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mercoledì 28 aprile 2021

La classe 3 B del plesso De Amicis, Direzione Didattica Ilaria Alpi, al concorso nazionale Caritas Miur

 


La Direzione Didattica Ilaria Alpi, dopo la premiazione a Roma, al  Ministero dell'Istruzione del maggio 2019, dove era risultata tra le classi vincitrici del concorso nazionale Caritas Miur, con un progetto coordinato dall'insegnante Annamaria Franzoni, quest'anno ha fatto il bis, aggiudicandosi ancora una volta l'ambito premio, questa volta con l’attuale classe 3 B del plesso De Amicis, grazie a una progettualità dell’ins. Barbara Ponticelli. 

Grande soddisfazione, dunque, e grande attesa per la premiazione di domani mattina dalle 10 alle 12, in diretta dal Ministero dell’Istruzione, questa volta on line, per le ovvie ragioni legate alla pandemia.

La premiazione dei lavori selezionati avverrà on line giovedì 29 aprile 2021 dalle ore 10.00 alle 12.00

 Può essere seguita in diretta sul canale Facebook di Caritas Italiana

 Programma premiazione

Videomessaggio dell’On. Ministro dell’Istruzione Prof. Patrizio Bianchi
Saluti del Direttore di Caritas Italiana don Francesco Soddu – Finalità e senso del Protocollo
Presentazione tema del Concorso
Premiazione vincitori: lettura motivazioni/ spiegazione lavoro (studenti/insegnanti)
Saluti finali
Coordina Pierluigi Vito (giornalista TV2000)

Riprendiamo alcune notizie dal sito della Caritas:

“Cittadini per una cultura dell’incontro: dai social alla comunità umana” è il tema del concorso indetto da  Caritas Italiana e Ministero dell'Istruzione per le scuole di ogni ordine e grado. In considerazione della situazione di emergenza legata al coronavirus e alla conseguente chiusura delle scuole il termine per l'invio delle schede di partecipazione e degli elaborati (video, scritti, o immagini), era stato prorogato al 28 febbraio 2021.

Il tema del concorso resta comunque attuale, anche alla luce dell'emergenza pandemia, tanto più che insiste sulla necessità di lavorare per ristabilire relazioni autentiche e costruire una vera cultura dell’incontro che vinca la cultura dell’indifferenza. Oggi sempre più spesso le persone si incrociano fra loro, ma non si incontrano. Ognuno, pensa a sé, vede ma non guarda, sente ma non ascolta. Purtroppo nella nostra epoca rischiamo di vivere nella logica del “like” anche le relazioni in presenza che ora tanto desideriamo. Il nodo allora è proprio questo: ridefinire i contorni della partecipazione e della solidarietà in una società informazionale come quella attuale e ricostruire sul piano educativo una cultura della partecipazione. La scuola può e deve essere palestra di allenamento alla comunicazione e alla relazione.

La scuola può e deve essere palestra di allenamento alla comunicazione e alla relazione: se io non mi fermo, se io non guardo, se io non tocco, se io non parlo, non posso fare un incontro vero e non posso contribuire a costruire una cultura dell’incontro. È necessario l’impegno personale, comunitario e di cittadini. In primis cittadini di un’Europa che deve essere davvero “casa comune”, in grado di promuovere un cambiamento radicale di mentalità e di recuperare “la capacità di integrare, la capacità di dialogare e la capacità di generare”. Un’Europa che unisce. E poi, in senso più ampio, cittadini del mondo, capaci di  pensare globalmente agire localmente. La sfida è innanzitutto educativa e culturale  e poi certo anche politica o meglio di politiche.



Ed ecco un breve abstract del progetto:

“Onlife”, è il termine coniato da Luciano Floridi, filoso dell’informazione, per descrivere l’esperienza che tutti noi stiamo vivendo in un mondo iper-connesso, dove non esiste più la distinzione tra reale e digitale, tra essere online e offline.

È questa la realtà in cui stanno crescendo i nostri bambini e su cui gli alunni della classe 2°B della Direzione Didattica “Ilaria Alpi” di Fidenza hanno potuto riflettere lo scorso anno grazie al tema proposto dal concorso nazionale, promosso del Ministero dell’Istruzione e dalla Caritas italiana, “Cittadini per una cultura dell’incontro: dai social alla comunità umana”.

Confrontandosi sul loro vissuto, i bambini hanno preso coscienza dell’uso che fanno dei dispositivi tecnologici e in particolare dei social, presenti nella loro quotidianità in modo sempre più significativo.

Al termine del percorso, che ha portato alla realizzazione di un breve video intitolato “#sempreconnessi”, gli alunni, pur affermando l’utilità e le opportunità di tali modalità comunicative, hanno riconosciuto l’importanza e la bellezza di vivere relazioni autentiche incontrandosi personalmente, senza la mediazione di uno schermo. Nulla si può paragonare a uno sguardo che scruta nel cuore, a un sorriso, a una parola sussurrata per consolare e incoraggiareo per condividere un segreto, al calore di un abbraccio e di una stretta di mano…

I bambini, ora in classe terza, dopo il lockdown dello scorso anno, in cui le relazioni sono state vissute soprattutto a distanza, e le limitazioni che ancora condizionano la nostra quotidianità, riguardando il video in questi ultimi giorni, con occhi brillanti di autentica gioia hanno commentato: “Che emozione rivedere i nostri sorrisi, che ora sono coperti dalle mascherine… Che bello quando abbiamo unito le nostre mani e ci siamo toccati, sono piccoli gesti a cui non davamo importanza… Questo video mostra la libertà di stare insieme!”.

Parole semplici, che ribadiscono quanto sia essenziale impegnarci nella costruzione di una rete di rapporti reali e non solo virtuali per essere veramente “#sempreconnessi”.

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