per me, significa solo l'occasione di stare insieme, a cena, con amici, scherzando, in seconda sede, in senso apotropaico e catartico, sulla Morte e dintorni. I parroci borgsàni sono invece convinti che chiunque festeggi Halloween sia un seguace di Satana, da aspergere con acqua santa. Buon divertimento in parrocchia e all'Oratorio, Anonimo cultore delle tradizioni nostrane! Io non ho esternato il mio sapere, molto discutibile, ma solo la mia fantasia macabra, con finale rasserenante ed ironico.
RispondiEliminaCosa dire ... , approssimazione alle stelle, farcita di un po' di sana ignoranza relativamente al riferimento storico, ma nel complesso Franco scrive veramente bene. E' sempre un piacere leggerlo, sia per la forma sia per il contenuto, che sia condiviso o meno ... Marco I ( io sono il tuo incubo preferito, altro che Halloween, ah.ah.ah).
RispondiEliminaMarco, ma tu guarda, sono veramente contento di rileggerti; ma firmati con il tuo nick, così ti posso "insultare" in modo pertinente e preciso. Ti ricordo sempre con piacere; con te nascevano discussioni non campate per aria o di lana caprina. Ma tu pensa, Marco, che mi hanno telefonato o scritto in parecchi, perché pensavano che veramente io avessi accoppato qualcuno, con successivo occultamento di cadavere. Un mio amico psicologo era rimasto agghiacciato dal contenuto del racconto, e vi aveva scorto un latente messaggio di suicidio prossimo venturo. Alla prossima, Marco!
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