Cerca nel blog e nelle pagine collegate

lunedì 17 ottobre 2016

Il biscione che vomita il fanciullo

Incastonato sul lato destro della facciata e
difficilmente identificabile un biscione araldico.
Sotto vediamo lo stemma del borgo imperiale.
Il biscione visconteo
Sulla facciata del nostro municipio, a sinistra di chi guarda, appena al di sotto della fascia di archetti centrali, è stato posto un bassorilievo con il simbolo dei Visconti di Milano.
Il biscione visconteo posto sul lato
sinistro del nostro palazzo comunale
Il biscione o vipera (in milanese bissa, termine adottato anche dal nostro dialetto) è un simbolo araldico rappresentante un serpente ondeggiante che ingoia un fanciullo.
Secondo Michel Pastoureau nel libro Medioevo simbolico, Biblioteca Universale Laterza, 2007, nota nº 39, pag. 361, in origine i Visconti erano soltanto signori di Anguaria, il cui nome evoca il latino anguis (serpente). Nella metà del XIV secolo, per nascondere un'origine che appariva poco nobile, i Visconti introducono una leggenda eroica. Bonifacio, signore di Pavia, sposa Bianca, figlia del duca di Milano. Mentre Bonifacio combatte contro i saraceni, il figlio viene rapito e divorato da un enorme serpente. Al rientro dalla guerra, Bonifacio si mette sulle tracce del serpente e, scovatolo, lo uccide facendogli vomitare il proprio figlio miracolosamente vivo.
Leggo su Wikipedia: <Visconti a partire dall'XI secolo. Essi diventarono poi signori di Milano dal 1277, trasmettendo così il simbolo all'intera città, e quindi al Ducato. Con l'avvento degli Sforza, imparentatisi con i Visconti, che succedettero loro alla guida dello Stato milanese, il biscione fu mantenuto come simbolo della nuova casa ducale e rimase e a rappresentare lo Stato milanese fino all’avvento dell'era napoleonica>>.
I Visconti, se da un lato furono senza pietà contro i loro avversari, dall’altro impostarono una politica di equilibrio nei territori da loro governati, tenendo a freno le prepotenze dei nobili ed impostando una regolare amministrazione. Dopo il 1335 i borghigiani poterono così gustare un periodo di tranquillità. Alla morte di Giovanni Visconti (1354) a Borgo governò uno dei suoi nipoti, Bernabò. In questo periodo viene realizzato il palazzo comunale (nel 1355 era praticamente finito), la rocca (poderosa e fortificata, governata da un castellano), la chiesa di San Giorgio e, ancora più importanti, le fortificazioni (1363 – 1366). Le mura viscontee mantennero solo due ingressi: ad est la porta di San Michele, e ad ovest quella di San Donnino, l’unica rimasta ai nostri giorni. È interessante notare che questa porta ha su tre lati dei merli a coda di rondine (ghibellini – come sul municipio), mentre sul lato verso il Duomo ha una merlatura con la sommità squadrata (guelfa).
Infine, una curiosità: Berlusconi, nel 1976, adottò come marchio per Canale 5 il biscione. Il simbolo visconteo fu disegnato da Enzo Mazzilli all’interno di una cornice con angoli retti e smussati; al posto del bambino, non adatto per la pubblicità di una emittente televisiva, tra le sue fauci fu posto un fiore con otto corolle.
Fausto Negri

6 commenti:

  1. Sempre interessante e, poiché a Borgo si fa ancora molta confusione, tra le mura viscontee e quelle farnesiane, (nonostante i ripetuti appelli di Germano Boschesi) sarebbe buona cosa fornire spiegazioni dettagliate sui "sassum" di entrambe le dinastie. Grazie Prof. Fausto Negri.

    RispondiElimina
  2. Leggo da Internet: <>.

    RispondiElimina
  3. Leggo da Internet: La torre venne eretta nel 1364 su progetto dell'architetto Giorgio da Como, per volontà della famiglia Visconti...
    Sotto il dominio dei Farnese, l'urbinate Francesco Paciotto nel 1575 progetta a Borgo una nuova cinta muraria a sette bastioni. Demolisce le mura viscontee, ma ingloba la torre San Donnino nel nuovo progetto...
    La cinta muraria farnesiana avrà però vita breve.
    La fortificazione di Borgo, posto in una posizione strategica, non viene ben vista da Carlo V che ne decreta la demolizione... Ma la Porta San Donnino rimane.

    RispondiElimina
  4. Aggiungo qualche riga di notizie storiche sulla Torre di Fidenza:
    La torre risale al 1364, ovvero al secondo stralcio dei lavori di edificazione delle mura viscontee, su progetto del magister murorum Giorgio da Como; nel 1575 viene inglobata nella cerchia difensiva farnesiana, della quale costituisce la porta San Donnino. Fino agli anni '30 del nostro secolo rimane l'accesso a Borgo per chi proviene da Piacenza.
    La torre è edificata sulla prima arcata del ponte romano. Nell'androne con volta a sesto acuto, all'interno della cornice ancora oggi in loco, nel 1913 viene collocata una immagine della Vergine col Bambino. Fino al 1858, un edificio adibito ad avamposto dei gendarmi o dei gabellieri, affianca la torre sul lato posto al di fuori delle mura.
    I merli sono ghibellini su tre lati e guelfi sul lato che prospetta il Duomo. Forse per non scontentare né il Papa né l'Imperatore?

    RispondiElimina
  5. Notizie perfette e precise, Sig. Bifani.
    Circa i 'merli', è proprio così. Borgo era un vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro. Pur avendo da sempre una forte tendenza ghibellina (pro imperatore), cercava comunque di stare dalla parte del più forte e di chi dava più garanzie e privilegi.
    Non per nulla, nella porta sinistra del Duomo, sono scolpiti sia Carlo Magno che il Papa (Adriano II). E non per nulla, lo stemma di Borgo è per metà aquila imperiale e per metà croce.

    RispondiElimina
  6. Dottor Negri, ma già allora si sarà forse tenuto un referendum, se stare con l'uno, con l'altro o neutrali, magari proposto da qualche antenato degli odierni borghigiani?

    RispondiElimina