sabato 15 ottobre 2016

Diario dalle zone del terremoto


Roberta Taccagni ha vissuto con i volontari del Coordinamento di Parma una esperienza in supporto ed aiuto delle popolazioni colpite dallo sisma che recentemente ha colpito l'Italia centrale. Questo il racconto che ha mandato, un vero proprio diario corredato da belle foto, ne ho scelte alcune.
Diario dalle zone del terremoto

Per dare aiuto alla popolazione di Montegallo (Marche) il Coordinamento di Parma ha nuovamente inviato, come sin dai primi momenti dal sisma, altri mezzi e una nuova squadra di 11 persone nel Campo Accoglienza di Uscerno.
Dal 24 settembre al 2 ottobre nella zona di competenza della Regione Emilia Romagna è iniziata la nuova turnazione in sostituzione di una parte delle squadre smontanti.
Dal momento del sisma molteplici squadre di volontari di vari coordinamenti si sono avvicendate per coprire le esigenze necessarie alla realizzazione e alla gestione dei campi di accoglienza.
Dai nostri volontari sono stati ricoperti i settori di segreteria e cucina, non è stato certamente un ruolo facile perché queste mansioni sono tra le più impegnative dal punto di vista fisico (e mentale) per le ore richieste.
La nostra cucina ha lavorato dalle 6 del mattino sino alle ore 22:30, la segreteria ha richiesto un turno lavorativo dalle ore 8 del mattino fino alle 22, continuativo.
I volontari si sono impegnati al massimo per rendere possibile lo svolgimento delle giornate nei campi accoglienza per gli sfollati, per altri volontari in servizio nelle varie mansioni, per operatori presenti sul campo come Polizia Municipale, Vigili del Fuoco, Personale Sanitario, impiegati Comunali, Carabinieri, Tecnici, ecc. Su Montegallo erano aperti 2 campi accoglienza, 1 a Uscerno e 1 a Balzo (a 9 km di distanza) per problemi di  spazio disponibile.
A Uscerno sono stati realizzati 2 campi tenda. Quello per i volontari vicino alle strutture di segreteria, magazzini, mensa e cucina.
Il campo tenda per gli sfollati realizzato nel campetto sportivo dove potevano passare il tempo come una piccola comunità, lontano dai frastuoni delle nostre operazioni quotidiane e in qualche modo con privacy, al riparo dagli sguardi del resto del paese.
La segreteria di Uscerno si occupava anche di una parte burocratica del campo di Balzo essendo la “porta” di accesso alla zona terremotata. In segreteria i lavori espletati sono stati molteplici e spesso contemporanei, per riuscire a sopperire alle esigenze del campo e di tutte le persone in servizio.

Si registravano i movimenti dei volontari e dei mezzi, le documentazioni da inviare giornalmente in Regione sulle varie situazioni del campo, il censimento degli sfollati e le loro esigenze, la situazione tende. Si redigevano i documenti necessari per gli approvvigionamenti quotidiani della cucina e dei magazzini, i trasporti di mezzi che rifornivano o riportavano le attrezzature del campo alle strutture Regionali. Una macchina ben rodata che deve proseguire comunque e sempre.
Alla fine della giornata si era sfiniti per la tensione e la mole di lavoro svolto, sempre sotto pressione, per non perdere il punto sulle mille cose aperte da fare. La mente lavora al massimo: se ci si distrae non si conclude nulla e ciò non è possibile perché da questo dipendono mille altre cose e persone. Si testano le proprie capacità.
La cucina dei volontari di Parma si è evidenziata, come sempre in questi frangenti, cucinando (fra le tante pietanze) torta fritta e cappelletti facendo così conoscere ai Marchigiani le nostre specialità. Hanno lavorato a catena per un pomeriggio intero per fare i cappelletti.
Quando si è sparsa la voce ci sono state “prenotazioni” anche dall’altro campo per poter assaggiare tali leccornie (come se fosse un ristorante!).
Alla fine della serata sono rimaste solo le pentole, vuote, da pulire! Dopo queste prelibatezze la nostra cucina è stata ….”assaltata”! Il giovedì sera è finito tutto il cibo preparato e i nostri cuochi a fine servizio sono dovuti andare al ristorante per poter mangiare! Si facevano torte tutti giorni, a volte anche con marmellata fatta sul momento. I complimenti sono arrivati da ogni dove.
Una cucina degna della nostra terra, la food valley italiana. Grande soddisfazione è arrivata anche dalle visite dei NAS e AUSL che hanno fatto i complimenti e foto per documentare la pulizia e la competenza nella gestione di una cucina di emergenza.
Sono grandi fatiche ma alla fine danno molta gratificazione, anche a livello personale, ci si mette alla prova e quando si riesce è un grande premio. La nostra ricompensa non è il denaro, siamo volontari, ma vogliamo aiutare dove e come possiamo. Questa è la grande forza del volontariato, la grande ricchezza dell’Italia, la parte buona.
Abbiamo incontrato e conosciuto persone che quotidianamente hanno fatto parte della nostra vita in questo periodo, che ripensandoci ora è parso molto più lungo di 9 giorni. Ogni giorno vissuto nella quasi totalità delle sue 24 ore, condividendo ogni istante con tante persone, mai in solitudine o privacy, segnando il passare delle ore infinite.
Si dormiva in 12 sotto la stessa tenda, la sera tardi si andava a fare la doccia in accappatoio (che freddo!) attraversando il campo, esposti alla vista di chiunque fosse in paese. Si usava la torcia per gli spostamenti notturni ai bagni per non disturbare il sonno dei compagni nella tenda, passando in pigiama dal tepore dei sacchi a pelo al rigido freddo notturno della montagna! Non si poteva fare rumore per mettersi una giacca quando si usciva.
La zona di Montegallo è situata in una valle e una grande montagna rocciosa (Monte Vettore) posta di traverso la divide dalla zona di Amatrice. Gli abitanti ci hanno riferito che da loro non ci sono stati grandi danni perché questa montagna li ha riparati.
Sull’altro versante il terremoto si è sfogato sulla montagna creando una grande crepa che è terminata sul crinale, abbassando il terreno di 20 centimetri. Se la scossa non si fosse fermata sulla sommità avrebbe colpito con la stessa intensità anche la loro zona, creando un altro inferno.
La gente di Uscerno ci ha tenuto compagnia ed è stato un piacere e una sorpresa constatare la cordialità, la simpatia, mantenuta nonostante il grande evento che li ha colpiti, sempre allegri e disponibili verso tutti. Le nostre vite si sono intrecciate con quelle di ogni abitante entrando nelle loro, inevitabilmente. Abbiamo condivo pensieri e speranze, momenti e tempo.
C’era un ragazzo di Abetito (frazione vicina) che per aiutare il suo nonno rimasto traumatizzato dal terremoto, era andato a vivere con lui in questo mese (prima dell’inizio dell’anno universitario) per fargli compagnia e non lasciarlo solo. Aveva lasciato i suoi genitori e i suoi amici, la sua vita di ragazzo di città per amore del suo nonno ed essergli accanto nel momento del bisogno, non è sempre così scontato che accada.
Abbiamo conosciuto la Signora Maria di 91 anni, adottata da tutti perché è una persona solare e speciale, sempre positiva, con pensieri profondi e giudiziosi, sempre riconoscente per ogni singola cosa. In realtà avremmo dovuto essere tutti noi a dover ringraziare lei e suo figlio per aver messo a disposizione i loro terreni per poter costruire il campo accoglienza, unica grande area pianeggiante nella zona. Suo figlio ha sgomberato la fabbrica di legname per far posto alle tende, una famiglia generosa.
Abbiamo approfittato anche del suo fornitissimo e prelibato orto per le verdure da utilizzare nella nostra cucina. La nonna Maria diceva che sin dal primo giorno è stata confortata e allietata dalla compagnia di ogni volontario, che ha reso meno solitario questo mese, auspicando che il suo paese sia sempre così pieno di vita, pensando all'imminente inverno alle porte. Purtroppo (o per fortuna, non saprei) in questi giorni si stanno chiudendo i 2 campi accoglienza su Montegallo. Abbiamo conosciuto una famiglia che ha un negozio di macelleria, la cui casa è stata resa inagibile dal terremoto.
Ogni giorno la moglie e il marito andavano al lavoro e il figlio prendeva l’autobus per andare a scuola, intrecciando una vita precaria alla vecchia e tranquilla quotidianità ormai perduta.
La famiglia del Poliziotto Municipale, il marito andava al lavoro e la moglie rimaneva nel campo, la figlia andava nella scuola provvisoria appena inaugurata e si ritrovavano solo alla sera sotto il tendone mensa a mangiare tutti insieme. Sono solo alcune di molte vite, storie.
Una nuova quotidianità a cui tutti si sono DOVUTI adattare, rinunciano alle proprie sicurezze, alle proprie certezze, alla propria privacy, ai propri spazi delle loro case. Una vita stravolta.
Venerdì 30 settembre alle 21:38 c’è stata una scossa di magnitudo 3.6. Quella sera noi donne della segreteria (io, Anna e Edoarda di Rimini) con Maria Chiara (della cucina) ci siamo concesse il “lusso” di chiudere la segreteria 2 ore ed eravamo al bar a mangiare per suggellare la nostra ultima serata insieme (io sono rimasta un altro giorno).
L’unico momento in cui siamo state in una struttura di muratura! Paura! Ma ho avvertito una paura da “non terremotato”: mi sono spaventata ma mi sono accorta di quanto POCO solo dopo aver guardato il viso della barista (nipote della nonna Maria) che mi era vicino. Ha guardato verso l’alto e la sua espressione esprimeva paura allo stato puro, da brivido!
Mi sono spaventata di più guardando lei che della scossa di terremoto, non SAPENDO cosa significasse in realtà, non ero un’abitante di Uscerno, non abitavo li, non c’ero il 24 agosto e non ho sentito il mostro! Chi non l’ha provato sulla sua pelle non può CAPIRE cosa vuol dire.
Al bar è arrivata anche la Signora Maria spaventata dalla nuova scossa, non si sentiva sicura in casa ed era venuta in mezzo alla gente per farsi forza. Poco dopo sono arrivate le figlie che le hanno fatto compagnia e hanno cercato di convincerla ad andare da loro ma nonostante tutto Maria non voleva.
A fine serata è tornata nella sua casa, rassegnata. Nel frattempo tutti i cittadini si sono riversati nelle strade. Non avevo mai visto così tanta gente in quel paese perché non tutti loro erano sfollati, molte  case erano agibili e gli abitanti sempre assenti di giorno per recarsi al lavoro o a scuola.
Si sono ritrovati, di nuovo, nelle vie a parlare per rincuorarsi e farsi forza per poter ritornare nelle proprie case. Noi abbiamo passato il tempo con loro, parlando e cercando di alleggerire i discorsi.
Una signora ci ha detto che aveva sentito parlare della colonna mobile della Protezione Civile ma l’aveva vista solo in televisione, suo marito gliene aveva parlato perché dipendente Comunale di Montegallo e anche lui è un volontario di P.C. Quando nella giornata del 24 agosto è arrivata la colonna mobile a Uscerno lei si è stupita e ha CAPITO cosa fosse. Mai avrebbe immaginato che tale dispiegamento di mezzi, attrezzature e uomini sarebbero arrivati anche da loro, pensava che succedesse solo nei grandi paesi.
  A Balzo alcune famiglie quella sera sono rientrate nelle tende del campo accoglienza perché troppo spaventate.
In quei luoghi a ogni nuovo sussulto la gente rivive quel 24 agosto, minuti di puro terrore, infiniti e indescrivibili.

Dopo 8 giorni abbiamo terminato il nostro compito e fatto il passaggio delle consegne con le nuove squadre che sono arrivate per il cambio. Alcuni di noi (i referenti di settore) si sono fermati un giorno in più per spiegare e illustrare i compiti ai nuovi. Un ulteriore impegno nel ricominciare il lavoro da capo, aiutando i nostri sostituti e indirizzando le loro competenze.
Al momento della nostra partenza, quando ci siamo salutati con i nuovi amici di Uscerno, al loro ringraziamento per il nostro aiuto gli ho risposto – Grazie a voi! Noi siamo venuti a disturbare e a fare della confusione, scusateci, grazie della vostra bella e generosa ospitalità, siete stati molto gentili, è stato bello conoscevi. – E ci siamo lasciati con un arrivederci, non un addio.

I volontari del Coordinamento di Parma, da Fidenza: Jonathan Frati Capo Cuoco, Matteo Tanzi, Michele Franzoni, Maria Chiara Lucchetti e Carboni Stefano cucinieri, Mario Pesatori Vice Referente campo Tecnico e aiuto cuoco, Roberta Taccagni Referente Segreteria di emergenza. Da Parma: Anna Piva Segretaria di emergenza, Alberto Grignaffini magazziniere, Antonio Balzani Referente campo, Alberto Panizzi autista e gruista specializzato.


Roberta Taccagni

5 commenti:

  1. Un racconto emozionante, che ti aiuta a immaginare il lavoro e il grande impegno della grande famiglia del Volontariato e della Protezione Civile in particolare.

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  2. I VOLONTARI della Protezione Civile, persone splendide con il solo impegno di aiutare gli altri. A loro un grande abbraccio e di cuore BRAVI e GRAZIE di esserci.

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  3. Traspare il bello dell'Uomo, la ricchezza che ogni persona racchiude in sé che diventa feconda nel momento in cui si dona agli altri. Resoconto da leggere, è vivo e sentito e soprattutto privo di ogni retorica auto celebrativa. Bravi per quello che fate e per come lo fate.

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  4. Sempre grazie Ambrogio.

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