A Bologna fino al 26 ottobre, alla ricerca del paesaggio
Frutto di una ricerca che da oltre dieci anni si focalizza sul tema del paesaggio, la pittura di Ponzi in questa rassegna dal titolo 'Terre sospese' sembra lontana dall'evocare ogni allusione ad una natura consolatoria, accogliente, per approdare in luoghi connotati da una severità, una asciuttezza che li rende estremamente attuali.
"Per disvelare il volto del paesaggio ancora possibile - scrive nel catalogo il curatore della mostra Claudio Cerritelli - Ponzi immagina vastità luminose che accolgono le risonanze segrete della natura, tracce disseminate ai confini del visibile, gesti per sperimentare la materia rispondente alla volontà di oltrepassare i limiti, spingendo la visione oltre i crinali del rappresentabile".
In mostra una ventina di opere, tra cui tre grandi tele realizzate appositamente per gli spazi della galleria bolognese, dalla complessa alchimia dei colori che conducono lo spettatore tra i sentieri di una natura frammentata ma vitale, pulsante di una materia pittorica che "ora impone al quadro la propria temperatura arsa e accoglie segni di carbone provenienti da una combustione, cercati forse in una caverna interna e antichissima", come osserva Alberto Reggianini nel testo in catalogo 'In attesa della pioggia'.
La mostra è visitabile da lunedì 17 fino al 26 ottobre nella galleria 'L'Ariete artecontemporanea' di via Marsili 7, da lunedì al sabato dalle 17 alle 19.30. (ANSA).
Complimenti a Simone!
RispondiEliminaÈ già definita la sua impronta pittorica, intrisa di armonia, libertà e sicurezza - cose raccolte nel nido da cui proviene - nel fare quello che gli piace ed esprimere come un'esigenza il suo pensiero, profondo e significativo.
L'opera di un artista è sempre un frutto precoce nel panorama del vivere quotidiano, perché anticipa i tempi.
Nel dipinto che guardo,
mi arrivano all'anima,
con un velo comunque di serenità diverse sensazioni:
lo spazio immenso che ci circonda,
infinito, nudo,
in una visione a volo d'uccello;
un grande silenzio,
dove avrei voglia di perdermi
lontano dal frastuono del nostro tempo presente;
il niente che siamo noi,
pur prepotenti,
di fronte a una natura che ci diventa ostile;
una terra pulita, lontana, non infarcita di porcherie come la nostra,
che fa ben sperare di poter rimarginare le ferite con la pioggia, di fare ricrescere l'erba e lasciar continuare la vita.
Non è una terra lontana, però,
se guardo bene, è la Nostra, idealizzata:
mi sembra quasi di vedere presenze antiche, dove emergono tracce di centuriazione...
Avere tempo di mettersi davanti al quadro, con calma, a pensare,
a porsi domande per capire
dalla sensibilità dell'Autore che è sempre più alta del comune mortale,
come vestirci di umiltà e di rispetto
di fronte alla Terra,
per poi accettarne con rassegnazione i cambiamenti, che fan parte del proprio carattere
Ringrazio di cuore Mirella per le parole preziose, ammantate di una poesia che coglie aspetti profondi del mio lavoro. "Mi sembra quasi di vedere presenze antiche, dove emergono tracce di centuriazione..." mi colpisce questo passaggio, molto. Grazie.
EliminaSP