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domenica 17 novembre 2019

Andar per funghi


Ambrogio, ogni giorno, anche solo sulla Gazzetta di Parma, leggo di interventi in soccorso di cercatori di funghi, in difficoltà più o meno serie, qui, sull'Appennino parmense, ed anche in tutte le zone prealpine, dove abbondano i funghi, nella stagione autunnale. Si scomoda così il Soccorso alpino, a causa della propria imprudenza, impreparazione e mancanza di precauzioni, mobilitando elicotteri, ambulanze, mezzi speciali, medici, paramedici, forze dell'ordine, volontari, per ore.
Infortuni, disorientamento, sfinimento fisico, età geriatrica -persino sugli 80 anni ed oltre!- portano certi sedicenti fungaioli a chiedere aiuto, perché partono alla ventura, sconsideratamente. 
Per trovare i funghi, molti si inerpicano per zone segrete, gelosamente note solo a loro, ripide e scivolose. Qui, solo sull'Appennino parmense, sono stati soccorsi più fungaioli che scalatori. C’è chi se l’è cavata con qualche frattura e chi, purtroppo, ha perso la vita. Chi si concentra sulla ricerca ossessiva di funghi, spesso non guarda dove mette i piedi. 
Ad una certa età e senza esperienza, è più sicuro acquistare funghi dal fruttivendolo, si evitano anche letali avvelenamenti da Amanita falloide. 
I fungaioli inesperti non si vestono adeguatamente, sono privi di adeguato allenamento, ignorano le condizioni climatiche e le previsioni meteorologiche, non calzano scarponi adatti, non rivelano il luogo della ricerca, e non calcolano se posseggono sufficienti forze per il ritorno. Anche quando l’infortunio è imprevedibile, come a causa di un malore, chi parte alla ricerca di funghi dovrebbe sempre lasciar detto dove si recherà e mai avventurarsi da solo. 
Tanti fanno affidamento sul cellulare, che, regolarmente, non prende in certe zone impervie. 
Giustamente, diverse regioni hanno introdotto una sorta di ticket molto salato, per chi allerta i soccorsi per colpevole sconsideratezza, e pare che stia funzionando. 
Chi si rompe, e rompe, paghi e le fratture siano sue.
Franco Bifani

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